Il primo maggio è il momento in cui celebriamo il potere collettivo dei lavoratori. Non importa da dove veniamo, che lavoro facciamo o quale sia il nostro genere: restare uniti è il modo in cui abbiamo vinto in passato e vinceremo in futuro.

Le mobilitazioni che si svolgeranno oggi in tutta Europa dimostreranno ancora una volta che esiste il potere sindacale. E quest’anno il mio messaggio ai lavoratori è che dobbiamo far sentire questo potere nelle urne, così come nelle strade e nei nostri luoghi di lavoro. La nostra capacità di apportare cambiamenti durante i periodi elettorali è stata del tutto svalutata da chi parla dei risultati delle europee di giugno come di una conclusione scontata: viene diffusa una narrazione secondo cui l’estrema destra ha già vinto le elezioni e controlla il parlamento Ue.

Certo, un’impennata dell’estrema destra in queste elezioni è una prospettiva reale. E la considero pericolosa: analizzando il comportamento dell’estrema destra in questa legislatura dell’Europarlamento, si vede che ha costantemente votato contro gli interessi dei lavoratori. Che si trattasse di un’equa retribuzione, della creazione di nuovi posti di lavoro di qualità o della sicurezza delle persone sul lavoro, l’estrema destra si è schierata con le grandi imprese e non con i comuni lavoratori. Io non sottovaluto la minaccia. Ma è in nostro potere impedire questo risultato e imporre le reali priorità dei lavoratori.

Un sondaggio del Parlamento europeo mostra che la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale è la priorità numero uno dei cittadini nella campagna elettorale. Seguono la sanità pubblica, il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Ciò dimostra che c’è voglia di un’Europa sociale che migliori la qualità della vita e non di politici “anti-lavoratori” che sfrutteranno le guerre culturali per mascherare il business as usual. Il sondaggio mostra però pure che lavoratori, disoccupati, studenti e pensionati – più propensi a dare priorità alla povertà, ai servizi pubblici e al lavoro – sono meno propensi ad andare a votare. Viceversa, i datori di lavoro – più inclini a considerare come priorità la deregolamentazione e la riduzione dei diritti sindacali – sono più propensi a mettere la scheda nell’urna.

Potere collettivo (di voto)

Per dirla senza mezzi termini: il vostro capo voterà sicuramente, ed è per questo che dovreste farlo anche voi. Questo è l’unico modo per garantire un Parlamento europeo che agisca in base alle priorità di molti e non di pochi. Uno dei miti più perniciosi diffusi nell’era populista è che tutti i politici sono uguali. Non è così.

Il manifesto della Confederazione europea dei sindacati definisce per le europee una dozzina di impegni che contribuirebbero a garantire un accordo equo per i lavoratori. Includono misure trasformative come garantire i diritti sindacali, il taglio dei finanziamenti pubblici per le aziende che rifiutano di negoziare una retribuzione equa con i sindacati, limiti massimi di temperatura sul lavoro per evitare che i lavoratori paghino con la vita il prezzo dei cambiamenti climatici o il diritto legittimamente esercitabile a disconnettersi dal lavoro, e una direttiva su una transizione giusta per garantire ai lavoratori e ai loro sindacati voce in capitolo su come gestire il cambiamento, tutelare i posti di lavoro e assicurare il diritto alla formazione.

Abbiamo usato il nostro manifesto come metro di paragone con cui valutare i gruppi democratici presenti alle elezioni europee e ancora una volta abbiamo visto che non tutti i politici sono uguali. Abbiamo riscontrato che i gruppi progressisti, ovvero i Socialisti e Democratici, la Sinistra e i Verdi/ALE sono molto più propensi a sostenere politiche in grado di migliorare la vita dei lavoratori rispetto ad altri gruppi.

Il problema con i progressisti al Parlamento europeo è che non ce ne sono abbastanza. La destra vuole farvi credere che sarà così anche nel prossimo parlamento. Che la corsa è già finita. Ma non è vero. È nelle nostre mani cambiare la situazione. Il primo maggio ricorda il potere che i lavoratori hanno quando si riuniscono, in luoghi di lavoro, strade o urne.

Non dimentichiamo che il diritto di voto per la gente comune è stata una delle prime grandi lotte del movimento sindacale in Europa: qui, con manifestazioni e scioperi, i sindacati sono stati il fulcro per la conquista del suffragio universale.

Ecco perché la mobilitazione per le europee di giugno è la logica estensione delle celebrazioni odierne: usiamo il nostro potere collettivo per fermare l’estrema destra e mettere al potere chi agirà in base alle reali priorità dei lavoratori.

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