I soldati ucraini lo dicono ormai da mesi: i russi utilizzano gas chimici sganciati dai droni per svuotare le trincee e i ricoveri ucraini primi di un attacco. «Ho personalmente trattato diversi militari con sintomi da gas Cs (i gas lacrimogeni utilizzati dalle polizie di tutto il mondo, ndr). Altri presentavano sintomi più gravi: li abbiamo mandati in ospedale e non sappiamo cosa sia accaduto loro», dice Sviatoslav Mykytyuk, ufficiale medico in un posto di stabilizzazione sul fronte di Chasiv Yar, l’area più calda del Donbass.

Ora le accuse sono state confermate dal dipartimento di Stato americano. «L’uso di agenti chimici da parte della Russia non è un incidente isolato. I gas vengono usati per cacciare gli ucraini dalle posizioni fortificate», ha scritto il dipartimento in una nota.

Secondo gli americani, i russi usano gas irritanti e lacrimogeni. Ancora non ci sono prove dell’uso massiccio di letali gas nervini, ma anche l’utilizzo saltuario di sostanze irritanti costituisce comunque una violazione della Convenzione sull’uso delle armi chimiche, di cui la Russia è firmataria. L’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, ha smentito le accuse definenodole «odiose e infondate».

Al fronte, i soldati dicono che i russi utilizzano spesso granate a gas sganciate dai droni. I velivoli sorvolano le trincee ucraine e sganciano le piccole bombe all’imboccatura di rifugi e bunker. I gas, più pesanti dell’aria, si infiltrano nel terreno e costringono i soldati ucraini a uscire allo scoperto, esponendosi al tiro dei nemici o liberando postazioni avanzate che i russi possono così occupare senza combattere.

Chasiv Yar «carbonizzata»

Mentre la situazione al fronte si fa sempre più difficile per gli ucraini, il presidente francese, Emmanuel Macron, è tornato a ribadire che in caso di sfondamento russo e di richiesta da parte di Kiev, l’Europa «non può escludere» l’invio di truppe in Ucraina. In un’intervista con il settimanale Economist, pubblicata ieri, Macron ha detto che il suo obiettivo è impedire che «la Russia vinca in Ucraina», perché in quel caso non ci sarebbe sicurezza in Europa.

Per ora, lo sfondamento temuto da Macron non sembra imminente, ma gli ucraini continuano a perdere terreno. Dopo la ritirata nel fine settimana da tre villaggi sul fronte del Donbass, i russi proseguono la loro avanzata sui fianchi di Chasiv Yar, una cittadina che prima della guerra aveva circa 10mila abitanti e che ora si trova al centro dei combattimenti. In un raro filmato del centro abitato, girato da un drone dell’agenzia Associated press, si vede l’abitato quasi completamente distrutto, «carbonizzato», dalle bombe russe.Ma i progressi principali delle truppe del Cremlino stanno avvenendo ai lati di Chasiv Yar, che corre sempre più il rischio di essere circondata. Mercoledì 1° maggio i soldati russi sono arrivati a dieci chilometri dalla statale H32, la strada principale che collega Chasiv Yar e Pokrovsk, un importante centro logistico ucraino.

«Il nemico sta cercando di spezzare la nostra linea in tre punti», ha detto Nazar Voloshyn, portavoce del gruppo d’armate ucraine che presidia il fronte orientale: non solo intorno a Chasiv Yar, ma anche più a sud, nelle zone dove l’estate scorsa gli ucraini hanno lanciato la loro controffensiva.Secondo gli ucraini, l’obiettivo delle truppe russe è conquistare Chasiv Yar entro il 9 maggio, giorno dell’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale.

Rimpasti

In Ucraina si moltiplicano le voci di un nuovo rimpasto di governo. Secondo diversi media, il ministro delle Infrastrutture, Alexander Kubrakov, potrebbe essere presto costretto alle dimissioni, così come la vicepremier Irina Vereshchuk. L’attuale ministro della Difesa, Rustem Umerov, potrebbe subrentrare alle Infrastrutture, ma non ci sono ancora ipotesi su chi potrebbe occupare il suo ministero-chiave.

Secondo il sito ucraino Censor.net, molto critico con il governo di Kiev, dietro il rimpasto ci sarebbe il braccio destro di Zelensky, il capo di gabinetto Andrii Yermak, il cui obiettivo sarebbe eliminare gli ultimi ministri che hanno un accesso diretto e indipendente al presidente, così da rafforzare ulteriormente la sua posizione.

Anche in Russia sono in corso manovre dietro le quinte. Dopo l’arresto la settimana scorsa del viceministro della Difesa, Timur Ivanov, mercoledì è stato interrogato Ruslan Tsalikov, spesso indicato come la terza figura più influente all’interno del ministero.

Lo scandalo che ha coinvolto gli alti ranghi della Difesa riguarda ufficialmente un’accusa di corruzione nelle forniture militare. Molti analisti, però, dubitano della versione fornita dalle autorità e sospettano che dietro arresti e interrogatori ci sia la volontà da parte del Cremlino di rinnovare i vertici del ministero.Ivanov e Tsalikov sono considerati stretti alleati del ministro della Difesa Sergei Shoigu, che occupa l’incarico dal 2012.

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