È stato un weekend di scontro tra la Federazione italiana giuoco calcio e il governo di Giorgia Meloni. A scatenare le polemiche è la riforma a cui sta lavorando il ministro per lo Sport Andrea Abodi, che vorrebbe sostituire la Covisoc (Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche) con un’agenzia governativa per il controllo dei bilanci e dei conti delle società professionistiche di calcio e basket. 

La nuova agenzia esprimerà un parere vincolante sull’iscrizione ai campionati da parte dei vari club. 

La proposta è stata osteggiata dalla Figc e dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, che accusano il governo di minare l’autonomia delle istituzioni sportive. Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha convocato una riunione d’urgenza con i presidenti delle squadre di calcio nel pomeriggio di lunedì 6 maggio.

La bozza

La proposta del governo è di creare un’agenzia che verifichi la consegna della documentazione prevista dalla normativa federale ai fini del rilascio della licenza nazionale e che abbia i poteri anche per eseguire verifiche interne e ispezioni presso le sedi delle società.

L’obiettivo dietro il documento è quello di fare verifiche sui conti delle squadre di calcio e basket, molte delle quali hanno debiti da centinaia di milioni di euro. Spetta comunque alla Federcalcio la decisione finale di iscrivere o meno i club nei vari campionati.

La nuova agenzia sarà composta da un massimo di trenta dipendenti, guidati da un presidente e due componenti scelti dal presidente del Consiglio o dal ministro dello Sport. Il mandato dura quattro anni e le cariche non possono essere rinnovate. I costi stimati per la messa in campo dell’agenzia e il suo funzionamento sono di circa 2.5 milioni di euro e – come se non bastasse per infiammare gli animi – sono in capo alle squadre di calcio.

Cosa fa la Covisoc

Attualmente l’organo predisposto al controllo finanziario delle società sportive è la Covisoc (Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche), un ente interno della Figc, anche per questo il presidente del Coni Malagò ha detto che la nuova proposta del governo mina l’autonomia della federazione. La Covisoc è composta da un presidente e da quattro componenti, nominati a maggioranza qualificata dal Consiglio federale. E hanno un mandato che può essere rinnovabile per una volta. L’organismo – si legge nel regolamento interno della Figc – può «richiedere il deposito di dati e documenti contabili e societari e di quanto comunque necessario per le proprie valutazioni; effettuare, attraverso il nucleo ispettori, verifiche presso le sedi delle società; richiedere di fornire informazioni e/o documentazione integrativa a seguito delle risultanze dell’attività ispettiva o dell’esame dei documenti depositati; chiedere informazioni in merito a tutti i soggetti che controllano direttamente o indirettamente le società».

Le parole di Abodi

«La proposta è di rendere esterni i controlli (finora svolti soltanto in ambito interno) attraverso un ente terzo, pubblico e con autonomia regolamentare e decisionale. Il testo, divulgato senza autorizzazione e non dagli uffici del mio dicastero, è una bozza, prima di arrivare in Consiglio dei ministri potrà subire delle migliorie senza essere stravolto nella sostanza», ha spiegato all’Ansa il ministro dello Sport.

Abodi ha anche detto che sta lavorando alla proposta da oltre un anno e la Figc – che si è detta sorpresa – si sarebbe dovuta aspettare la presentazione di una bozza di progetto.

«Venerdì scorso ho inviato il testo, come concordato, al presidente Gravina in virtù della correttezza e della trasparenza che da sempre caratterizzano la mia persona e il mio operato. La proposta di norma a oggi non è all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri e non sarà discussa nella seduta di domani, ma probabilmente in quella successiva. La federazione, quindi, avrà il tempo necessario per poterla studiare, approfondire e per avanzare eventuali proposte», conclude Abodi. Ma Gravina ha smentito, dicendo che non ha ricevuto alcun testo.

Le parole di Malagò

«Come tutte le cose si può e, anzi, si deve cercare di migliorarle. Questa norma però non nasce per migliorare la situazione. Ma per cambiare le regole del gioco», ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò in un’intervista a Repubblica. Malagò ha lamentato un deficit di forma affermando di non aver ricevuto la bozza del progetto ma di averla letta tramite i giornali. «Lo dico con molta franchezza, ho seri dubbi che questo discorso possa essere accettato dagli organismi sportivi internazionali – ha aggiunto. Quindi, quantomeno, prima di prendere qualsiasi posizione a livello normativo questo va verificato. Altrimenti si rischia la figuraccia mondiale e, purtroppo, i governi italiani non sono nuovi a situazioni simili. In passato, sono state sostenute posizioni che poi sono stati costretti a modificare. Ci eravamo già passati».

Il ministro Abodi ha risposto a Malagò dai microfoni di Radio anch’io su Radio 1. «ll documento l’ha avuto dal presidente federale, un testo non definitivo. Anche io cerco di stare attento alla forma, ma il linguaggio usato dal presidente del Coni non mi sembra il più formale tenendo conto delle circostanze».

Per il momento la proposta non è ancora arrivata nel Consiglio dei ministri. Dopo le dure reazioni, Abodi ha promesso migliorie ma non stravolgimenti, in attesa di capire quale siano le prossime mosse dei club di Serie A.

I presidenti delle squadre di calcio non si sono ancora espressi esplicitamente, ma tra i più favorevoli alla proposta del governo c’è Claudio Lotito, senatore eletto in quota Forza Italia e proprietario della Ss Lazio.

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