Si è tenuto oggi a Porto, la seconda città del Portogallo, il vertice Ue sul futuro dei paesi membri. Al summit ha partecipato anche il premier Mario Draghi. Il tema principale è stato quello dei vaccini. Il premier ha ribadito che la proposta del presidente degli Stati Uniti sulla liberizzazione dei brevetti è corretta, ma bisogna prima risolvere il problema dell'esportazione dei vaccini, rispetto alla quale proprio gli Usa si sono mostrati restii. Draghi ha poi precisato che non bisogna interrompere il filo con le case farmaceutiche per quanto riguarda le consegne delle dosi ai paesi in tempi celeri, perché solo così si può combattere l'emergenza da Covid-19.

Cosa ha detto Mario Draghi

«Il momento è un momento che è la fine di un lungo viaggio nel campo della tutela dei diritti sociali. Un processo iniziato nel 2017, lanciato dall'ex presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Ci sono voluti quattro anni per convincere tutto il Consiglio europeo a portare a una forma di coordinamento del mercato del lavoro e dei diritti sociali negli stati membri. Se il Regno Unito fosse stato ancora nell'Unione europea non sarebbe stato possibile. Per anni si è opposto, ritenendo che questo fosse un campo esclusivamente di gestione nazionale, mentre ora gli stati membri accettano che possa esserci un'azione del Consiglio europeo della tutela dei diritti sociali», ha aperto così il suo discorso alla stampa, il premier Mario Draghi, in quello che ha definito un sunto di quanto è stato detto durante il vertice con gli altri capi di Stato. 

«Gli obiettivi sono rilevanti, perché il mondo del lavoro sta subendo mutamenti importantissimi, in parte dovuti alla pandemia, in parte alla transizione energetica, quindi avere degli standard con date stabilite, obiettivi e un monitoraggio da parte della Commissione è una garanzia importante», ha precisato il premier. «Le diseguaglianze nel mercato del lavoro con la pandemia sono esplose e quindi a maggior ragione avere uno strumento tale a livello europeo è un passo importante, perché i paesi si danno l'impegno di proseguire questo impegno con norme precise». 

Posizione italiana sui brevetti

«La posizione di Biden deve ancora essere capita. Ci sono milioni di persone che non hanno accesso ai vaccini o per mancanza di distribuzione o per mancanza soldi, e che stanno morendo. Ci sono cause farmaceutiche che hanno avuto grossi incentivi da parte di alcuni stati. Però, se si va al di là di questo la questione è più complessa: liberalizzare i brevetti non garantisce la produzione dei vaccini, che richiede organizzazione e specializzazione, affinché sia una produzione sicura, quindi la liberalizzazione non garantisce questa sicurezza. Prima di pensare a un passo simile, bisognerebbe fare cose più semplici, tipo rimuovere il blocco alle esportazioni che Usa e Regno Unito per primi continuano a mantenere. L'Ue esporta tanto quanto ha dato ai suoi cittadini. Il 50 per cento dei vaccini Ue è andato a paesi che hanno il blocco alle esportazioni, come Usa e Canada», ha detto Draghi in merito alla proposta del presidente degli Stati Uniti di liberalizzare i brevetti sui vaccini.

Non solo, «l'altra questione è aumentare la produzione. Ci sono vari programmi di aiuto finanziario per i paesi in difficoltà, basti pensare al Covax, ma sono a un livello assolutamente insufficiente», ha precisato Draghi, il quale ha poi concluso spiegando che «questa proposta ha aperto una porta, vediamo cosa significa, poi lo valuteremo. C'è chi difende di più la sacralità dei brevetti, chi è più liberista. Ma non credo assolutamente che sia una mossa tattica diplomatica degli Usa per battere la politica del vaccino internazionale di Russia e Cina, perché entrambi, stando ai dati sulle dosi da loro esportate a parità di vaccini prodotti, non sono considerabili avversari tali da impensierire gli Usa sulle forniture». 

Altre questioni

Alla domanda su quanto e se sia stato detto qualcosa del rapporto fra Italia e Francia, con il presidente Emmanuel Macron, il premier Draghi ha risposto negativamente, rimanendo piuttosto vago sulla questione. 

Sul recente accordo di libero scambio fra Ue e india, definita «mossa anti-Cina», invece, Draghi ha citato il primo ministro indiano Narendra Modi: «Le sue dichiarazioni sono state molto attente, precisamente ha detto che «le relazioni di pace ai confini con Cina e gli altri paesi sono essenziali» per il suo paese, quindi l'accordo di libero scambio è un traguardo importantissimo, ma non è interpretabile come una mossa anti-cinese», ha concluso. 

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