Un interrogatorio «fiume», conclusosi con l’ammissione di alcune contestazioni che la procura di Milano gli muove nell’ambito dell’inchiesta meglio conosciuta come quella sugli “spioni di via Pattari”. E cioè sul gruppo di informatici, consulenti e imprenditori che da Milano avrebbe violato le banche dati nazionali per estorcere, ricattare e danneggiare l’immagine degli avversari politici per conto, forse, di altri mandanti del medesimo ambiente.

A parlare per quasi sette ore con il pm Francesco De Tommasi, che con il collega Antonio Ardituro della procura nazionale antimafia coordina le indagini, è stato l’ex super poliziotto Carmine Gallo, arrestato a ottobre insieme ad altre cinque persone che a vario titolo rispondono di concorso negli accessi abusivi, intercettazioni illegali, corruzione, associazione per delinquere e violazione di segreto.

Gallo, assistito dai legali Antonella Augimeri e Paolo Simonetti, nelle scorse settimane aveva chiesto di essere sentito dagli inquirenti. E oggi, negli spazi di una caserma vicina al palazzo di giustizia meneghino, si è trovato di fronte ai magistrati.

«Ha risposto a tutte le domande», è quanto apprende questo giornale. Domande che, sempre in base a quanto appreso da Domani, hanno riguardato anche la politica. L’inchiesta sui presunti dossieraggi, con al centro la società Equalize del presidente (sospeso) di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, d’altronde ha fatto anche luce sui legami del gruppo di via Pattari con diversi esponenti istituzionali.

La politica

Nelle carte giudiziarie emergono in più passaggi i nomi del governatore della Lombardia Attilio Fontana, legato allo stesso Pazzali, ma anche quello della senatrice forzista Licia Ronzulli, già sentita dai magistrati per la stessa vicenda, e, ancora, della ministra del Turismo Daniela Santanchè e di Ignazio La Russa. 

Ma oggi gli inquirenti non hanno sentito solo Carmine Gallo. Interrogatorio anche per Nunzio Samuele Calamucci, «braccio operativo» secondo chi indaga della centrale di via Pattari. Pure l’hacker, ai domiciliari come Gallo, ha chiesto il colloquio con gli organi inquirenti e avrebbe fatto le prime ammissioni. L’interrogatorio di Calamucci è iniziato alle 18, è tuttora in corso ma a breve verrà interrotto. Si proseguirà in un secondo momento.

Il riesame

Intanto non c’è ancora una data per il riesame: il tribunale, una volta fissata  la data dell’udienza in questione, dovrà infatti discutere l’appello presentato dalla procura milanese contro il rigetto da parte del gip di tredici richieste di carcere (tre le quali quelle per Carmine Gallo e Samuele Calamucci) e di tre istanze di arresti domiciliari, tra cui quella per il manager e socio di maggioranza della Equalize Enrico Pazzali, che al momento è indagato a piede libero.

La maxi inchiesta sui dati rubati conta in totale sessanta indagati (tra questi c’è anche Leonardo Del Vecchio jr, rampollo della famiglia di Luxottica). E conta anche moltissime domande su cui gli investigatori stanno cercando di dare una risposta. Probabilmente sarà più facile dopo gli interrogatori di Gallo e Calamucci, i quali a ottobre scorso non avevano risposto al gip Fabrizio Felice, limitandosi a rilasciare spontanee dichiarazioni. Il poliziotto in pensione ribadì davanti al magistrato di essere «servitore dello Stato» e di non essere «un infedele».

Mentre l’hacker Calamucci disse «che talune delle contestazioni che gli vengono sollevate, anche indirettamente attraverso notizie apprese dagli organi di stampa, sono empiricamente non realizzabili». Sempre due mesi fa i due indagati si dichiararono «estranei ai fatti». Adesso sembra invece che qualcosa sia cambiato. L’inchiesta è ancora aperta.

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