- Era un parcheggio per le auto rimosse dal centro di Milano, al parco Trenno di via Novara, ma dal 15 marzo è diventato il primo drive through italiano per le vaccinazioni contro il Covid-19. L’esercito italiano ha realizzato due linee in grado di iniettare fino a 600 dosi al giorno.
- L’operazione è però stata bloccata dalla decisione dell’Aifa di sospendere la somministrazione dei vaccini AstraZeneca. Gli insegnanti che erano in coda, sono stati rimandati indietro dopo la decisione.
- Secondo le linee guida del piano vaccinale, i primi a essere vaccinati sono i membri del personale scolastico come Irene, insegnante di Settimo Milanese, che il parcheggio del parco Trenno lo aveva già conosciuto in un’altra veste, quella di tamponata.
Era un parcheggio per le auto rimosse dal centro di Milano, al parco Trenno di via Novara, ma dal 15 marzo è diventato il primo drive through italiano per le vaccinazioni contro il Covid-19. L’esercito italiano ha realizzato due linee in grado di iniettare fino a 600 dosi al giorno grazie all’utilizzo di quattro punti vaccinali. Le linee dedicate alla vaccinazione, con impiego di medici e infermieri militari, sono operative dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 17.30.
L’obiettivo per il futuro è di arrivare a duemila iniezioni al giorno. «Ma tutto dipenderà dall’evoluzione della pandemia», spiega Fabrizio Urso del Centro ospedaliero militare di Milano. L’operazione che dovrebbe dare sostanza ai propositi di efficienza del governo di Mario Draghi è però stata bloccata dalla decisione dell’Aifa di sospendere la somministrazione dei vaccini AstraZeneca. Gli insegnanti che erano in coda, sono stati rimandati indietro dopo la decisione.
A bordo delle auto
A rendere possibile la costruzione del presidio vaccinale è stata la collaborazione tra l’esercito, la regione Lombardia, l’Agenzia di tutela della salute (Ats) Città Metropolitana, il comune di Milano, la Protezione civile e l’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) Santi Paolo e Carlo che si occupa degli aspetti amministrativi e organizzativi.
Dopo avere prenotato la vaccinazione, i pazienti si presentano a bordo delle loro auto e vengono indirizzati dai volontari della protezione civile e dai militari verso due tende, dove il personale sanitario del Centro ospedaliero militare di Milano si occupa dell’iniezione. I tempi di attesa calcolati sono di cinque minuti, ma una volta iniettata la dose, i vaccinati sono invitati a sostare con le macchine in un’area apposita del parcheggio, in caso ci fossero effetti indesiderati immediati. A garantire la sicurezza è stata allestita un’ulteriore tenda con i mezzi del primo soccorso oltre alla presenza di un’ambulanza.
«Per fortuna finora nessun neo vaccinato ha avuto risposte negative», dicono i maggiori Fabrizio Urso e Marco Tribuzio del Centro ospedaliero. Il vaccino somministrato è quello prodotto da AstraZeneca.
Si parte dalla scuola
Già in funzione in via sperimentale da venerdì 12 marzo, il drive through è stato inaugurato alla presenza del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, e della vice sindaca di Milano, Anna Scavuzzo. Guerini ha promesso che presto sorgeranno in tutta Italia «nuove postazioni» come il drive through di Milano.
Fontana ha invece rimarcato la necessità di avere più vaccini per «iniziare una vaccinazione di massa» aggiungendo di «confidare molto» nel vaccino monodose di Johnson & Johnson, approvato l’11 marzo dall’Agenzia per i medicinali europea.
Secondo le linee guida del piano vaccinale, i primi a essere vaccinati sono i membri del personale scolastico come Irene, insegnante di Settimo Milanese, che il parcheggio del parco Trenno lo aveva già conosciuto in un’altra veste, quella di tamponata. Le due linee del nuovo presidio vaccinale fanno parte del più grande drive through per tamponi allestito in Italia, con un’area occupata di circa duemila metri quadri e un parcheggio di ventimila metri quadri. Così ora, accanto a chi cerca di scoprire se ha contratto il virus o meno, c’è chi prova a lasciarsi alle spalle l’incubo del contagio. «Sono due timori diversi – spiega Irene – Quando sono venuta qui per il tampone avevo paura per me e per la mia famiglia per gli effetti del virus che tutti abbiamo imparato a conoscere. Questa volta la paura è per quegli effetti indesiderati che ho letto negli ultimi giorni sui giornali. Per un po’ ho tentennato, ma poi ho deciso che è giusto fidarsi della scienza».
Anche Giuseppe, insegnante di una scuola media di Arese, ha letto le notizie degli ultimi giorni, ma non ha dubbi: «Ho visto gli effetti del virus sui miei genitori e credo che per mettere a tacere tutti i dubbi dei complottisti basterebbe che ognuno li vedesse».
Uno strano destino quello del parcheggio del parco Trenno che, come ricorda un volontario della protezione civile di Arese, è passato da essere un vecchio parcheggio abbandonato a diventare un crocevia per il destino epidemiologico del capoluogo lombardo e un segno di speranza per tutto il paese. Il parcheggio era stato usato un’ultima volta nel 2019 per la festa degli alpini per poi essere abbandonato al suo destino fino a novembre quando la pandemia lo ha ripopolato come centro per i tamponi e ora anche per i vaccini. La modalità del drive through sembra riscuotere consensi.
«Mi sento molto più al sicuro qui nella mia macchina piuttosto che in un ospedale affollato», spiega Emanuela, insegnante di una scuola media di Bareggio.
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