Presentato il piano strategico 2025-2029. La priorità è portare l’Av dove non c’è. E migliorare l’efficienza. L’ad Donnarumma: «Nessuna intenzione di privatizzare»
«Innovazione, sostenibilità e le persone al centro», su questi tre punti ruota il Piano strategico 2025-2029 del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane presentato giovedì 12 dicembre, a Roma presso l'Auditorium Parco della Musica, dall’amministratore delegato e direttore generale, Stefano Antonio Donnarumma. Presente anche il vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.
«Impatto decisivo»
Oltre 100 miliardi di euro di investimenti in cinque anni e una profonda trasformazione dell’azienda che da 120 anni è un pezzo fondante della storia economica e industriale del Paese.
«Il Piano strategico che ci accompagnerà nei prossimi cinque anni avrà un impatto decisivo sull’assetto del Gruppo FS, mettendoci in condizione di superare le sfide attuali e quelle future», ha sottolineato il presidente, Tommaso Tanzilli. «Sfide che potremo vincere solamente grazie a un programma certo di investimenti a livello infrastrutturale e tecnologico e all’apporto fondamentale delle persone del Gruppo che, quotidianamente, si impegnano per garantire un servizio all’altezza delle aspettative in tutti gli ambiti in cui operiamo. Il Piano strategico inciderà in maniera determinante anche sul Sistema Paese, portando connettività, servizi e quel valore aggiunto che può fare la differenza».
Donnarumma ha sottolineato come il piano miri «a imprimere una netta discontinuità, rispondendo alle esigenze di una società proiettata verso il futuro, riconoscendo nella mobilità integrata un pilastro fondamentale per lo sviluppo.
L’obiettivo è affrontare con maggiore efficacia le sfide economico-finanziarie e potenziare ulteriormente le infrastrutture e la qualità del servizio. La nuova organizzazione punta, inoltre, a rafforzare il ruolo internazionale del Gruppo, per posizionarlo come leader nel settore della mobilità».
Puntualità
Otto le linee guida strategiche: a cominciare dal potenziamento delle infrastrutture del Paese. L’obiettivo è attivare nuove linee ferroviarie AV che permettano di collegare territori finora non serviti, così da aumentare del 30 per cento le persone raggiunte dal sistema Alta velocità in Italia, con il raggiungimento della miglior performance di sempre attraverso il recupero della puntualità per oltre 50mila treni all’anno.
A tutto ciò si aggiunge un’esperienza di viaggio calibrata sulla persona. E non meno determinante il presidio internazionale, per cui si stima un incremento del volume dei passeggeri del 40 per cento.
La disciplina operativa, grazie anche agli ingenti investimenti, punta a efficientare del 5 per cento i costi operativi aggredibili. Inoltre, sul fronte della sostenibilità, si profila oltre un Gigawatt di fotovoltaico installato entro il 2029 e, per quanto riguarda innovazione e sicurezza, è stato fissato il raggiungimento del 100 per cento della rete Core Extended coperta dal sistema Ertms da qui al 2040.
Per accompagnare il percorso evolutivo del Gruppo FS sono stati individuati cinque programmi trasformativi che hanno un impatto su tutti gli ambiti come la sicurezza per i passeggeri, gli asset e i lavoratori ovunque essi si trovino, con l'obiettivo "zero infortuni".
Formazione
Verranno messe a disposizione 125mila giornate di formazione tramite FS Security Academy. E ancora sul fronte delle risorse Umane con persone e competenze al centro, in un'ottica di una sempre maggiore identità, inclusione e collaborazione. Un ruolo determinante affidato alla tecnologia con oltre due miliardi di euro di investimenti digitali in dieci anni.
E attenzione anche alla mobilità sostenibile. A oggi sono 17mila i chilometri di linee ferroviarie gestite dal Gruppo FS tramite la controllata Rfi (Rete ferroviaria italiana) e circa novemila i treni in circolazione ogni giorno. Per potenziare la qualità del servizio della rete saranno investiti più di 50 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Una quota che, da qui al 2034, concorrerà all'attivazione di nuovi standard tecnologici e all'evoluzione dei modelli manutentivi.
Sull’ipotesi di privatizzazione l’ad di Fs smentisce ogni retroscena: «Né io né il ministro Salvini abbiamo mai detto di privatizzare o vendere pezzi delle Ferrovie. Non è il mio progetto. Quello che desidero è uno strumento dello Stato e si chiama Cdp ed F2i che è una Sgr che gestisce fondi infrastrutturali. Con questo modello di finanziamento si esce dall’ambito dello Stato».
«Nei 25 miliardi della finanziaria», ha continuato, «il 20 per cento va a noi. Per potere finanziare infrastrutture, pagare poco i biglietti, garantire la sicurezza e la stabilità dell’azienda lo Stato ci deve finanziare ogni anno. L’indebitamento è aumentato di 4 miliardi. Da ora in avanti questi fondi non basteranno più. Cerchiamo di trovare un modo per non gravare sui conti sullo stato. Se il Mef identifica una metodologia che sia a esempio come uno strumento pubblico per finanziare l’infrastruttura non abbiamo privatizzato niente».
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