La Stampa ricostruisce il naufragio del 21 e 22 aprile in cui sono morti 130 migranti. Inutili le segnalazioni trasmesse da Frontex a Roma e Tripoli. Una volta giunti sul posto i soccorsi hanno trovato solo cadaveri
Tutti sapevano della presenza di quei gommoni carichi di migranti nel Mediterraneo centrale. Ma nessuno ha cercato di portare in salvo le 130 persone annegate. Un artico de La Stampa prova a ricostruire l’intera vicenda dal punto di vista di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera che pattuglia le coste del Mediterraneo e come documentato da Domani si è resa protagonista negli anni anche di vari respingimenti.
Da Frontex fanno sapere che hanno ricevuto una prima segnalazione dall’Mrcc (Maritime rescue coordination center) di Roma nel pomeriggio 21 aprile, quando l’imbarcazione già in estrema difficoltà si trovava a circa 40-50 miglia dalle coste libiche e a oltre 200 da quelle siciliane. Decidono quindi di far decollare dall’isola di Lampedusa un aereo, l’Osprey 1, per andare a individuare i migranti. Nel frattempo, si attiva anche la Guardia costiera libica che ha ricevuto le segnalazioni mattutine di Alarm Phone. Partono da al-Khoms due motovedette, una delle quali riesce anche ad arrivare a un gommone, ma torna indietro per via delle pessime condizioni meteorologiche dopo aver contato 104 persone vive e due morte.
Alle 18,36 del 21 aprile l’aereo di Frontex Osprey 1 individua un gommone grigio con circa 80 persone a bordo e informa «gli Mrcc di Libia, Italia e Malta». Dopo vari tentativi di richiesta di soccorso Roma decide di dirottare tre mercantili per fornire assistenza su richiesta della Guardia costiera libica. Parte anche la nave di Sos Mediterranée Ocean Viking, ma è a oltre dieci ore di navigazione. Sembra oramai una strage annunciata.
Le batterie scariche del telefono satellitare dei migranti rende difficile rintracciare la loro posizione. Il giorno dopo, il 22 aprile, Frontex fa decollare un secondo aereo nonostante il maltempo che riesce a trovare un gommone vuoto e parzialmente sgonfio. Trasmette un messaggio di emergenza al centro di soccorso di Tripoli ma senza successo. Dopo poco tempo l’aereo trova anche un cadavere e avverte Roma e Malta prima di rientrare perché rimasto senza carburante. Giunti sul posto i soccorsi non hanno trovato altro che cadaveri galleggianti.
«L’aereo ha avvertito tutti i Centri di soccorso dell’area e ha inviato chiamate di soccorso a tutte le navi in zona – dice il portavoce di Frontex, Chris Borowski a La Stampa –. Nella notte non era possibile decollare per il forte vento e giovedì mattina, nonostante il meteo pessimo, un aereo è decollato per dare assistenza alle navi di soccorso, compresa Ocean Viking. I nostri uomini sono andati oltre ciò che gli era richiesto, ma gli sforzi sono stati vani».
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