La cerimonia d’addio è stata trasmessa in diretta sulla rete nazionale. Erano presenti alcuni degli uomini più potenti del paese. Il padre la ricorda come una vera patriota fin dalla nascita e vuole giustizia con la vittoria sull’Ucraina
Si è svolto oggi il funerale di Darya Dugina, figlia di Alexander Dugin, uno dei principali ideologi della Russia contemporanea. Alla commemorazione erano presenti centinaia di persone e alcuni degli uomini più potenti del paese tra alti funzionari del governo e imprenditori.
L’ultimo saluto a Darya Dugina, uccisa in un attentato nella sera tra sabato e domenica, è diventato di fatto un evento nazionale in Russia, trasmesso anche dalla principale rete televisiva del paese e la figlia di Dugin è considerata una martire agli occhi dell’opinione pubblica che va vendicata vincendo la guerra in Ucraina.
Il discorso di Dugin
Alexander Dugin, vestito interamente in nero e con l’immagine della figlia dietro le spalle, ha tenuto un ultimo discorso molto incentrato sulla guerra: «É morta per il popolo, per la Russia, al fronte. Il fronte è qui» ha detto.
«L’enorme prezzo che dobbiamo pagare può essere giustificato solo dal risultato più alto, la nostra vittoria», ha aggiunto Dugin visibilmente emozionato. «Ha vissuto per la vittoria, ed è morta per la vittoria. La nostra vittoria russa, la nostra verità, la nostra fede ortodossa, il nostro stato». Il filosofo ha poi sottolineato il forte patriottismo della figlia ricordando come le sue prime parole fossero state “Russia” e “impero”, molto legate ai concetti che lo stesso Dugin ha sempre proposto come commentatore.
Tra gli interventi più importanti poi succedutosi nella cerimonia c’è quello sicuramente di Konstantin Malofeev, ricco uomo d’affari legato alla famiglia Dugin e al Cremlino, che ha dichiarato: «Le persone che combattono contro di noi non capiscono che il popolo russo non è composto solo da coloro che sono vivi ora, ma è composto da coloro che sono vissuti prima di noi e vivranno dopo. E diventeremo più forti con il sangue dei nostri martiri. E grazie alla fine prematura del nostro caro amato Darya saremo sicuramente vittoriosi in questa guerra».
I timori di Kiev
Dopo l’attentato e le dichiarazioni dei servizi segreti russi (Fsb) sul fatto che sarebbe stato commesso da una cittadina ucraina legata al battaglione d’Azov, moltissimi esponenti dell’elite russa hanno chiesto a gran voce un contrattacco molto forte nei confronti dell’Ucraina. Per questo motivo a Kiev sono preoccupati che possa esserci un’escalation militare nei prossimi giorni, dato che domani si celebra anche il giorno dell’indipendenza dell’Ucraina. Il governo di Kiev ha però sempre smentito il legame con l’attentato, così come l’Estonia, paese dove secondo l’intelligence russa si sarebbe rifugiata la donna dopo l’attentato.
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