Nel marzo 1986 aveva raggiunto il 7 per cento. A salire sono in particolare i prezzi dei beni energetici: oltre il 30 per cento i prezzi dei carburanti, stabili invece a più 64 per cento quelli di gas ed elettricità
Inflazione a livelli record per il mese di maggio. L’Istat ha rilevato un aumento dei prezzi del 6,9 per cento rispetto a maggio dell’anno scorso, un valore simile non si registrava dal marzo 1986, quando l’indice dei prezzi al consumo aveva raggiunto il più 7 per cento sull’anno precedente.
- «Secondo le stime preliminari, nel mese di maggio 2022 – afferma l’Istituto – l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,9 per cento su base mensile e del 6,9 per cento su base annua (da più 6 per cento del mese precedente). «Dopo il rallentamento di aprile, l'inflazione torna ad accelerare salendo a un livello che non si registrava da marzo 1986 (quando fu pari a più 7 per ceno)». L'accelerazione dell'inflazione su base tendenziale si deve, spiega l'ente, alla crescita dei «prezzi di diverse tipologie di prodotto».
- Per i beni energetici i prezzi passano da più 39,5 per cento di aprile a più 42,2 per cento. In particolare l’aumento dei prezzi si registra tra i beni energetici non regolamentati – comprendenti i carburanti e i combustibili per uso domestico non regolamentati – che passano da più 29,8 per cento a più 32,4 per cento; mentre restano stabili a più 64,3 per cento, i prezzi dei beni energetici regolamentati, cioè le tariffe per l’energia elettrica e il gas di rete per uso domestico.
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Crescono anche i prezzi dei beni alimentari (da più 6,1 per cento a più 7,1 per cento), e tra questi soprattutto i beni alimentari lavorati (da più 5 per cento a più 6,8 per cento); e inoltre i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da più 2,4 per cento a più 4,4 per cento) e dei servizi relativi ai trasporti (da più 5,1 per cento a più 6 per cento).
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