Dopo che il settimanale britannico ha raffigurato la premier dimissionaria Liz Truss “armata” di pizza e spaghetti, sui social si sono letti molti commenti ironici e indignati. Oggi si è mossa anche la diplomazia e l’ambasciatore italiano ha inviato una lettera al direttore della testata
L’ambasciatore italiano a Londra, Inigo Lambertini, ha scritto una lettera al direttore dell’Economist dopo che il settimanale ha pubblicato copertina che ritrae Liz Truss, la prima ministra che si è dimessa oggi pomeriggio, vestita da soldato romano con una lancia che è una forchetta di spaghetti e uno scudo che in realtà è una pizza. Il titolo è «Welcome to Britaly», con un’allusione evidente alle condizioni “italiane” in cui versa la politica britannica.
Nelle poche ore successive alla pubblicazione del numero, in realtà, Truss si è dimessa dopo che anche la ministra dell’Interno, dopo il cancelliere dello scacchiere, avevano lasciato il suo governo. Dopo che, soprattutto sui social, la copertina ha provocato ironie e indignazione, si è attivata la diplomazia.
Il contenuto della lettera
Nella sua lettera, pubblicata sull’account ufficiale dell’ambasciata italiana nel Regno Unito, Lambertini scrive che «leggere l’Economist è un piacere per ogni diplomatico. E per l’ambasciatore italiano nel Regno Unito, anche di più considerato che dedicate attenzioni costanti all’Italia, un paese così amato dal popolo britannico».
Lambertini si dedica poi all’ultima copertina «sfortunatamente ispirata dal più antico degli stereotipi. Nonostante gli spaghetti e la pizza siano i piatti più ricercati al mondo, essendo l’Italia la seconda potenza manifatturiera d’Europa, per la vostra prossima copertina vi suggeriamo di scegliere come tema qualcosa di attinente ai nostri settori di aerospazio, biotecnologie, automotive o a quello farmaceutico. Qualunque cosa scegliate, darà un’immagine più accurata dell’Italia, tenendo conto anche della vostra ammirazione, non così segreta, del nostro modello economico».
Lambertini è a Londra da appena due settimane, ma ha lavorato alla delegazione italiana al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e alla rappresentanza italiana presso l’Ocse a Parigi. In precedenza, ha lavorato presso le ambasciate italiane a Washington, in Brasile e nella Republica democratica del Congo.
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