- Nei test a risposta multipla del concorso scolastico per l’accesso al ruolo docente nella scuola secondaria i concorrenti si sono dovuti cimentare con quesiti ipernozionistici, perfino più mortificanti dei peggiori telequiz televisivi.
- Decine e decine di domande fra quelle somministrate sono sbagliate, ambigue, mal poste, fuori programma, altre difettano nell’argomentazione o contengono gravi errori grammaticali.
- In un quesito si chiede: «Qual’è la configurazione elettronica del fluoro (F)»? Qual’è, con l’apostrofo. Ma ce ne sono molti altri, persino più imbarazzanti.
Nei test a risposta multipla del concorso scolastico per l’accesso al ruolo docente nella scuola secondaria (50 quiz per ciascun partecipante, due punti per ogni risposta giusta), i cui orali sono in corso di svolgimento, i concorrenti si sono dovuti cimentare con quesiti ipernozionistici, perfino più mortificanti dei peggiori telequiz televisivi.
Molti di quei quesiti risultano tagliati e incollati da fonti web di valore scientifico scarso o nullo (come Skuola.net o StuDocu, o altri collettori virtuali di notiziole o appunti studenteschi) o da quizzari vari, a stampa o in linea (il simulatore della casa editrice Edises, la piattaforma QUIZIZZ, il sito leplaisirdapprendre.com, ecc.), scopiazzati fino al prelievo quasi integrale.
Apostrofi e accenti
Decine e decine di domande fra quelle somministrate sono sbagliate, ambigue, mal poste, fuori programma, altre difettano nell’argomentazione o contengono gravi errori grammaticali. Mi concentro su questi ultimi, frutto di mie ricerche personali e delle tante segnalazioni che mi sono pervenute dai partecipanti al concorso.
In un quesito si chiede: «Qual’è la configurazione elettronica del fluoro (F)»? Qual’è, con l’apostrofo. Nell’avvio di un altro quesito l’apostrofo sostituisce l’accento nella terza persona singolare del verbo essere («Viene chiesto in una classe che si alzi in piedi chi ha gli occhiali XOR e’ biondo»). «Dove risiede il BIOS di un PC»? Una delle quattro opzioni è questa: «Nel Hard Disk». Nell’Hard, o semmai – se vogliamo proprio conservare la pronuncia dell’h iniziale – Nello Hard. «Nella Raccomandazione del Consiglio Europeo del 22 maggio 2018, lo sviluppo della competenza digitale da parte dei docenti è un aspetto particolarmente connesso alla…», chiede il selezionatore, «a) esplorazione di nuove modalità di insegnamento-apprendimento; b) assunzione di ruoli e funzioni che vanno oltre all’insegnamento; c) esplorazione di nuovi strumenti per sostenere l’apprendimento permanente; d) esplorazione di nuove opportunità per lavorare collaborativamente con i propri colleghi». Che vanno oltre l’insegnamento, non oltre all’insegnamento.
«Nell’ambito della termologia il calore si può propagare per convenzione quando: a) il calore passa da un corpo all’altro attraverso lo spostamento di materia (…)».
Certo, come no. «È inutile che ci alludiamo», avvertiva dal palco Francesco Nocera, candidato alle comunali a Catanzaro, in un comizio senza presenti (28 aprile 2012). In un diverso contesto comunale, quello di Trento, il leghista Vittorio Bridi non aveva dubbi: «L’Italia non è il paese del Bentegodi».
In medio stat virus
Non erano da meno Ivana Di Camillo, Partito democratico («Non siamo qui per togliere la patata dal tavolo»), ed Eleonora Angeli, Unione per il Trentino: «In medio stat virus dicevano i latini» (12 novembre 2011).
Sintassi, questa sconosciuta: «Il vettore accelerazione prodotto dal vettore forza hanno»; «Quali tra questi acronimi indica formalmente una rete più estesa»; «Quali delle seguenti attività NON è realizzabile con il software Audacity»; «Quali delle seguenti grandezze si può misurare in Kg/m3 nel Sistema Internazionale?». Per quest’esempio stendiamo un velo pietoso anche sulla qualità dei contenuti delle risposte: «Lo studio delle danze storiche sono funzionali a: a) Sviluppare il senso artistico nello studente b) Sviluppare il senso sociale della danza nello studente c) Sviluppare il senso culturale della danza nello studente d) Sviluppare il senso della compostezza nello studente».
Arriva il peggiore. «Per verificare sperimentalmente il moto rettilineo uniforme attraverso una rotaia a cuscino d’aria è necessario: a) Utilizzare un carrello di massa trascurabile b) Utilizzare un carrello trascinato per mezzo di masse note c) Che il piano della rotaia sia inclinato d) Che il compressore immetti aria nella rotaia». Qui i precedenti politici illustri sarebbero molti: «(LEI) abbi la bontà di lasciarmi parlare» (Domenico Scilipoti, deputato; Mi manda Rai Tre, 6 maggio 2011): «Vadano avanti, lavorino, concorrino al clima di pacificazione» (Pier Ferdinando Casini, deputato; Che tempo che fa, “Rai 3”, 13 novembre 2011); «Spero vi servi» (27 gennaio 2012, Gianni Alemanno, sindaco di Roma, nel suo discorso agli studenti, nell’aula magna del liceo classico capitolino Giulio Cesare, di commemorazione della Shoah); «Non ci precludiamo la speranza che l’esito del vertice europeo segui l’atteso cambio di rotta» (3 luglio 2012, Lorenzo Bodega, senatore, in un intervento parlamentare; beccato dal Corriere della Sera, si sarebbe poi giustificando dicendo di aver letto male dai suoi appunti, dove ci sarebbe stato scritto segni); «Scusi, mi facci parlare» (Matteo Renzi, segretario Pd; Matrix Prime, Canale 5, 26 febbraio 2018); «Quello che chiediamo è che i bandi non s’interrompino» (6 marzo 2019, Nicola Zingaretti, neosegretario Pd, nel rispondere ai giornalisti a Torino parlando di Tav); Mi facci finire (Otto e mezzo, La7, 12 gennaio 2016, rivolto a Gennaro Migliore), «Lei non m’interrompi» (PiazzaPulita, “La7”, 18 aprile 2016, all’indirizzo di Marco Damilano) e «Non è giusto che le banche scrivino le manovre finanziarie» (Alessandro Di Battista).
Mitica la scena della partita di tennis giocata nella nebbia in Fantozzi (1975), con l’imbranato ragionier Ugo che si appresta a servire la palla al collega d’ufficio: «Allora, ragioniere, che fa? Batti?» (Filini); «Ma... mi dà del tu?» (Fantozzi); «No, no! Dicevo: batti lei?» (Filini); «Ah, congiuntivo!» (Fantozzi); «Sì» (Filini); «Aspetti» (Fantozzi).
Non si trova l’accordo sintattico
Anche parole, espressioni, nomi propri di varia provenienza straniera – e le domande formulate nelle relative lingue, quando non sono composte in una lingua maccheronica – sono spesso malamente riprodotti. Il pittore francese (George) Seurat è diventato (George) Seruat. «Il Sistema Cad-Cam dentale: (…)c) Permette la realizzazione anche di obutment implantari»; abutment, non obutment. «A quale boutique della Fifth Avenue si è ispirato Balanchine per il balletto Jewels? Quali gioielli sono rappresentati nel balletto? (…)c) Van Clef & Arpels; smeraldi, rubini e diamanti; d) Van Clef & Arpels; smeraldi, rubini e zaffiri»; si sono persi per strada – due volte – una e (Cleef).
«Il modello di dieta “dietary gols” era molto simile a quella a) Asiatica b) Americana c) Giapponese d) Italiana». Gols, anziché goals.
E, immancabile, la ciliegina sulla torta: il mancato accordo sintattico fra il nome che funge da soggetto (modello) e l’aggettivo dimostrativo quella.
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