Secondo il gup Orfanello sarebbe stato protagonista di numerosi casi di verifiche pilotate, esercitando il suo potere discrezionale in ossequio al disegno di avvantaggiare Montante e i suoi amici e di danneggiare i suoi avversari; il tutto con la consapevole inerzia del Comandante provinciale Col. Ardizzone, poi definitivamente assolto in questo processo
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci delle motivazioni della sentenza di secondo grado sul processo Montante
Quando Orfanello rivestiva il ruolo di comandante del nucleo provinciale di Polizia Tributaria di Caltanissetta, l'articolazione interna si era trasformata e dall' 1.8.2006 la Sezione tutela finanza pubblica aveva assorbito la preesistente "sezione verifiche" e parte della preesistente "sezione verifiche-informative varie"; invece la Sezione tutela economia aveva assorbito la preesistente "sezione servizi P.G.- servizi vari" e il resto della "sezione verifiche-informative varie". La Sezione tutela finanza pubblica, deputata allo svolgimento delle verifiche fiscali in materia di imposte dirette, IVA e IRAP, a partire dal settembre 2006 e sino al settembre 2010 era stata diretta dal maresciallo Mario Sanfilippo; dall'ottobre 2010 al giugno 2012 (quando Orfanello fu trasferito da Caltanissetta) ne divenne comandante il tenente (poi capitano) Antonio Costa. Frattanto Sanfilippo transitò al comando dell'altra sezione tutela economia, dove rimase sino all'agosto 2011; dal 7.9.2011 al 15.11.2011 a Sanfilippo subentrò il capitano Giuseppe Adamo e dal 15.11.2011 sino a giugno 2012 il luogotenente Michele Matrascia.
La selezione dei contribuenti da sottoporre a verifica fiscale avviene nell'ambito di un'attività di programmazione che è prerogativa del Comandante del Reparto, e cioè di Orfanello, il quale può avvalersi della collaborazione dei comandanti delle articolazioni interne; la discrezionalità tecnica riceve limiti solo dalla necessaria esistenza di esigenze ispettive sulla base delle direttive strategiche del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Viene formulata una proposta di piano (ma possono essercene anche più di una), che, se approvata, vincola il Reparto senza possibilità di modifica.
Nel programma vanno distinti i contribuenti di minori dimensioni ( c.d. prima fascia con volume d'affari fino a 7,5 milioni di euro), i contribuenti di medie dimensioni (c.d. seconda fascia con volume d'affari tra 7,5 milioni di euro e 25.822.844 euro) e i contribuenti di rilevanti dimensioni (c.d. terza fascia con volume d'affari superiori a 25.822.844 euro).
Il programma per i contribuenti di prima fascia non si predispone in un'unica soluzione ma ogni semestre in ragione del 70 per cento degli interventi da eseguire; il rimanente 30 per cento non deve essere preventivamente comunicato e i contribuenti da verificare possono essere individuati nel corso del semestre.
Il documento di programmazione redatto dal comandante del Nucleo P.T. Doveva essere approvato dal Comandante provinciale della Guardia di Finanza. Solo in specifici casi potevano essere avviate verifiche nei riguardi dei contribuenti non inseriti nel piano approvato: in particolare nelle ipotesi di attivazioni esterne, di acquisizione di risultanze informative, investigative o derivanti dal!' attività di controllo economico del territorio ovvero ancora originate da segnalazione pervenute al numero di pubblica utilità 117 o infine per sopravvenute e motivate valutazioni sul piano della proficuità dell'intervento, anche sotto il profilo del rendimento.
Per le modalità di esecuzione delle verifiche è previsto che il ruolo di direttore delle verifiche sia assunto in via ordinaria dal comandante della sezione tutela finanza pubblica, fatta salva nei Nuclei di polizia tributaria la facoltà del Comandante di riservare a sé il ruolo di direttore della verifica per quelle connotate da maggiori profili di delicatezza.
Secondo il gup Orfanello sarebbe stato protagonista di numerosi casi di verifiche pilotate, esercitando il suo potere discrezionale in ossequio al disegno di avvantaggiare Montante e i suoi amici e di danneggiare i suoi avversari; il tutto con la consapevole inerzia del Comandante provinciale Col. Ardizzone, poi definitivamente assolto in questo processo.
Sistematiche erano le violazioni di queste regole nelle scelte operative di Orfanello. Il Mar. Alfonso Cravatta ha riferito di essere entrato in rotta di collisione con lui perché non redigeva ordine scritto quando gli delegava accertamenti impropri per le funzioni del Corpo, come gli accertamenti in materia edilizia nei confronti di soggetti invisi al Montante; e di essere stato minacciato dal suo superiore che gli rimproverava di "mettersi di traverso".
Il Lgt Santo Matta ha riferito che nel 2010-2011 il nucleo P.T. di Orfanello aveva fatto disinvolto ricorso alle verifiche extraprogramma o in deroga, sconfinando nelle competenze del comando Compagnia in considerazione del volume d'affari.
Tra queste verifiche che non rientravano nel programma si inscrivono quelle in danno di SILAMPLAST s.r.l. di Salvatore Mistretta, delle società di Pasquale Tornatore e del commercialista nisseno Paolo Buono, tutti soggetti nei confronti dei quali Montante nutriva motivi di avversione.
Inoltre, quando al comando nella sezione tutela finanza pubblica era giunto il cap. Antonino Costa, Orfanello aveva avocato a sé il compito di direttore delle verifiche in ben 31 delle 32 verifiche eseguite nel 2011.
Per questo esautoramento di fatto Costa aveva anche protestato con Ardizzone, che tuttavia non aveva preso alcuna iniziativa, mentre Orfanello, appreso della sua iniziativa, lo aveva aspramente redarguito. Orfanello preferiva nell'esecuzione delle verifiche la collaborazione del Lgt. Sanfilippo, anche dopo che costui era stato trasferito alla sezione tutela economia (che non aveva competenze sulle verifiche).
Di questa stretta collaborazione hanno riferito il mar. Di Naro e anche il Lgt. Matrascia, che in un primo momento, quando era arrivato Costa, era stato preferito da Orfanello come suo collaboratore rispetto al nuovo ufficiale, ma che poi fu da Orfanello trasferito quando prese l'iniziativa di segnalare una posizione di incompatibilità del suo superiore (in particolare per le società riconducibili a tale Panzica che era anche datore di lavoro di una figlia di Orfanello). Allontanato anche Matrascia, Orfanello aveva richiesto di nuovo la collaborazione di Sanfilippo.
Sanfilippo era soggetto vicino a Romano e Montante; aveva eseguito una verifica presso uno dei supermercati di Romano, tenendo all'oscuro tutti del fatto che alle dipendenze vi lavorava sua sorella Calogera e a Romano aveva richiesto i buoni uffici per trovare un lavoro al figlio presso lo studio professionale Carbone.
Nel 2012, poi, nonostante avesse sempre emarginato Costa da ogni attività, Orfanello gli aveva strumentalmente contestato uno scarso rendimento.
A ciò si aggiungeva il fatto che il col. Ardizzone aveva ripreso un vecchio procedimento interno, già chiuso favorevolmente quando era ad Enna, sua precedente sede di servizio, per contestare al cap. Costa la convivenza con un'avvocatessa che nel passato aveva difeso imputati per mafia e proporne il trasferimento dal Comando della sezione tutela finanza pubblica ad altro incarico; si trattava, secondo il gup, di un'operazione strumentale alla marginalizzazione di Costa, che poteva frapporsi ai disegni perseguiti da Orfanello. E ne fu prova il fatto che il successore di Ardizzone, il col. Sozzo, aveva poi nuovamente chiuso il procedimento in senso a lui favorevole.
Anche riguardo alla contestazione di scarso rendimento gli accertamenti svolti dal col. Sozzo lo conducevano a formulare osservazioni critiche verso Orfanello e non verso Costa.
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