- C’è una nota del 23 luglio scorso, firmata dal direttore generale di Atac Franco Giampaoletti, che descrive una situazione tutt’altro che rosea per Atac
- Il dg Atac denuncia uno «stallo decisionale ampio e prolungato» da parte del Comune, socio unico dell’azienda, e chiede alcune azioni amministrative urgenti al Campidoglio
- Le richieste sono legate alla sopravvivenza stessa dell’azienda che deve rispettare le clausole del concordato preventivo in continuità accolto dal tribunale fallimentare di Roma nel settembre 2017
Alcuni giorni fa, nel pieno della campagna elettorale per la scelta del nuovo sindaco, fa l’assemblea dei soci di Atac spa, la municipalizzata dei trasporti pubblici di Roma, ha approvato il bilancio 2020: con perdite limitate a 22 milioni di euro e, a fronte degli effetti della pandemia per i ricavi da mercato, meno 174 milioni rispetto al 2019. Vicenda descritta da alcuni giornali come un passo importante verso il risanamento economico dell’azienda.
Ma c’è una nota del 23 luglio scorso, firmata dal direttore generale di Atac Franco Giampaoletti, che descrive una situazione tutt’altro che rosea. Nella lettera inviata al direttore generale di Roma Capitale, al capo di gabinetto della sindaca, agli assessori alla mobilità e al bilancio, il dg Atac denuncia uno «stallo decisionale ampio e prolungato» da parte del Comune, socio unico dell’azienda, e chiede alcune azioni amministrative urgenti. Le richieste sono legate alla sopravvivenza stessa dell’azienda che deve rispettare le clausole del concordato preventivo in continuità accolto dal tribunale fallimentare di Roma nel settembre 2017, supportato dai creditori nel 2018 che hanno espresso parere favorevole, per scongiurare il fallimento dell’azienda.
La lettera
Nella lettera dall’oggetto significativo, “perfezionamento deliberazioni di particolare urgenza e necessità per la società Atac Spa in concordato preventivo”, Giampaoletti evidenzia in premessa che, nonostante le riunioni collegiali fatte il 14 e 20 luglio volte a risolvere le criticità ancora aperte, non sono state date chiare e precise indicazioni sulla tempistica. Elenca i problemi principali ancora non risolti, sottolineando che la società non è in condizione di poter sostenere una adeguata ed efficace interlocuzione con gli organi preposti e di aver già «paventato in modo puntuale i diversi rischi da ultimo nella nota indirizzata alla sindaca in data 12 luglio 2021».
Il dg Atac prosegue evidenziando di non aver avuto ancora «alcuna comunicazione che confermi la possibilità di ottenere la richiesta anticipazione di cassa entro il corrente mese di luglio, con gli inevitabili riflessi che già si stanno manifestando nella gestione finanziaria del debito verso i fornitori».
Autisti in scadenza
È un’emergenza non di poco conto, visto che il pagamento dei creditori è una clausola fondamentale del concordato. Giampaoletti prosegue segnalando di non disporre ancora «della definitiva versione della deliberazione finalizzata a presentare, entro il prossimo 27 luglio, l’offerta di acquisto da parte di Roma Capitale per gli immobili Bainsizza e Ragusa», ex depositi Atac che il Campidoglio deve comprare per dare un po’ d’ossigeno alle casse dell’azienda. Qualche giorno dopo l’invio di questa nota l’ex deposito di via Ragusa è stato in realtà svenduto a 10,5 milioni all’unico offerente Amazon, per un immobile valutato 14 milioni.
Il dg poi sembra fortemente preoccupato per la forza lavoro. Nella lettera sottolinea che mancano i provvedimenti autorizzativi, da parte di Roma Capitale, «che l’azienda deve acquisire per procedere all’attuazione del piano assunzioni 2021 con particolare riferimento alla trasformazione dei contratti a tempo determinato per il personale aziendale interessato (398 unità di cui 200 autisti, la cui proroga scadrà l’8 agosto». Quindi se il Campidoglio non si muove questi dipendenti fra un po' saranno a spasso con una inevitabile ricaduta sulla qualità servizio e sull’offerta chilometrica, due pilastri su cui si fonda la proposta concordataria.
Rischio commissariamento
Da Atac fanno sapere che non è possibile entrare nel merito di questi aspetti. Giampaoletti precisa però che la lettera non è un attacco alla sindaca Raggi e che nel corso delle ultime settimane ha «intrattenuto una corrispondenza di natura strettamente tecnica sull’azienda di trasporto pubblico con gli uffici di Roma Capitale».
«In merito alle criticità elencate dal direttore generale dell’Atac – spiega l’ufficio stampa del vicesindaco e assessore alla mobilità Pietro Calabrese – gli uffici preposti stanno lavorando per trovare una soluzione. Confidiamo di trovare le coperture finanziarie necessarie e che tutto si risolva nel più breve tempo possibile».
Le richieste sottolineate da Giampaoletti nella nota inviata a Roma Capitale però sono tutte utili e necessarie all’adempimento degli impegni previsti dal piano concordatario che se salta porterà inevitabilmente l’azienda al commissariamento, epilogo che alcuni sindacalisti del settore pensano sia ormai ad un passo. Un finale da scongiurare, anche alla luce del tentativo di risanamento prodotto in questi anni.
I problemi di Atac
La sindaca Virginia Raggi appena eletta nel giugno 2016 si è trovata una municipalizzata al collasso. Il bilancio del 2015 registrava una perdita di 79 milioni. Con un valore della produzione totale di 932 milioni, Atac aveva accumulato negli anni un debito di 1,3 miliardi di euro, di cui 325 milioni verso i fornitori, 182 milioni verso le banche e 429 milioni nei confronti di Roma Capitale. Una situazione che ha costretto Atac a proporre un piano di rientro nel 2017 per scongiurare un’eventuale liquidazione attraverso l’amministrazione straordinaria e ad ottenere appunto, dal tribunale fallimentare di Roma, l’ammissione al concordato preventivo in continuità.
In questi anni però le cose non sembrano essere andate per il meglio e tra bus andati a fuoco, stazioni della metro chiuse per mesi, convogli fermi per mancate manutenzioni e revisioni, è arrivata lo scorso giugno anche la bocciatura della Corte dei conti sulla gestione della municipalizzata. Nel rapporto i giudici hanno sottolineato criticità nella gestione contabile di Atac, nel periodo 2017-2019, pure in relazione al conferimento di incarichi professionali e appalti di servizi. «Il recupero degli equilibri di bilancio – sostiene la magistratura contabile – risulta incerto in ragione di un concorso di fattori causali per la cui gestione è necessaria la massima vigilanza da parte del socio pubblico». La stessa vigilanza chiesta anche qualche giorno fa dal dg Atac nella lettera inviata al Campidoglio.
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