Il commercialista di Berlusconi ha ottime entrature al Mef: il viceministro Leo è un suo amico di vecchia data. A differenza del ministro dello Sport Abodi, che ha vecchie ruggini con il professionista vicino anche alla Santanchè
Non c’è solo il mondo delle scommesse a sollevare dubbi sul nome di Ezio Simonelli alla guida della Lega di A, attuale presidente del collegio di revisori di tre società del gruppo Sisal, che tra le sue attività ha anche le “puntate” sul calcio.
Tra le rivendicazioni prioritarie dell’associazione che riunisce le società calcistiche della massima serie, infatti, c’è la richiesta ai colossi del gioco d’azzardo del versamento di una percentuale sulle giocate sulle partite di pallone. La domanda che molti addetti ai lavori si fanno è: in quale campo giocherà Simonelli, una volta eletto, se dovesse mantenere anche gli incarichi in Sisal? Per questo alcuni rilevano un potenziale conflitto di interessi o quantomeno una questione di opportunità sulla nomina.
Il nome del commercialista è comunque in rampa di lancio per l’assemblea di lunedì 9 dicembre, coronando un sogno inseguito a lungo. Già nel 2013 ci aveva provato, qualche anno dopo ha tentato la scalata alla Lega di B che però ha eletto Mauro Balata. Ambizioni rimaste frustrate.
Ma Simonelli ha lavorato anche per Silvio Berlusconi, ha avuto ruoli in Mondadori. E il conflitto di interessi per via di Sisal potrebbe non essere l’unico motivo di incompatibilità.
Il commercialista è attualmente presidente del collegio dei revisori di Mediaset, che concorre per i diritti televisivi. La serie A deve portare vendere l’esclusiva per la messa in onda delle partite di campionato. I diritti sono stati aggiudicati (fino al 2029) da Dazn con tre partite a turno trasmesse da Sky. La trattativa è stata condotta dall’assemblea della serie A, la cui Lega è presieduta (almeno fino al nuovo numero uno) da Lorenzo Casini. Mediaset, invece, oggi detiene l’esclusiva per le gare di Coppa Italia, con un accordo da 58 milioni di euro all’anno fino alla fine del 2027.
Al prossimo giro, invece, Simonelli potrebbe avere un ruolo di primo piano nelle trattative. Facendo sorgere qualche perplessità visto il suo ruolo in Mediaset. Persone a lui vicine hanno spiegato che, nel caso fosse sollevata la questione, il commercialista non avrebbe problemi a rimuovere i possibili profili di incompatibilità. Per legge ci sono due settimane di tempo per rassegnare le dimissioni dagli altri incarichi.
Amici al governo
Sulla candidatura di Simonelli c’è tuttavia una blindatura da parte del governo. Il suo nome è molto gradito al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che lo ha nominato, nel giugno del 2023, nel consiglio di amministra della Amco, la società che fa capo al dicastero di via XX Settembre e che si occupa della gestione dei crediti deteriorati nell’interesse pubblico.
Un segnale di fiducia verso un professionista che però al Mef ha un altro grande sponsor: il viceministro, Maurizio Leo, l’uomo a cui Giorgia Meloni ha affidato la chiavi per la riforma del fisco. L’esponente di Fratelli d’Italia è amico di vecchia data di Simonelli.
Agli inizi degli anni Duemila i due hanno addirittura pensato di aprire uno studio in società. Idea poi decaduta. Leo e Simonelli per qualche anno ha condiviso, seppure tenendo distinte le loro realtà professionali, lo studio a Roma. E del resto l’attuale viceministro, quando era solo un militante della destra romana, è stato presente all’inaugurazione dello studio aperto da Simonelli a Milano, alla fine della sua esperienza all’interno di Ernst&Young. Chi non stapperebbe lo spumante è invece il ministro dello Sport, Andrea Abodi.
Il nome di Simonelli non gli provoca bei ricordi: nel 2013 la corsa di Abodi alla guida dell’allora Lega calcio è stata stoppata proprio dalla concorrenza del commercialista di fiducia di Berlusconi. Anche se nell’esecutivo e ambienti limitrofi vanta più amici che nemici.
Non ultima, la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Simonelli è stato il suo commercialista, ha gestito peraltro l’omologazione dei debiti per contro di Visibilia (l’azienda finita nella bufera giudiziaria per falso in bilancio). E ha lavorato come advisor fiscale di Bioera nel 2011, l’azienda che fu della ministra dichiarata fallita dal tribunale di Milano nei giorni scorsi. E tra i suoi clienti non poteva mancare Flavio Briatore.
© Riproduzione riservata