Un giro di poltrone che tira in ballo parenti e compagni di: nelle ultime ore diverse promozioni nelle redazioni regionali hanno fatto alzare più di qualche sopracciglio. Soprattutto alla Tgr Lombardia il comitato di redazione ha polemizzato sull’opportunità della promozione di Paola Colombo, moglie del condirettore della Tgr Roberto Pacchetti
L’opportunità a viale Mazzini non è in cima alle priorità, nemmeno per quanto riguarda le promozioni nelle redazioni regionali. Appena consumata la questione del branded content ideato gratuitamente dalla figlia della ministra delle Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati, si apre una nuova vicenda, stavolta all’interno delle redazioni delle testate regionali.
Non sono infatti sfuggite ai colleghi le promozioni accordate ad alcuni giornalisti nelle varie sedi del servizio pubblico sui territori. Il caso che ha fatto più clamore è quello di Paola Colombo, che è stata promossa a vicecaporedattrice nella redazione della Lombardia. Un incarico che corrisponde alla sua professionalità, scrivono i colleghi in un documento assembleare, ma che va incontro a «un problema di opportunità per il legame che Paola ha con il condirettore della Tgr, che ha anche la delega proprio sulla redazione della Lombardia».
Insomma, la qualità del lavoro di Colombo non è in discussione, ma il fatto che sia sposata con Roberto Pacchetti – che dovrebbe occuparsi proprio di quella redazione – crea una circostanza ambigua. Il testo è stato approvato da 41 voti favorevoli. Quelli contrari sono stati sei, poi una scheda bianca e sette astenuti. «Questo rappresenta un vulnus che non possiamo ignorare perché rischia di esporre la testata, l’azienda, la direzione e financo la collega stessa ad attacchi imbarazzanti, interni ed esterni» continua il documento.
Il problema politico
Dalla Lombardia alla Sardegna, dove al centro del dibattito c’è una questione di conflitto di interessi politico. Sembra ormai quasi fatta la nomina a caporedattore di Ignazio Artizzu, fino a qualche settimana fa capo ufficio stampa della Regione Sardegna. Nel 2019 l’allora caposervizio era stato nominato dal presidente di Regione di area leghista Christian Solinas nell’incarico che ha ricoperto fino a fine luglio. Artizzu ha alle spalle anche una militanza politica, prima con Alleanza nazionale e poi con il Partito sardo d’azione, quello di Solinas: alle ultime regionali era stato il primo dei non eletti.
Poi, la decisione di lasciare l’incarico e rientrare dall’aspettativa: a poche ore dal suo ritorno in redazione, il caporedattore in carica viene trasferito e si apre un job posting, una ricerca interna all’azienda, per la guida della redazione: Artizzu si è candidato e ora potrebbe fare un doppio salto di carriera, simile a quello di sua moglie, Incoronata Boccia, che da vicecaporedattrice del Tgr Sardegna in estate è diventata vicedirettrice del Tg1 di Gian Marco Chiocci. Senza dimenticare che in Regione si vota tra pochi mesi, e Solinas veleggia abbastanza serenamente verso la ricandidatura per il centrodestra.
La strategia della destra
Il giro di nuovi incarichi nelle sedi locali decisi dai vertici di viale Mazzini sembra destinato a chiudersi come un nuovo trionfo per la destra, che potrebbe uscire dalla partita con un 5-0. La sinistra sembra infatti destinata a perdere anche il timone della redazione di Bologna: la ciliegina sulla torta, dopo che in Veneto ha preso il comando Elisa Billato, caposervizio in buoni rapporti con il direttore generale Giampaolo Rossi, in Friuli-Venezia Giulia si è insediato Paolo Roncoletta, vicecaporedattore pordenonese che raccoglie il favore degli ambienti leghisti. Oltre alla Sardegna, anche la Calabria dovrebbe andare alla destra, mentre sembra che in Emilia-Romagna possa arrivare addirittura un collega della Tgr Lombardia: tra i nomi più quotati c’è infatti quello di Fabio Maritano, anche lui con una solida militanza politica di destra alle spalle.
Il terreno non sarà comunque ostile per quando Alessandro Casarin, classe 1958 e direttore della Tgr dal 2018, concluderà il suo mandato. Nei prossimi mesi, la sua successione diventerà un tema per i vertici di viale Mazzini, anche se la testata è saldamente in mano leghista: d’altra parte al fianco di Casarin c’è da tempo proprio Pacchetti, nome più quotato per la successione, che gode del gradimento del Carroccio.
© Riproduzione riservata