Gli Stati Uniti fanno sapere che non sono intenzionati a interrompere le relazioni con Mosca ma devono essere «imposti dei costi quando il comportamento della Russia». Nel frattempo, Navalny è ancora in carcere condannato per riciclaggio
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni nei confronti di sette funzionari russi ritenuti coinvolti nell’avvelenamento dell’oppositore Aleksej Navalny. La decisione è stata presa dopo una recente indagine dell’intelligence americana che ha constatato come dietro l’avvelenamento ci sia il governo di Mosca.
I funzionari americani hanno affermato che le misure restrittive sono state prese in coordinazione con l’Unione europea e hanno chiesto, ancora una volta, alle autorità russe di rilasciare Navalny, che è stato arrestato e detenuto all’aeroporto di Mosca al suo rientro dalla Germania.
L’oppositore politico di Vladimir Putin si trovava a Berlino in convalescenza dopo il presunto avvelenamento avvenuto a fine agosto. Al suo rientro in Russia è stato immediatamente incarcerato e il tribunale di Mosca lo ha condannato a tre anni e sei mesi per riciclaggio.
Biden ha adottato un approccio più duro nei confronti della Russia, rispetto a quello del suo predecessore Donald Trump. Tuttavia, come riportato dalla Reuters i funzionari statunitensi hanno affermato di non voler «interrompere le relazioni con la Russia».
«Crediamo che gli Stati Uniti e i nostri partner – hanno aggiunto – debbano essere chiari e imporre dei costi quando il comportamento della Russia attraversa i confini che sono rispettati dalle nazioni responsabili».
Le proteste
Dopo l’arresto di Navalny, migliaia di cittadini si sono riversati nelle vie centrali di Mosca per chiedere il rilascio del loro leader e denunciare le violazioni dei diritti umani perpetrate dal Cremlino. Durante le manifestazioni sono state arrestate migliaia di persone, tra queste anche la moglie dell’oppositore politico, Yulia Navalnaya, che dopo qualche ora è stata rilasciata. A causa della repressione, Navalnaya è volata a Francoforte il mese scorso dove ha detto di rimanere per un periodo indefinito.
Le sanzioni
Anche l’Unione europea ha chiesto a più riprese alle autorità russe di liberare Navalny e attraverso il suo parlamento ha approvato un testo unico con il quale sono state imposte nuove sanzioni ad alcuni funzionari del Cremlino. Nel testo, i parlamenti hanno chiesto anche lo stop dei lavori del Nord Stream 2 il gasdotto che dalla Russia trasporta il gas naturale in Europa.
Il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, ha fatto sapere che avrebbe interrotto le relazioni diplomatiche con l’Unione qualora fossero state approvate nuove sanzioni contro il suo paese. Già il mese scorso, il governo russo ha espulso tre diplomatici europei “colpevoli” di avere partecipato alle manifestazioni.
La polemica
Recentemente, Amnesty International che da sempre ha supportato Aleksej Navalny ha ritirato lo status di prigioniero di coscienza al dissidente russo per alcune sue dichiarazioni xenofobe contro i migranti, definiti da lui come degli «scarafaggi».
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