Il presidente turco ha provato a rovesciare il risultato delle elezioni municipali ma questa volta il tentativo non è andato a buon fine a causa di manifestazioni pacifiche che hanno costretto Erdogan al dietro front
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha provato ancora una volta a rovesciare il risultato delle elezioni municipali, come già successo nel 2019, ma questa volta il tentativo non è andato a buon fine.
Tutto è iniziato pochi minuti prima della chiusura delle liste per le elezioni municipali del 31 marzo, quando la Corte suprema aveva revocato i diritti politici di Abdullah Zeydan, esponente nelle città di Van del partito Dem, la sigla sotto cui si sono riuniti gli esponenti dell’Hdp, la formazione filo-curda chiusa per vie legale con l’accusa strumentale di legami con il terrorismo.
Zeydan era stato condannato a quasi tre anni proprio per legami con il terrorismo, un’accusa usata frequentemente dal governo per mettere a tacere l’opposizione, ma era stato riammesso alla vita politica dal Comitato elettorale (Ysk).
Il candidato del Dem ha poi vinto le elezioni con il 55 percento delle preferenze, superando l’esponente del partito di governo, Abdulahat Avraz, fermatosi al 27 percento. Due giorni dopo, però, la Commissione elettorale locale ha ribaltato l’esito delle elezioni facendo riferimento alla sentenza della Corte suprema e affidando così il controllo della municipalità al candidato dell’Akp.
Lo schema seguito dalla Commissione non è nuovo nel sud-est. Dopo le elezioni del 2019, in cui l’allora Hdp aveva ancora una volta vinto in tutta la regione, centinaia di sindaci sono stati arrestati con l’accusa di legami con il terrorismo o di propaganda terroristica e al loro posto sono stati installati esponenti fedeli al governo. Il processo di sostituzione è andato avanti per anni senza che il partito curdo fosse in grado di ribaltare le sentenze, ma questa volta il risultato è stato diverso.
Alla decisione del Comitato elettorale locale hanno fatto seguito numerose proteste in tutto il sud-est, a partire dalla città di Van, mentre il Dem ha fatto ricorso per ripristinare il risultato delle urne, accusando il governo di un tentativo di colpo di Stato.
Le manifestazioni si sono mantenute pacifiche, ma le forze dell’ordine hanno risposto con la forza e con l’arresto di centinaia di persone in tutto il sud-est. Quarantotto ore dopo, però, è arrivato il passo indietro delle autorità, che hanno ripristinato la candidatura di Zeydan e riconosciuto la sua vittoria a Van.
Il ruolo del Chp
A giocare a favore del Dem è stata anche la presa di posizione del Chp, il principale partito di opposizione di ispirazione laica e nazionalista uscito come vero vincitore a livello nazionale dalle consultazioni municipali. Il suo segretario, Ozgur Ozel, ha condannato la mossa del ministero della Giustizia, definendola «un’imboscata contro la volontà della popolazione di Van». Il Chp ha anche inviato una delegazione di parlamentari nella città curda in segno di solidarietà, una decisione senza precedenti per il partito kemalista e che fa riflettere sull’importanza delle elezioni di marzo e sugli effetti di lungo periodo sul panorama politico turco.
«Il governo ha provato di nuovo a ribaltare i risultati elettorali come già fatto dopo le consultazioni del 2014 e poi del 2019, ma si è reso conto di non poterlo fare», spiega Riccardo Gasco, Visiting Research Fellow all'università Sabanci di Istanbul e dottorando dell’Università di Bologna. «Quello che è accaduto a Van è un segno di debolezza da parte del governo. Pare chiaro che sarà più difficile utilizzare schemi del passato per mettere in difficoltà l’opposizione».
Gasco sottolineata anche l’importanza della reazione arrivata dal Chp. «Il partito sembra aver adottato un atteggiamento più duro nei confronti di avvenimenti come questi rispetto al passato e il cambiamento di leadership suggerirebbe una nuova posizione su questi temi, probabilmente attesa da tempo».
Il partito è guidato da meno di un anno da Ozgur Ozel, esponente dell’ala più giovane e riformista del Chp subentrato a Kemal Kilicdaroglu dopo la sua sconfitta a giugno del 2023 alle elezioni presidenziali. «Resta da vedere se riusciranno a continuare su questa strada depolarizzante ed inclusiva, che risulterebbe fondamentale in una corsa già proiettata al 2028».
Dopo le elezioni municipali, gli occhi sono puntati sulle consultazioni presidenziali previste tra quattro anni. Il Chp potrebbe presentarsi con il sindaco di Istanbul, Ekrem Imomoglu, eletto nuovamente a primo cittadino e considerato una figura più carismatica e moderna rispetto a Kilicdaroglu, mentre non è ancora noto chi prenderà il posto di Erdogan alla guida dell’Akp.
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