Il 29enne è partito nel 2021 per l’Italia su una barca con altre 170 persone. Respinto a Tripoli, è stato arrestato e torturato. Il tribunale di Roma ha chiesto il rilascio di un visto, accertando la responsabilità del nostro paese anche se non ha effettuato materialmente il soccorso: una decisione che «scardina una prassi delle autorità marittime italiane, che spingono i libici a riportare indietro le persone in fuga, anche con violenza», spiega Asgi