Lo spietato e feroce delitto sconvolge Palermo. Il boss Giovanni Bontate sceglie di rompere il silenzio affermando di comprendere il dolore dei genitori ma di rifiutare l’ipotesi che “un simile atto di barbarie ci possa sfiorare”, così implicitamente ammettendo l’esistenza e l’associazione a un’organizzazione mafiosa