Grazie alla mappatura di Debería desaparecer, sappiamo che sul territorio rimangono ancora più di 6mila statue, lapidi, iscrizioni, nomi di strade e piazze che inneggiano al colpo di Stato del 1936, alla guerra civile e ai successivi 36 anni di dittatura: «Facciamo il lavoro che avrebbe dovuto fare lo stato», racconta l’ideatore della piattaforma. La società rimane divisa tra chi tratta la memoria come esercizio democratico, chi ritiene inutile aprire ferite del passato e chi addirittura rimpiange quel periodo storico