L’attivista rom e gay ha organizzato a Pécs il primo Pride rurale, sfidando il divieto del governo Orbán. Licenziato dalle istituzioni pubbliche, racconta la sua battaglia per i diritti umani e la libertà in un paese dove manifestare diventa resistenza civile: «Sempre meno persone osano attivarsi per le conseguenze che ne derivano». Per la prima volta nella storia dell’Ue una persona rischia fino a un anno per aver difeso i diritti umani