«A Roma abbiamo poche autobotti, se scoppiano tanti incendi come quest’estate, tra il verde urbano e i parchi, dobbiamo chiedere di rinforzo le botti del servizio giardini del comune che arrivano con lentezza perché non hanno la sirena e hanno poca pressione, una “pisciatina” d’acqua per irrigazione con cui è davvero difficile spegnere le fiamme».

«A Pistoia c’è un’autogrù vecchia di trent’anni ancora in funzione, è una barzelletta, quando le squadre partono con quella non sanno mai come andrà a finire». I racconti di due vigili del fuoco operativi, uno romano e l’altro toscano, accompagnano le ultime settimane di un’estate torrida.

Secondo l’European Forest Fire Information System, il sistema di monitoraggio satellitare europeo delle superfici devastate dal fuoco, in Italia, fino alla fine di agosto, si sono verificati oltre 387 incendi di vaste proporzioni, 5 al giorno dall’inizio della stagione calda.

A questi vanno aggiunti i più piccoli, quelli di sterpaglia ai margini delle strade e vicini alle case, le frane, le trombe d’aria. Ma i pompieri devono occuparsi anche degli incidenti stradali e della sicurezza dei voli, oltre a quella di teatri e manifestazioni varie. «Il pompiere paura non ne ha», è il ritornello di una canzone cara al corpo, devoto a Santa Barbara. Però nella coda dell’estate si ritrova un bel po’ stremato. Dalla Sicilia, nelle ultime due estati epicentro dei roghi, è iniziata la protesta di Cgil Cisl e Uil di categoria per le «condizioni di lavoro al limite della sopportazione».

Le richieste

Il sindacato Usb ha indetto per oggi uno sciopero nazionale. Doveva essere uno sciopero climatico, un po’ come quello degli operai che quest’estate hanno protestato per l’assenza di condizionatori in fabbrica. È stato però sospeso dalla commissione di garanzia sul diritto di sciopero e quindi trasformato in un flash mob a Roma oggi con spostamento dello sciopero al 1° ottobre.

Le rivendicazioni non riguardano aumenti in busta paga: il nuovo contratto è entrato in vigore il 1° settembre e un pompiere esperto guadagnerà circa 1.700 euro, indennità incluse.

Le richieste sono essenzialmente assunzioni di personale in pianta stabile e strumenti di intervento moderni per affrontare l’esposizione ai rischi del clima che cambia, visto che ci sono loro in prima linea. La professione, vissuta come una missione dai singoli, sta diventando sempre più pericolosa. «Quando c’è stato l’incendio al parco del Pineto due dei nostri sono svenuti per il gran caldo», racconta il vigile romano che si definisce «apolitico».

Anche secondo FpCgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf mancano 40mila unità operative e 5mila di ruolo tecnico professionale. Considerando che in pianta organica sono quasi 35mila, di cui 1.200 dirigenti, si tratterebbe di un raddoppio. Non la stessa scala di grandezza delle assunzioni messe in agenda dal governo: duemila nuove unità, che andranno a colmare i pensionamenti arrivando così a somma zero.

«Ci sono altre cose che non vanno – dice Claudio Mariotti, capo squadra e delegato sindacale dell’Usb in Toscana – a cominciare dai dirigenti. Hanno stipendi doppi e tripli dei nostri, sono laureati, quasi tutti ingegneri, certo, ma guadagnano anche in virtù del bonus annuale che ottengono risparmiando sul personale e sul parco mezzi. Nella stessa logica manageriale che si vede applicata anche nella sanità si preferisce aggiustare un mezzo vecchio piuttosto che chiedere al comando regionale, che è il nostro centro di costo, di poterne acquistare uno nuovo. Credo che il caso limite sia a Pistoia, dove un mezzo anfibio che risale all’alluvione del 1966 a forza di riparazioni è costato qualcosa come 140mila euro».

Mezzi e assicurazioni

Analogamente ai poliziotti, i vigili non sono iscritti all’Inail e hanno altre forme di assicurazione anti infortunistica con valutazione di apposite commissioni, anche se Laura Lega, che è a capo del dipartimento dei vigili del fuoco del Viminale, assicura che l’Inail verrà coinvolto nella creazione di un nuovo osservatorio sulle malattie professionali dei vigili istituito con il nuovo contratto. Lega sottolinea che il corpo che dirige è «un’eccellenza a livello internazionale» e che il governo sta facendo di tutto per potenziarlo sia abbattendo l’anzianità dei mezzi meccanici in dotazione – ora l’età media è di 13 anni, solo cinque anni fa era di 17 – sia con una immissione importante di organici aggiuntivi. «Proprio perché non ci sfugge che stiamo affrontando uno scenario drammatico di cambiamento climatico», precisa. Ammette però che si tratta di «una lotta» per rimpinguare i capitoli di spesa.

Nel Pnrr ci sono 424 milioni di euro per sostituire 3.800 mezzi meccanici, sia leggeri che pesanti, con veicoli green, dai pick up a motore elettrico alle autopompe a biometano. Ci sono però ritardi a causa della difficoltà delle aziende produttrici sulle forniture. «Ci stiamo adoperando per accelerare il potenziamento del corpo su tre assi – spiega Lega – cioè uomini, mezzi e sedi. In particolare vogliamo creare entro la prossima estate 31 nuovi presidi rurali, vicine ai parchi e nelle isole minori più a rischio incendi, per ora ne abbiamo fatti partire sette».

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