Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci del lavoro svolto dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2 presieduta da Tina Anselmi


Le due informative successive (luglio 1945 e gennaio 1946) contengono molte notizie sui trascorsi del Venerabile. Lette in parallelo con le informative contenute nel fascicolo inviato dalla questura di Pistoia, relative agli stessi anni, e con il fascicolo inviato dal Tribunale di Pistoia, ci consentono la seguente ricostruzione.

1936 - Gelli si arruola volontario nell'ex M.V.S.N. proveniente dalla G.I.L. Partecipa alla guerra di Spagna.

1940 - Si iscrive al Partito nazionale fascista, proveniente dai G.U.F.

1942 - È chiamato a Cattaro (Iugoslavia) da Alzona, ex federale di Pistoia. Qui diviene uomo di fiducia di Parini, segretario dei fasci italiani all'estero. Resta a Cattaro fino al 25 luglio 1943.

1943 - Aderisce alla Repubblica sociale italiana. È uno dei primi a costituire a Pistoia il fascio repubblicano. Diviene ufficiale di collegamento con le SS. È attivo nel rastrellamento dei prigionieri inglesi e degli antifascisti. Fa arrestare il parroco di San Biagio in Cascheri che a suo dire avrebbe favorito alcuni di essi. Capeggia le squadre per il rastrellamento dei renitenti alla leva; è complice dell'arresto di quattro di essi, poi fucilati nella fortezza di Pistoia.

1944 - 26 giugno. Partecipa, con la formazione partigiana di Silvano Fedi, all'attacco alle carceri giudiziarie di Pistoia, Villa Sbertoli, che consentì la liberazione di 57 detenuti politici e di due ebrei.

1944 - 28 agosto. È ucciso il commissario capo di PS presso la questura di Pistoia, Giuseppe Scripilliti, che collaborava con i partigiani. Gli fu teso un agguato proprio mentre stava portando al capo partigiano Silvestro Dolfi un elenco di fascisti repubblicani e di collaboratori dei tedeschi. Gelli fu coinvolto in questo delitto dalle deposizioni rese nel 1947 da Dolfi, al quale il nominativo di Gelli come sicario di Scripilliti era stato fatto da un altro partigiano, Michele Simoni. Il Simoni però, in seguito alle indagini personalmente compiute, modificò in un secondo tempo i suoi convincimenti e ritenne Gelli estraneo al delitto.

1944 - settembre. Dopo la liberazione di Pistoia, Gelli è oggetto di rappresaglie: l'11 novembre è aggredito in piazza San Bartolomeo. 1944 - 2 ottobre. Primo attestato di Carobbi (carta di libera circolazione).

1945 - 12 gennaio. Secondo attestato di Carobbi. 1945 - 4 febbraio. Sul settimanale La Voce del Popolo appare un articolo intitolato: «Un chiarimento del CPLN». Si giustifica il rilascio dell'attestato del 2 ottobre 1944.

1945 - febbraio. Ritornando clandestinamente dalla Sardegna è arrestato nei pressi di Lucca dalla polizia militare alleata.

1945 - 22 marzo. La procura del Re di Pistoia emette nei suoi confronti mandato di cattura per i delitti commessi durante il regime fascista (sequestro di Giuliano Bargiacchi, figlio di un collaboratore dei partigiani).

1945 - 21 aprile. È condannato in contumacia dal tribunale di Pistoia a due anni e sei mesi di reclusione per sequestro di persona e furto.

1945 - 11 settembre. In relazione al sequestro Bargiacchi è arrestato a La Maddalena.

1946 - 20 marzo. Sempre per lo stesso episodio ottiene la libertà provvisoria ed è rinviato da La Maddalena a Pistoia.

1946 - 25 marzo. Il procedimento penale presso la corte d'assise straordinaria provocato da una denuncia del colonnello dell'aeronautica Ferranti Vittorio (a suo dire Gelli avrebbe organizzato rastrellamenti di prigionieri inglesi), è trasmesso, con la richiesta di proscioglimento per insufficienza di prove, alla corte d'appello di Firenze che dispone invece l'istruttoria formale.

1946 - 1° ottobre. In relazione al sequestro Bargiacchi è assolto dalla corte d'appello di Firenze perché il fatto non costituisce reato. 1946 - 30 novembre. Nella cartella biografica intestata a Licio Gelli presso la prefettura di Pistoia leggiamo, nel riquadro riservato alla situazione economica: «Nullatenente. E aiutato dai parenti, mentre egli si industria con il piccolo commercio».

1947 - 7 gennaio. E’ iscritto nel Casellario politico centrale del Ministero dell'interno e sottoposto ad «attenta vigilanza».

1947 - 27 gennaio. Il processo penale iniziato a seguito della denuncia di Ferranti si conclude con sentenza assolutoria per amnistia della sezione istruttoria della corte d'appello di Firenze.

1947 - 11 settembre. Ottiene il passaporto per la Francia, Spagna, Svizzera, Belgio ed Olanda.

1948 - 9 luglio. Per quanto concerne la posizione del CPC, la vigilanza è ridotta da «attenta» a «discreta».

1949 - 12 aprile. Il tribunale di Pistoia lo condanna all'ammenda di lire 1.400 per contrabbando e frode dell'IGE. La pena è sospesa. 1950 - 24 marzo. È radiato dal CPC.

Questo è dunque il quadro che emerge dalle informative precedenti il settembre 1950.

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