Anche in Germania gli occhi di tutti gli osservatori sono rivolti a Bruxelles, dove Olaf Scholz sta facendo il suo gioco. Con pochissime carte in mano, mentre il suo partito gli complica la vita in casa. La sua strategia è di sostenere Ursula von der Leyen come presidente della Commissione - con un occhio di riguardo per la Germania - e trattare da mediatore per issare Antonio Costa alla guida del Consiglio europeo.

Diamo poi un'occhiata al clima sul territorio, dove i partiti di governo rischiano di prendere la prossima batosta elettorale in autunno.

LA PARTITA PIÙ IMPORTANTE DI SCHOLZ

Dopo il devastante risultato delle europee e un G7 tutto sommato dimenticabile, la prossima sfida che si apre di fronte a Olaf Scholz è la trattativa per i top job europei. Un compito che si fa più arduo visto il controcanto con cui deve fare i conti in Germania, nello specifico nel suo stesso partito.

Il problema maggiore con cui si deve confrontare il cancelliere in questo momento è il futuro della coalizione Semaforo. Alle prossime elezioni manca ancora un anno abbondante e molti osservatori vedono nella prossima legge di bilancio, che va chiusa entro il 3 luglio, l'ultima possibilità per Spd, Verdi e liberali di mostrarsi come capaci a proporre una politica che conquista l'elettorato. Trovate la nostra analisi completa qui.

IL CLIMA NON È BUONO

Continua l'ondata di violenza politica in Germania. Dopo le aggressioni di fine campagna elettorale, nei giorni scorsi in Meclemburgo Pomerania anteriore due bambine nere sono state attaccate da un gruppo di giovani. Nel tardo pomeriggio le due ragazze di otto e dieci anni sono state aggredite da una ventina di giovani adulti, che hanno bloccato loro la strada: dopo poco sono intervenuti i genitori delle due bambine, il padre e una delle sue due figlie sono stati portati in ospedali per lesioni non gravi.

Nella piccola Grevesmühlen la comunità è rimasta colpita dal movente razzista dell'aggressione: secondo quanto riporta la stampa tedesca molti abitanti provano profonda vergogna. È già in programma una manifestazione di solidarietà sul luogo dell'aggressione.

Verosimilmente il clima non migliorerà a stretto giro e l'immigrazione sarà uno dei temi più rilevanti dei prossimi mesi e della campagna elettorale dell'anno prossimo. Anche la Spd sta definendo la sua strategia in questo campo in vista delle elezioni del 2025: soprattutto l'ala destra del partito vorrebbe una linea più chiara da parte del cancelliere su questo punto. Ma i piani per imporre una svolta securitaria di Berlino rischiano di incontrare parecchi ostacoli: un primo parere del ministero dell'Interno - la cui capa socialdemocratica Nancy Faeser aveva espresso interesse nei confronti del progetto albanese di Giorgia Meloni e di quello in Ruanda di Rishi Sunak - smonta la possibilità di organizzare accoglienza ed eventuali rimpatri in stati terzi.

La ragione sta sia in questioni legali, sia in motivazioni di fattibilità. In un'esclusiva la Tagesschau illustra i contenuti del documento: con il Regno Unito c'è una differenza di quadro normativo, visto che Londra è ormai fuori dall'Unione europea, mentre il caso italiano si distingue da quello di Berlino per il fatto che i migranti non sono in mare quando vengono trasferiti in un paese terzo ma hanno già raggiunto il territorio tedesco.

Ma il parere solleva anche questioni di fattibilità: ci sono dubbi sulla validità che si crei davvero un deterrente per evitare ulteriori migrazioni. C'è anche un tema economico, per cui il documento fa riferimento a notizie di stampa italiane che rivelano come le spese per la gestione dei centri in Albania lieviteranno rispetto a quelli in attività in Italia. Senza considerare le eventuali difficoltà che riguardano il rimpatrio da un paese terzo verso i paesi d'origine e al rischio di affidarsi totalmente a realtà estere per la gestione della migrazione.

L'ORIZZONTE DELL'EST

Subito dopo la pausa estiva la coalizione di governo torna a rischiare grosso. Il primo settembre, come vi abbiamo già anticipato, si vota in tre Land della Germania orientale: Turingia, Brandeburgo e Sassonia. L'estrema destra ha avuto ottimi risultati alle europee, ma ora il focus si sposta sui partiti di governo: lo Spiegel si chiede cosa possano offrire la Spd e il cancelliere all'est. Il grido di dolore degli amministratori socialdemocratici della Germania orientale si alza già da tempo. Molti non si sentono ascoltati da Berlino: una realtà capovolta, considerato che tradizionalmente - prima dell'exploit di AfD e di BSW - l'est votava a sinistra. Per anni anche la Linke aveva una base solida in quei Land, oggi rischia di scomparire.

I governatori dei Land orientali, per ora ancora tutti appartenenti ai partiti tradizionali, che oggi hanno incontrato il cancelliere a Wittenberg sono preoccupati per la tenuta unitaria del paese e per il clima agitato che si registra a est e si aggiunge a un'aperta ostilità nei confronti dei partiti di maggioranza. Il governatore uscente del Brandeburgo, il socialdemocratico Dietmar Woidke, ha denunciato una mancanza di comunicazione dell'intera politica nei confronti dell'elettorato orientale. I cittadini cercherebbero "risposte che non siamo stati abbastanza bravi a dare". Un altro tema è la riforma della sanità proposta dal ministro federale della Salute Karl Lauterbach: l'intervento sul sistema ospedaliero secondo alcuni governatori mette a rischio la copertura delle zone più remote. Tutti temi che vanno affrontati a stretto giro per dare ulteriore corda ad AfD e Bündnis Sahra Wagenknecht.

In un'ampia analisi Deutschlandfunk passa poi in rassegna le principali motivazioni che hanno spinto le persone a scegliere AfD alle ultime elezioni europee. Per esempio nel Brandeburgo i due temi che preoccupano di più l'elettorato sono l'immigrazione e la guerra in Ucraina. Ci sarebbe una grande ostilità nei confronti di ulteriori invii di aiuti militari a Kiev e la popolazione si sente sopraffatta dall'arrivo di altri migranti. Un'ulteriore questione aperta è una continua richiesta di adattamento, secondo gli osservatori: le persone che vivono all'est stanno sperimentando situazioni sempre nuove a cui si devono adeguare continuamente dalla riunificazione del 1990.

SOGLIA SCAVALCATA

Chiudiamo con un'ultima notizia sul fronte della difesa. Per la Nato, infatti, il 2024 sarà il primo anno in cui la Germania scavalcherà la soglia della spesa del 2 per cento del Pil in fondi destinati alla difesa fissata nel 2014. Si tratta di una cifra alla soglia dei 91 miliardi di euro: molto oltre le attese, ma comunque piuttosto poco se paragonato per esempio alle spese degli Stati Uniti. Sono 23 i paesi dell'alleanza atlantica che sono in linea con le richieste di spesa fissate dalla Nato.

La cifra destinata all'esercito da Berlino è pari al 2,12 per cento del Pil, un salto di qualità dovuto principalmente allo scoppio del conflitto in Ucraina. La Zeitenwende attualmente in mano a Boris Pistorius procede comunque con una certa lentezza: nonostante il grande consenso che circonda il ministro della Difesa - considerato l'unico eventualmente in grado di sfidare il cancelliere - rimettere in sesto l'esercito tedesco si sta rivelando molto più complicato del previsto.

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