Cominciamo l'ultima settimana in cui la Cannabis è illegale in Germania. Dal primo aprile detenzione e coltivazione saranno - per quantità limitate - finalmente legali. Continuiamo con un'altra notizia che sa di socialdemocrazia: la vittoria sindacale della Gdl. Si tratta della sigla che negli ultimi mesi ha trattato a nome dei ferrovieri con Deutsche Bahn, promuovendo parallelamente i frequenti scioperi che ha ottenuto quel che chiedeva. Torniamo poi brevemente sui fatti del Covid, per chiudere con un inaspettato addio alla politica.

bubatz wird legal

Dal primo aprile la coalizione semaforo trasforma in realtà una delle proposte più popolari contenute nel suo contratto di coalizione: la legalizzazione della Cannabis per uso ricreativo.

Dopo il via libera del Bundesrat, non ci sono più ostacoli alla depenalizzazione del "Bubatz". Le nuove regole prevedono limiti sulla quantità che si può detenere e sul numero di piante che si possono coltivare. Anche i luoghi in cui si può consumare Cannabis in pubblico saranno regolamentati, e l'acquisto avverrà presso rivenditori autorizzati.

All'ultimo il governatore della Sassonia aveva cercato di bloccare il provvedimento con una commissione di approfondimento, ma la sua proposta non ha ottenuto la maggioranza necessaria.

Sarà quindi legale il possesso di fino a 25 grammi per consumo personale. Si potranno coltivare tre piante in casa, dove sarà possibile possedere 50 grammi, mentre sarà vietato fumare nella vicinanza di scuole e impianti sportivi.

ferrovieri vincenti

La Deutsche Bahn è scesa a patti con il sindacato dei ferrovieri Gdl, che ha ottenuto il via libera su una settimana lavorativa da 35 ore a partire dal 2029 a parità di salario. Il compromesso arriva a valle di settimane di scioperi in cui i ferrovieri hanno incrociato le braccia e creato problemi rilevanti alla circolazione in Germania. Nel 2026 la durata della settimana lavorativa scenderà a 37 ore, nel 2028 a 35,5.

L'azienda ha accettato di mantenere il salario costante, ma ha proposto un modello di scelta individuale, in cui l'orario obbligatorio sarà sì progressivamente ridotto, ma chi continuerà a lavorare più ore - ne sono possibili fino a 40 - guadagnerà anche di più. Il sindacato ha ottenuto anche un aumento dei compensi sganciato dalla riduzione dell'orario: l'accordo dovrebbe evitare ulteriori scioperi e la Gdl ha siglato una "tregua" fino a fine febbraio 2026.

scoprire fatti noti

Il magazine online di destra Multipolar ha ottenuto grazie a una richiesta di accesso agli atti i protocolli del Robert Koch Institut del periodo Covid. Si tratta dell'ente che ha preso tutte le decisioni in termini di osservazione e valutazione della pandemia, mentre le scelte politiche sono da ricondurre al governo dell'epoca.
Nonostante ciò, non manca l'interesse - soprattutto da parte dell'area no-vax e no-mask della popolazione - per il contenuto dei protocolli. Tutta l'opinione pubblica è però ovviamente interessata all'analisi del periodo pandemico e alla metabolizzazione degli avvenimenti di quei mesi, soprattutto per togliere a chi fa illazioni su potenziali abusi o misure eccessive da parte della politica la possibilità di far crescere le proprie teorie.
Le aspettative dei no-vax e no-mask rischiano però di rimanere deluse. Già nei primi giorni dopo la pubblicazione della rilevante mole di documenti, infatti, i giornali parlano di "uno scandalo che non c'è".

addio doloroso

Uno dei politici più popolari - anche in termini di seguito sui social network - della Spd ha deciso di gettare la spugna. L'addio del presidente della commissione Esteri Michael Roth arriva inatteso, che ha spiegato di "non avere più voglia".
La ragione sarebbe in un progressivo allontanamento dal suo partito e dall'impegno politico in generale: Roth è al Bundestag dal 1998, ma di recente dice di non ritrovarsi più nel clima delle riunioni di partito, che paragona a un "frigorifero".
A logorarlo in particolar modo, ha detto il deputato, è stato il dibattito sul conflitto in Ucraina nel suo partito. Da sempre al fianco di Kiev e pronto a offrire tutto l'aiuto - anche militare - necessario, una posizione non proprio popolarissima all'inizio del conflitto, Roth si è messo in rotta di collisione con chi nel partito non aveva la stessa sensibilità. Tanto che qualche collega di partito è arrivato perfino a togliergli il saluto. La pressione è diventata talmente tanta che a inizio 2022 ha deciso di ritirarsi dall'attività politica per alcuni mesi allo scopo di riprendersi da un burn out. Ora, sembra, è arrivato invece il momento di dire addio a Berlino in maniera definitiva.

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