Nella sua vita da supermiliardario, Elon Musk ha vissuto decisamente momenti migliori. Il fondatore di Tesla e proprietario di Twitter è atteso presto in Italia, dove sarà il super ospite di Atreju, la festa dei giovani di FdI, ma nel frattempo da un capo all’altro del suo impero si moltiplicano i guai. 

L’ultimo della serie è il ritiro di ben due milioni di vetture a guida semiautomatica prodotte da Tesla, dopo alcuni incidenti negli Stati Uniti, dove la sperimentazione di questo tipo di veicoli è in una fase più avanzata. Tesla ha quindi annunciato che c’è bisogno di ulteriori controlli nei sistemi di guida autopilot, e provvederà ad aggiornare i software presenti nelle vetture in questione, tutti modelli prodotti fino al 7 dicembre 2023, per rendere più sicura l’esperienza di guida semiautonoma, assicurandosi che il conducente resti sempre vigile.

Coloro che hanno già acquistato le vetture incriminate quindi non dovranno restituire il veicolo, né portarlo dal meccanico, ma aspettare l’aggiornamento del software che gestisce l’autopilot. La decisione di Tesla arriva in seguito alle indagini della National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa), l’agenzia federale del governo statunitense che si occupa della sicurezza stradale, e che a partire dal 2021 ha preso in analisi 956 incidenti – alcuni di questi mortali –  provocati da veicoli che avevano attivato la guida semiautomatica.

Tesla ha contestato questi dati, sostenendo che con il sistema autopilot inserito il numero di incidenti diminuisce, mentre la Nhtsa accusa l’azienda automobilistica di fare pubblicità ingannevole: il fatto di non dover mettere le mani sul volante non implica per il conducente la possibilità di starsene tranquillo a guardare il paesaggio, leggere un libro o schiacciare un pisolino, ma deve sempre e comunque prestare attenzione. In questo modo crollerebbe il mito dell’auto a guida automatica propugnata come una rivoluzione copernicana dallo stesso Musk, ma si ridurrebbe tutt’al più a un sistema di guida assistita. Un discreto ridimensionamento.

Ma il ritiro delle due milioni di vetture non è l’unica gatta da pelare per Elon Musk in questo periodo. È notizia di questi giorni, infatti, il rinvio da parte di SpaceX (l’agenzia spaziale di proprietà dello stesso Musk) del lancio dell’aereo spaziale X-37B, in dotazione alla Us Space Force e alla settima missione in orbita. «Il decollo della missione denominata USSF-52 è stato posticipato per eseguire ulteriori controlli del sistema», ha spiegato SpaceX in un tweet.

Tesla deve affrontare ulteriori battute d'arresto anche in Svezia, dove il sindacato svedese dei lavoratori dei trasporti ha annunciato che i suoi iscritti smetteranno di raccogliere i rifiuti nelle officine Tesla il 24 dicembre, a meno che l’azienda non firmi un contratto collettivo nel paese. Già dalla fine di ottobre i meccanici dei centri di riparazione Tesla hanno iniziato uno sciopero per protestare contro il rifiuto della casa automobilistica di iscriversi al sistema di contrattazione collettiva. «Lo stiamo facendo per proteggere l'integrità dei contratti collettivi svedesi e del modello del mercato del lavoro svedese. Tesla non può contrastare la norma nel mercato del lavoro svedese», ha detto Tommy Wreeth, capo del sindacato dei trasporti.

A riprova del rapporto complicato – per usare un eufemismo – tra Elon Musk e le organizzazioni sindacali.

Il miliardario sudafricano, come se tutto questo non bastasse, è atteso in questi giorni in un tribunale di San Francisco, dove la Securities and Exchange Commission (Sec), l’autorità di controllo della borsa americana, gli chiederà di testimoniare di nuovo per la sua indagine sulla sua acquisizione di Twitter da 44 miliardi di dollari, dopo averlo già citato in giudizio nei mesi scorsi.

L'agenzia sta esaminando se Musk abbia rispettato la legge al momento di presentare i documenti richiesti all'agenzia sui suoi acquisti in azioni di Twitter, e se le sue dichiarazioni in relazione all'accordo erano fuorvianti.

Una fine del 2023 tormentata per Elon Musk, ora atteso Giorgia Meloni sul palco di Atreju.

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