Dopo un secolo di divisioni tra laici e cattolici e di ostracismo nei confronti delle donne, malgrado l’evidente crescita del loro ruolo all’interno del tessuto sociale, il primo dicembre 1970 viene approvata in Italia la legge sul divorzio.

La legge Fortuna-Baslini passa alla Camera dopo un estenuante dibattito tra le forze politiche, con tredici proposte di legge presentate in Parlamento e affossate sistematicamente.

Il dibattito sul divorzio ha accompagnato il Paese dall’Unità fino agli anni Settanta del Novecento, facendo di questo tema un terreno di battaglia sul quale le forze politiche si sono scontrate a più riprese.

Neanche l’approvazione della legge placa gli animi. Dopo appena 4 anni dalla sua entrata in vigore, le forze cattoliche e conservatrici, guidate dalla Dc di Fanfani, raccolgono le firme necessarie a indire un referendum abrogativo. Il 12 maggio 1974, però, il voto popolare sceglie a grande maggioranza il No, aprendo la strada a una serie di conquiste nel campo dei diritti, che segneranno tutti gli anni Settanta.

Maggio 1974 Archivio Storico Nella foto: Referendum Divorzio, Comizio di Fanfani per il referendum in piazza del Popolo

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