Nelle prossime settimane, in una data che sarà anticipata e condivisa pubblicamente, milioni di persone riceveranno un messaggio di allarme pubblico sul loro cellulare. È il primo esperimento in Italia di un sistema di allerta, chiamato It-alert, e presentato oggi dal ministro Nello Musumeci. Sarà utilizzato poi in caso di «gravi emergenze imminenti o in corso» come maremoti, attività vulcaniche, precipitazioni intense, incidenti nucleari e altro.

Il test

Qualcosa di simile era stato testato nel Regno Unito il mese scorso, quando i cellulari dell’intero paese erano squillati come test. In Italia la sperimentazione sarà graduale e anticipata da una campagna di comunicazione. Succederà:

  • a partire dal 28 giugno in Toscana,
  • il 30 in Sardegna,
  • il 5 luglio in Sicilia,
  • il 7 luglio in Calabria
  • e il 10 luglio in Emilia-Romagna

Le date sono state definite con le regioni, la commissione di protezione civile della Conferenza delle regioni, con le province autonome e l’Anci. Nel resto d’Italia l’esperimento sarà effettuato entro fine 2023. Questo sistema di allerta non intende sostituire gli altri strumenti di Protezione civile, né ovviamente una cultura generale di convivenza con il rischio.

Un sistema d’allarme

«È un sistema di allarme, indicherà che qualche cosa ci potrebbe mettere in condizione di pericolo durante le nostre attività – ha spiegato Fabrizio Curcio, capo del dipartimento di protezione civile – Non ci dirà il comportamento da seguire, perché il messaggio verrà inviato a persone che in quel momento staranno facendo cose diverse».

«Se c'è una pioggia intensa e io sono dentro un'abitazione al quinto piano probabilmente posso non fare nulla, se sono in macchina devo stare attento a dove vado. Allora il messaggio che possiamo dare è quello di allarme su un evento in corso, fate attenzione. Poi il comportamento deve essere frutto di quel percorso di crescita sulla sicurezza che ognuno di noi deve fare in autotutela».

© Riproduzione riservata