La più clamorosa delle voci di mercato sul suo conto è quella che lo vorrebbe di ritorno al Benfica. João Félix non la respinge esplicitamente, perché sarebbe una rottura con la società che lo ha fatto crescere e lanciato nel calcio internazionale. Ma certamente non l’accetta perché si tratterebbe di un clamoroso ritorno alla casella di partenza, in un personale Gioco dell’Oca che lo riporterebbe indietro di quattro anni e certificherebbe il grave ridimensionamento personale.

Ma intanto che cerca di scongiurare la ferale prospettiva il trequartista portoghese sente circolare intorno a sé ipotesi di mercato soltanto negative. Vorrebbe andare al Paris Saint Germain, ma l’Atlético Madrid chiede una cifra troppo alta anche per la proprietà qatariota. Un’altra ipotesi fantasiosa è quella che lo vorrebbe utilizzato come parziale contropartita dai Colchoneros per portare a Madrid l’attaccante interista Lautaro Martinez. E certo, vedersi retrocedere dal rango di top player a quello di conguaglio per arrivare a un altro calciatore sarebbe un contrappasso sanguinoso. Ma intanto che si macera a combattere questi fantasmi, João Félix si scontra con la concretezza di un presente che lo vede fuori dai piani del tecnico colchonero Diego Simeone.

Il Cholo non lo ha mai sopportato granché, né apprezzava la pressione che l’ambiente gli metteva addosso per farlo giocare con più continuità. E quando le prove del campo gli hanno dato ragione, il tecnico non ha esitato a metterlo da parte. Dapprima lasciando che la società lo mandasse via in prestito al Chelsea (dove, nella seconda metà della stagione appena conclusa, il ragazzo di Viseu ha avuto un rendimento men che mediocre), poi mettendolo fuori dai ranghi in vista della stagione che si aprirà il prossimo mese di agosto. La maglia numero 7 è stata già assegnata a Antoine Griezman, mentre a João Félix non è rimasto che indirizzare le proprie rimostranze a Andrea Berta, il direttore sportivo italiano dell’Atlético con cui si è intrattenuto al termine di un allenamento. Ormai col Cholo litiga pure per interposta persona.

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Proprio l’infelice rapporto col Cholo e col suo pragmatismo calcistico sarebbe, nella lettura degli estimatori di João Félix, il principale motivo di una carriera fin qui nettamente al di sotto delle attese. Interpretazione errata. Perché a essere sbagliate erano proprio le attese. E ancor più esiziale è stato trasformare un buon calciatore di incoraggianti prospettive in un record di calciomercato, per di più realizzato in un’operazione di spericolata finanziarizzazione.

Succede infatti che al termine della prima e buonissima stagione da titolare con la maglia del Benfica, a luglio 2019, il ragazzo venga trasferito all’Atlético Madrid per la lunare cifra di 126 milioni di euro. Altri 12 milioni di euro servono a pagare le commissioni, il cui principale beneficiario è Jorge Mendes, il suo agente. Ma a spiccare è l’operazione di ingegneria finanziaria, di cui il comunicato di Borsa emesso dal Benfica dà sommaria rappresentazione. I Colchoneros pagano infatti soltanto 30 milioni di euro, mentre i restanti 96 milioni vengono versati al Benfica da un istituto finanziario. Si fa presto a capire che il soggetto in questione è XXIII Capital, una finanziaria globale con sede a Londra il cui nome era già venuto fuori nei giorni di Football Leaks.

Era il 2016 e il nome di XXIII Capital saltava fuori a margine di alcune strane operazioni di finanziamento del calciomercato. Si parlava addirittura di fattorizzazione dei crediti e di loro trasformazione in bond da piazzare in Borsa negli Usa. Nel 2019 il fondo entra in campo con la sua forza finanziaria per pilotare i due trasferimenti più clamorosi dell’estate, entrambi legati all’Atlético Madrid: quello di João Félix ai Colchoneros e quello di Antoine Griezmann in direzione Barcellona. In entrambi i casi, dal punto di vista tecnico, è un flop. Ma qualcuno ci guadagna di sicuro. Viene fuori anche che XXIII Capital usa fare provvista finanziaria sulla piazza borsistica delle Cayman.

Rispetto a tutto ciò il talento portoghese rimane abbastanza distante, forse nemmeno si rende conto di quale meccanismo finanziario lo stia stritolando. Di sicuro c’è che l’esagerata cifra impegnata dall’Atlético è la sua condanna. Perché se vieni acquisito per 20-30 milioni di euro, allora ti si può ancora aspettare. Ma se vieni acquisito per 126 milioni di euro, allora devi fare subito il fenomeno. Anche se hai soltanto 19 anni. E lui fenomeno non è, forse non lo sarà mai. E adesso che a soli 23 anni pare avere già bruciato il momento migliore della sua carriera farebbe bene a chiedere conto a qualcuno (a Jorge Mendes innanzitutto) perché mai sia stato scaraventato dentro una macchina di produzione del valore finanziario che lo ha stritolato. Certo, ha ancora davanti a sé molto tempo per rifarsi.

Ma intanto il suo compagno di sventure calcistico-finanziarie Antoine Griezmann, nel frattempo rientrato alla base nell’Atlético, gli ha portato via la maglia numero 7. Quella che nel disegno megalomane di Mendes doveva essere il segno d’un passaggio di consegne con Cristiano Ronaldo nella gerarchia del calcio portoghese. Hanno esagerato tutti. Sta pagando soltanto uno.

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