Arrivano le prime 1.500 dosi pediatriche del vaccino Pfizer, efficace secondo gli studi al 91 per cento. Le due dosi verranno somministrate a 21 giorni di distanza. Per i bimbi fragili non si esclude terza dose a 28 giorni dalla seconda
Il 16 dicembre partiranno le vaccinazioni pediatriche per i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. La vaccinazione sarà effettuata su base volontaria. Il governo ha già a disposizione 1.500 dosi per il mese di dicembre. Ogni regione attiverà le proprie modalità di registrazione, in Toscana e in Piemonte è già possibile prenotarsi. Nel Lazio, in Liguria in Emilia Romagna ci si potrà registrare dal 13 dicembre. Altre regioni non hanno ancora dato indicazioni, ma sarà comunque possibile trovare gli aggiornamenti sui relativi siti istituzionali delle regioni.
Quale vaccino per i bambini
Per i bambini l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha approvato lo stesso vaccino Pfizer usato per gli adulti ma in un dosaggio pediatrico. In una circolare, il ministero della Salute specifica che il vaccino Comirnaty di BioNTech/Pfizer, portato a un terzo della dose, sarà somministrato, dopo diluizione, per via intramuscolare in due dosi da 0,2 ml ciascuna, l’una a distanza di 3 settimane – ovvero 21 giorni – dall’altra.
L’efficacia
Maria Paola Trotta, dirigente dell’Aifa che ha dato il via libera ai vaccini pediatrici in Italia, dopo l’approvazione dell’Ema, ha detto che in uno studio condotto su 3mila bambini vaccinati, l’efficacia si è attestata intorno al 91. Al dato, si aggiunge quello degli studi effettuati negli Stati Uniti «dove si è partiti il 29 ottobre e sono stati vaccinati oltre 3 milioni bambini. Anche qui, seppure il follow-up non sia molto lungo, non si evidenziano particolari problemi di sicurezza», ha dichiarato Trotta a Radio 24.
Perché vaccinare i bambini
Stando ai dati riportati dall’Iss, l’Istituto superiore di sanità, sebbene per la maggior parte dei bambini un eventuale contagio da Covid si risolva in modo del tutto asintomatico, i rischi per la salute non sono inesistenti. Circa 6 bambini su mille vengono ricoverati in ospedale e 1 su settemila arriva nelle terapie intensive. E anche nei bambini contagiati ma asintomatici, non è possibile escludere la comparsa di complicazioni come «la sindrome infiammatoria multisistemica (una malattia rara ma grave che colpisce contemporaneamente molti organi), e quello che viene definito “long Covid”, e cioè la comparsa di effetti indesiderati a distanza di tempo», come riportato dall’Iss.
I bambini fragili
Nella stessa circolare del ministero si indica che i bambini con «elevata fragilità» cioè quelli che hanno ricevuto «un trapianto di organo solido, trapianto di cellule staminali emopoietiche o con marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate alla patologia o a trattamenti farmacologici» potrebbero ricevere anche una terza dose addizionale, 28 giorni dopo la seconda.
Come affrontare la vaccinazione
L’Iss, nelle linee guida messe a disposizione sul suo portale, fornisce delle indicazioni per accompagnare i più piccoli al momento del vaccino. L’ideale, si legge, sarebbe quella di parlare loro per renderli consapevoli nel miglior modo possibile. Non c’è bisogno di far assumere ai bambini farmaci per prevenire eventuali effetti collaterali, come ad esempio gli antidolorifici.
In presenza di episodi allergici, bisognerà avvisare il medico vaccinatore. Si consiglia inoltre di far sedere o anche sdraiare il bambino, per evitare traumi da eventuale svenimento. Terminata l’inoculazione il bambino rimarrà per 15-30 minuti sotto osservazione.
E il green-pass?
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha assicurato che non ci sarà nessun green-pass per i bambini. E intervistato nel programma “L’Italia s’è desta” in onda su Radio Cusano Campus, ha sottolineato che «Non c'è un obbligo vaccinale».
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