Sono giorni difficili per la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Oltre alle grane politiche e giudiziarie, adesso deve fare i conti con lo scontro che si è aperto nell’agenzia del turismo. Da poco diventata società per azioni, e sul cui rilancio il governo punta molto.

Il casus belli è la decisione di Santanchè di nominare direttore generale una persona di sua fiducia: Elena Nembrini, commercialista di Bergamo senza esperienza nel settore turistico.

Domani aveva anticipato la scorsa settimana la decisione della ministra, che è stata discussa fino a tarda notte dal consiglio di amministrazione nella seduta di mercoledì 3 aprile.

E lì è arrivato lo stop: la presidente Alessandra Priante, l’amministratrice delegata Ivana Jelinic, e il consigliere Sandro Pappalardo hanno preso tempo. Il motivo ufficiale: le deleghe della nuova direttrice generale si sarebbero sovrapposte alle funzioni dell’ad. Ma dietro c’è di più: la voglia di approfittare della debolezza di Santanchè per metterle pressione. Una battaglia tutta interna a Fratelli d’Italia.

La spartizione di Enit

Santanchè è molto irritata dallo stop alla nomina di Nembrini. Un nome non nuovo nei corridoi di Enit: girava già nello scorso autunno, non per il ruolo di dg, ma per quello di presidente.

Mentre la stampa riportava i nomi dell’imprenditore-amico della ministra, Flavio Briatore, o del campione di sci Alberto Tomba, nei pensieri di Santanchè c’era la commercialista di Bergamo. Solo l’intervento diretto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe fatto saltare tutto.

La premier voleva un nome di alto profilo e avrebbe contattato personalmente Alessandra Priante, direttrice europea dell’Agenzia delle Nazioni unite per il turismo (Unwto), molto conosciuta e apprezzata in Italia e non solo, per chiederle di accettare la presidenza dell’ente. «Leggo cazzate su Enit, Meloni ha altro da fare», ha commentato ieri la ministra. Ma la nomina della presidente, ufficializzata a fine febbraio, è stata accolta pubblicamente con estrema freddezza da Santanchè.

Anche per questo nel primo mese di lavoro Priante ha avuto vita molto difficile in Enit, come confidato a qualche amico. Poco entusiasta nei confronti della neo presidente sarebbe soprattutto l’amministratrice delegata Ivana Jelenic, nominata da Santanchè a ridosso del suo insediamento nel 2022.

Il patto saltato

Per far digerire la nomina di Priante a Santanchè le sarebbe stata garantita carta bianca sulla nomina del dg. Un ruolo che, da nuovo statuto, ha grande importanza soprattutto per la firma sulle spese “sopra soglia” dell’amministratore delegato, che non avrà più la totale libertà del passato.

Anche per questo la ministra ha puntato su una persona di sua fiducia come Nembrini, il cui curriculum però si addice di più al ruolo di direttore finanziario (al momento assente, e richiesto dalla Corte dei conti nell’ultima relazione) che a quello di direttore generale.

Ma il cda si è messo di traverso. Il più “dubbioso” sarebbe stato il consigliere Sandro Pappalardo. Militare in pensione, nel cda di Enit dal 2019, Pappalardo è molto vicino a Gianluca Caramanna, consigliere del ministero del Turismo, responsabile del settore per Fratelli d’Italia, nella cerchia dei fedelissimi di Francesco Lollobrigida.

In molti considerano la “prudenza” di Pappalardo sulla nomina della dg come uno sgarbo a Santanchè. E in molti vedono proprio in Caramanna un possibile successore di Santanchè se dovesse dimettersi per le note vicende giudiziarie. In caso di addio di Santanchè, la premier Meloni prenderebbe l’interim fino alle europee, con il responsabile turismo di Fdi a dirigere il ministero.

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