Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri potrebbe essere il prossimo commissario al Giubileo.

Sarebbe stato proprio il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a fare questa proposta nel corso del tavolo istituzionale per il Giubileo 2025 che si è riunito nella mattina del 14 dicembre a Palazzo Chigi. Non è la prima volta che i due affrontano il tema.

A pochi giorni dall'elezione in Campidoglio, Gualtieri aveva chiesto 1,5 miliardi al governo per l’organizzazione del prossimo anno santo, ma i lavori organizzativi vedono la capitale in netto ritardo.

La richiesta è stata prontamente accolta dal premier che nella manovra ha stanziato 1,4 miliardi al capitolo. Ma ora che è arrivata l’investitura ufficiale a Commissario, Gualtieri dovrebbe ricordare che la Presidenza del Consiglio avrebbe un conticino da saldare relativo al Giubileo del 2000.

Dati alla mano

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Sfogliando gli ultimi bilanci dell’Atac compare tra i creditori proprio la Presidenza del Consiglio dei ministri per un importo di circa 13 milioni di euro «relativi alle intensificazioni del servizio effettuate nel quadro delle celebrazioni relative al Giubileo del 2000» e aggiunge che oggi quell’importo è stato iscritto a un fondo di svalutazione crediti, ciò significa che anche l’azienda ha capito che forse quei soldi non li vedrà mai.

Ma il neo sindaco Gualtieri oltre a chiedere, adesso avrebbe anche la possibilità di dare il buon esempio, sanando i debiti che Roma Capitale ha con Atac. Sempre dal bilancio della partecipata di via Prenestina risulta che dal 2015 «la controllante» le deve 243 mila euro per il Giubileo Straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco nel 2015. Anche qui per le prestazioni extra erogate a favore dei pellegrini in transito a Roma.

Soldi preziosi per una società che spesso è salita agli onori della cronaca per non aver potuto effettuare servizi essenziali o per la mancanza di personale, provocando spesso disagi nelle stazioni delle metropolitane. Nei ritardi della burocrazia e della politica, mentre si blatera di mobilità sostenibile, le istituzioni sembrano le prime ad azzoppare il trasporto condiviso, nonostante proclami e buone intenzioni.

Incredibile pensare che nel 1909, un sindaco, Ernesto Nathan fondò quella che possiamo considerare un’antenata di Atac, con lo scopo di rompere il monopolio dei privati e abbassare le tariffe. In pochi anni la crescita dell’azienda fu tale da eliminare la concorrenza.

Oggi è tutt’altra storia, tanto che lo scorso giugno la Corte dei Conti ha esortato il Campidoglio alla «massima vigilanza» sul recupero degli equilibri di bilancio di Atac, considerato «incerto», puntando il dito contro il cronico ritardo con cui l’azienda presenta i suoi bilanci.

Nel frattempo, Gualtieri non nasconde che dietro la riuscita del suo mandato c'è proprio l'organizzazione del Giubileo che considera «un evento di importanza planetaria e di straordinario significato spirituale e universale» in grado di cambiare il volto della città, dal centro alla periferia.

Il tavolo di discussione

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Negli ultimi mesi si è istituito il tavolo di lavoro sul Giubileo 2025 previsto dalla scorsa legge di bilancio, presieduto dal Premier Draghi, che vede la partecipazione dei Ministri interessati, del presidente della Regione Lazio, del sindaco di Roma e quattro parlamentari che sono stati nominati lo scorso giugno: Marianna Madia (Pd), Francesco Silvestri (M5S), Isabella Rauti (Fratelli d'Italia) e Alberto Bagnai (Lega).

Un tavolo finanziato con una dotazione di 2 milioni di euro fino al 2022 che ha l'obiettivo di stabilire il piano degli interventi e delle opere necessarie allo svolgimento del prossimo anno Santo tra i quali risultano un potenziamento delle infrastrutture, dei trasporti, il restyling di alcune fermate della metropolitana e la chiusura delle buche stradali.

La riuscita del Giubileo si porta dietro tante partite all'apparenza minori ma che potrebbero cambiare veramente il volto di una città in affanno da anni. Queste sono le speranze per il futuro. Ma è innegabile che tra uno slogan e l’altro, un bus in fiamme e «il venerdì è sempre sciopero», sono passati 25 anni, tre pontefici, sei sindaci e 13 governi, senza che a nessuno venisse in mente di pagare il conto ad Atac. Forse è giunta l’ora.

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