Torna alle cronache concorsopoli, il brutto vizio italiano di pilotare i bandi pubblici per favorire i propri sodali soprattutto se i ruoli sono ghiotti come nel caso di un posto da professore all'Università o da dirigente all’ospedale. O anche da ricercatore. L'ultima indagine in ordine di tempo è della procura di Milano, emersa ieri grazie a un decreto di perquisizione operato dai Nas dei Carabinieri per 33 persone indagate - di cui 24 docenti universitari - tra le quali spicca il nome di Massimo Galli, primario infettivologo al Fatebenefratelli-Sacco di Milano e volto notissimo per tutti gli italiani dall’arrivo del Covid in poi. E proprio Galli, professore ordinario alla Statale di Milano sui cui ora pendono cinque capi d'accusa più l'associazione per delinquere è considerato dagli inquirenti come un pivot di questa inchiesta definita «sconcertante» dai pm che hanno intercettato le conversazioni degli indagati, grazie al suo potere di indirizzare svariati concorsi alla Statale di Milano nella direzione voluta. I fatti contestati si collocano tra il 2019 e il 2020 . Assunzioni che in un caso erano state «fortemente» osteggiate dalla microbiologa dell'ospedale Sacco Maria Rita Gismondo, anche lei volto noto in tv antagonista di Galli.

Come nasce l’inchiesta

Quest'indagine nasce da un fascicolo aperto nel 2018 dall'ex capo della procura antimafia di Milano Ilda Boccassini per indagare su un «sistema di mercanteggiamento» delle iscrizioni alla facoltà di medicina della Statale di Milano della quale era venuta a conoscenza la questura di Pavia. Indagando sulla persona che prometteva di favorire le iscrizioni dietro il pagamento di una somma di denaro si è arrivati all’epilogo con Galli coinvolto. Peraltro un paio di giorni a Firenze c’è stato il rinvio a giudizio 9 persone, tra cui l'ex rettore dell'università Luigi Dei, per un concorso truccato. Inchiesta che ha grosse analogie con quella milanese.

Galli, amatissimo da milioni di italiani per le sue posizioni rigorose in tema di prevenzione del Covid è accusato di tre turbative nello svolgimento di altrettanti concorsi e di due false attestazioni sempre legate a due bandi. I pubblici ministeri Luigi Furno e Carlo Scalas avevano chiesto al gip di Milano una misura interdittiva dagli incarichi che ricopre sia per lui sia per gli altri indagati dei quali si conosce il nome finora. Misura partita a cavallo tra il 2020 e il 2021, ovvero in una fase della pandemia ancora molto acuta, e mai concessa. Forse per evitare il caos negli ospedali dove operano questi professionisti e professori o per non turbare eccessivamente le coscienze degli italiani alle prese con tutte le paure legate al virus. In ogni modo, secondo quanto si apprende, la misura è stata ritirata anche dai pm.

Oltre a Galli ci sono altri nomi di spicco dell'ambiente universitario e medico del paese, indagati sempre per turbativa, falso e in un caso corruzione, oltre che associazione per delinquere. Perché questo sistema per spingere le assunzioni coinvolgeva un circuito di docenti accademici di mezza Italia. Lavorano presso le università della Sapienza e di Tor vergata di Roma, ad esempio, gli ordinari Claudio Mastroianni e Massimo Andreoni, altro volto della pandemia. E sempre a Roma, sponda università Cattolica del Sacro cuore, è la casa lavorativa di Giuseppe Riva, ordinario di psicologia. All'università di Torino esercita, invece, l'infettivologo Giovanni Di Perri, mentre Vittorio Bellotti è a Pavia. Tutti professori che a turno componevano le commissioni esaminatrici già istruite su quali candidati dover scegliere a prescindere dagli effettivi titoli ed esami di volta in volta richiesti. Undici privilegiati per i quali si tagliavano concorsi fatti apposta su misura affinché non potessero fallire, e tra loro molti sono stati oggetto del provvedimento di sequestro e ora si ritrovano indagate per concorso in turbativa degli esami o in falso.

Tra i penalizzati c’è il professor Massimo Puoti, direttore di malattia infettive all'ospedale Niguarda di Milano. Puoti, intervistato dall'Adnkronos ha però minimizzato il problema: «Che il sistema funzioni così è una cosa normalissima, non c'è niente da stupirsi. Sono cose che accadono spesso, la meritocrazia non esiste» ha detto l'accademico che ha avuto parole di affetto anche per lo stesso Galli, «una persona che stimo molto, è stato un grande personaggio che va in pensione, ed è una persona assolutamente rappresentativa del meglio dell'infettivologia universitaria italiana».

© Riproduzione riservata