Provate a comprare un biglietto per il parco archeologico che comprende Colosseo, Foro Romano, Colle Palatino e Fori Imperiali e rimarrete a mani vuote. Sul sito di Società Cooperativa Culture (CoopCulture) – il rivenditore ufficiale per i ticket del sito archeologico - i biglietti vengono venduti sette giorni prima, ogni quarto d’ora, ma fino a fine luglio non ce n’è traccia. I rivenditori secondari ne sono invece pieni, ma ovviamente li vendono a prezzi notevolmente maggiorati.

Eppure la legge vieta la rivendita del singolo biglietto a un prezzo più elevato. Così i rivenditori hanno adottato l’escamotage di inserire i ticket in pacchetti che forniscono altri servizi come guide o trasporto da e per l’albergo. E la loro offerta risulta, almeno formalmente, corretta.

L’indagine Agcm

La situazione è diventata così insostenibile che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti di CoopCulture e dei grandi operatori di intermediazione – i riveditori secondari – Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator. Martedì c’è stata un’ispezione delle sedi delle società CoopCulture e Musement spa con l’ausilio del Nucleo speciale antitrust della Guardia di finanza.

Secondo l’Autorità, CoopCulture «in qualità di rivenditore ufficiale, sembra non aver predisposto sistemi idonei ad evitare l’accaparramento dei biglietti messi in vendita da parte di rivenditori alternativi (probabilmente tramite sistemi elettronici “bot” ndr), privando così i consumatori della possibilità di acquistare i titoli di accesso al prezzo ordinario».

La gestione del parco

CoopCulture gestisce il parco, di proroga in proroga, dal 1997. Le gare indette nel 2010, 2017 e 2019 per il servizio di biglietteria, sono state annullate. Nel 2021 l’Anac aveva invitato il ministero della Cultura a indire una gara «per soddisfare i principi del diritto euro-unitario in materia di contratti pubblici», su cui la stessa autorità anti corruzione ha poi vigilato.

Lo scorso gennaio il Consorzio nazionale dei servizi (Cns) si è aggiudicato il bando, proponendo anche una nuova piattaforma più resistente ai bot, ma il cambio nella gestione è slittato perché altre società che avevano partecipato alla gara hanno fatto ricorso e CoopCulture è rimasta saldamente al suo posto.

Solo per pochi eletti

Foto LaPresse - Andrea Panegrossi 20/06/2018- Roma, Italia Rider per la consegna di cibo a domicilio Nella Foto Rider davanti al colosseo

Senza biglietti disponibili le guide turistiche – a cui basta essere abilitate per poter esercitare la professione – non possono lavorare. La presidente dell’associazione guide turistiche abilitate (Agta), Isabella Ruggiero, dice di aver denunciato la situazione al ministero della Cultura e al parco archeologico già in aprile «chiedendo di mettere un tetto all’acquisto di biglietti da parte di singoli operatori» così da arginare il fenomeno dei bot, ma di non aver ricevuto risposta.

Ruggiero ha anche avvertito sul pericolo di «degradazione» della qualità del turismo, perché il viaggiatore non è libero di visitare il parco come preferisce e subisce le cosiddette «visite a raccolta», in cui vengono radunati gruppi numerosi per un unico tour deciso nei minimi particolari dagli operatori turistici, che ovviamente viene venduto a prezzi esorbitanti «senza che lo stato ci guadagni».

Per fare un esempio sedici euro, più due di prevendita, è il prezzo a cui i biglietti vengono venduti da CoopCulture. Con la guida sale a 23 euro. Molto meno dei 74 euro (biglietti già scontati) richiesti da GetYourGuide per tutte le visite di luglio.

Il presidente di Assoturismo, Angelo Di Porto, ha dichiarato che «l’80 per cento dei turisti viaggia in economy, per cui è molto sensibile al prezzo e se trova un biglietto a 16 euro entra, se lo trova a 80 ne fa a meno».

Soluzioni alternative

Il problema non è limitato al Colosseo. Ecco perché il 9 maggio la Direzione generale musei del ministero ha annunciato l’intenzione di gestire direttamente, attraverso la piattaforma Ad Arte, la vendita dei biglietti dei 43 musei autonomi, eliminando i concessionari privati, previsti dalla legge Ronchey del 1993. Ma per il Colosseo nulla cambierà. Il ministero ha permesso a chi ha un appalto in corso di confermarlo fino a scadenza e il parco ha scelto di proseguire con la sua concessionaria.

Il precedente dei concerti

Qualche anno fa, dopo lo scandalo dei rivenditori di biglietti per i concerti, si era scoperto che erano stati gli stessi organizzatori a vendere ai bagarini buona parte dei tagliandi che avrebbero dovuto invece dare in esclusiva a TicketOne. Gli organizzatori in questo modo guadagnavano grosse percentuali sulle vendite dei secondari che applicavano prezzi stratosferici.

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