Sono tornati in servizio sei agenti della polizia penitenziaria imputati nel processo per i pestaggi avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nell'aprile del 2020. La decisione, come riferisce il sindacato Usapp, è stata fortemente caldeggiata dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove. Possono rimettere così la divisa i due dirigenti Gaetano Manganelli e Anna Rita Costanzo, capo e vice della Polizia Penitenziaria dell'istituto penale, insieme a due ispettori e due assistenti capo coinvolti nell’inchiesta. Potrebbe essere il preludio dello stop alla sospensione di altri agenti colpiti dalla stessa misura.

La storia, svelata da Domani con lo scoop di Nello Trocchia, è finita in tribunale, ma nelle ultime ore i protagonisti di quella vicenda sono stati riammessi al lavoro. Gli articoli del nostro quotidiano hanno raccontato uno spaccato di violenze gratuite come rappresaglia ad alcune richieste avanzate dai detenuti. In quei giorni si sollevarono molte voci indignate. L’allora ministra della Giustizia, Marta Cartabia, aveva descritto quei fatti come un «tradimento della Costituzione».

Il sindacato Usapp ha diffuso una nota per esprimere la propria soddisfazione per la decisione, ritenendo «eccessivamente penalizzante visto che sono passati 4 anni e mezzo dai fatti contestati e che lo stipendio, con la sospensione che dura dal giugno del 2021, si è ridotto con disagi economici per le famiglie». Da qui il ringraziamento di Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, entrambi dirigenti Usapp, rivolto al sottosegretario Delmastro, «con cui prosegue un proficuo confronto allo scopo di ridare credibilità al sistema penitenziario e, con questo, dignità al lavoro della polizia penitenziaria», si legge nella nota. 

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