Il rischio di tensione sociale, dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza, è sempre più alto. Ma con alcune peculiarità territoriali: a Milano non ci sono state proteste evidenti, in quanto non solo gli ex percettori del sussidio erano molti di meno, ma sono stati anche contattati per tempo dal comune. 

A Napoli le cose sono invece andate diversamente: un semplice sms dell’Inps, senza alcun preavviso, ha notificato la sospensione del sussidio a 169mila famiglie. 

Questa mattina, in segno di protesta, si è tenuto un presidio davanti alla sede dell’Inps del capoluogo campano, con una cinquantina di manifestanti. Lo hanno organizzato il movimento politico Potere al popolo e il sindacato Usb.

L’irruzione

Durante la protesta, una delegazione di manifestanti ha incontrato il direttore dell’Inps, Roberto Bafundi, che non ha potuto rispondere sui tempi previsti per l’adozione delle nuove misure adottate dal governo in sostituzione del reddito, come l’assegno di inclusione o quello di supporto per la formazione ed il lavoro. 

Nel capoluogo campano, la situazione è rimasta tutto sommato sotto controllo, diversamente da quanto accaduto a Terrasini, in provincia di Palermo. Qui, un sessantenne, rimasto senza reddito di cittadinanza per via dei nuovi provvedimenti, ha fatto irruzione nella stanza del sindaco versando benzina e tentando di darvi fuoco, senza successo.

«I percettori che si sono visti togliere il reddito di cittadinanza vengono sollecitati a rivolgersi ai comuni», ha detto il sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci. «È chiaro che i comuni da soli, se non c'è uno strumento legislativo, se non c'è il governo, se non c'è un intervento della regione, non possono essere in grado di aiutare tutte queste famiglie che hanno goduto del beneficio».

Gli altri episodi

Proprio in Sicilia, dove negli ultimi mesi c’erano già state diverse contestazioni per la decisione del governo, i componenti dell’associazione “Basta Volerlo” hanno organizzato un sit-in per venerdì 4 agosto. Si terrà davanti agli uffici dei servizi sociali della città, con l’intento di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica circa la sospensione del reddito.

Momenti di tensione ci sono stati anche a Cosenza, in Calabria, quando decine percettori del sussidio si sono presentanti al settore Welfare del municipio, al cospetto di assessori e dirigenti, per protestare. 

Infine, in Puglia, dove dodicimila famiglie sono state private del reddito, Gigia Bucci, segretaria generale della locale Cgil, ha denunciato l’assalto alle sedi del sindacato, in presenza e con telefonate, da parte di persone disperate che non hanno idea di come andare avanti in assenza del sussidio. 

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