Leghista, commercialista, protagonista di uno degli scandali più eclatanti e recenti della Lega, socio del tesoriere del partito e condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi per aver drenato quasi 1 milioni di euro da una fondazione controllata da regione Lombardia. Ecco l’identikit di Alberto Di Rubba. Chi meglio di lui, dunque, per assumere l’incarico di nuovo amministratore federale della Lega di Matteo Salvini? Può sembrare uno scherzo, ma non lo è, anzi è il grande ritorno di una figura che ha condotto il partito per mesi sulle prima pagine dei giornali per l’inchiesta della procura di Milano in cui era coinvolto insieme al collega Andrea Manzoni (socio di studio e pure lui all’epoca revisore contabile dei gruppi parlamentari della Lega).

In attesa del processo di Appello, Di Rubba è rientrato nel giro che conta, con un ruolo ufficiale che neppure prima dell’arresto e della condanna aveva: piazzato con vari ruoli nelle società del partito, gestiva l’amministrazione della Lega dall’esterno con il suo studio ed era stato nominato revisore contabile del gruppo della Lega al Senato, ruolo abbandonato dopo l’inchiesta di Milano. 

La nomina dello scandalo

L’orologio segna le 14.19, il giorno da ricordare è il 14 marzo, quando la Lega di Matteo Salvini ha annunciato nella chat ufficiale un cambio nell’organigramma interno del partito di per sé indolore, in altre situazioni da rubricare alla voce ordinaria amministrazione. Non è però questo il caso. Perché il nominato alla carica di tesoriere, cioè guardiano dei conti della Lega, è appunto Di Rubba. Prende prende il posto di Giulio Centemero, deputato e amministratore federale, cioè tesoriere, anzi lo storico tesoriere della nuova Lega da quando Salvini è stato eletto segretario nel dicembre 2013. La decisione è stata presa nel corso del Consiglio Federale della Lega.

Di Rubba e Centemero non sono rivali, piuttosto potrebbero essere definiti professionisti gemelli: amici di università, in affari assieme fino a maggio 2022, erano soci dello studio Mdr Stp di commercialisti in centro a Bergamo. Studio che in un anno, tra il 2019 e il 2020, in piena inchiesta su Di Rubba e Manzoni, ha incassato dalla Lega più di mezzo milione di euro. Motivo? «Con la finalità di svolgere attività di consulenza amministrativa contabile e fiscale per il partito».  L’autorità antiriciclaggio ha analizzato questi flussi di denaro e li ha segnalati alla guardia di finanza e alle procure che indagavano sulle finanze del partito di Salvini.

I finanzieri in una informativa agli atti dell’inchiesta della procura di Milano sui commercialisti scrivono che i pagamenti ricevuti da Mdr Stp potrebbero configurare un conflitto di interessi per Centemero, in quanto tesoriere e deputato del partito, che è anche pagatore della società di cui è socio. Ora Centemero non è più il tesoriere né è più socio, così come Di Rubba, ufficialmente uscito dalla società, che ha un solo azionista adesso, Andrea Manzoni, il terzo del trio di commercialisti che doveva rimettere a posto l’immagine finanziaria della Lega dopo gli scandali dell’epoca di Umberto Bossi e che invece ne hanno provocati di altri. 

Condannati e contenti

Di Rubba è stato condannato in primo grado insieme a Manzoni per aver distratto dalla regione Lombardia quasi 1 milione di euro tramite una compravendita immobiliare effettuata da Lombardia film commission, quando Di Rubba era presidente nominato dalla giunta leghista di Roberto Maroni. Quei soldi serviti ad acquistare un capannone a Cormanno sono stati versati dalla fondazione Lombardia Film Commission a una società del giro dei commercialisti e poi finiti ad altre aziende sempre della galassia dei leghisti.

Per la medesima vicenda sono stati condannati anche l’imprenditore che si è prestato per movimentare il denaro, diventato importante fornitore del partito capace di incassare dal partito alcuni milioni di euro, e un terzo commercialista, nel cui studio era stata inizialmente domiciliata la Lega Salvini premier. Quest’ultimo, Michele Scillieri, ha poi collaborato con i magistrati rivelando il “sistema” delle fatturazioni messo in piedi dai due commercialisti del partito. 

Di Rubba prende il posto di tesoriere subentrando a Centemero, pure lui coinvolto in altre inchieste sui soldi della Lega. Condannato in primo grado per finanziamento illecito dal tribunale di Milano, è sotto processo con la medesima accusa a Roma. Finanziamenti ricevuti da Esselunga e il costruttore romano Luca Parnasi tramite un’associazione, Più Voci, creata nel 2015 presso lo studio dei commercialisti Di Rubba e Manzoni. Sempre loro, gli amici commercialisti della Lega e degli scandali. Che nonostante tutto hanno ancora la fiducia del ministro e leader della Lega, Salvini. 

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