Un permesso di soggiorno per motivi di “protezione speciale” è stato rilasciato alla vedova, Soni, del bracciante agricolo Satnam Singh, detto Navi, morto mercoledì 19 giugno a causa dell’amputazione del braccio e delle gravissime lesioni provocati da un macchinario agricolo. Il 31enne stava lavorando nei campi di Latina e, dopo l’incidente, è stato caricato dal datore di lavoro, Antonello Lovato, su un furgone, insieme alla moglie e al braccio amputato, trasportato all’interno di una cassetta degli ortaggi, e poi è stato scaricato davanti a casa sua. Quelle ore, passate senza che venisse accompagnato al pronto soccorso, gli sono state fatali.

La moglie Soni, che risulta irregolare, è stata accompagnata all’ufficio passaporti della Questura di Latina dalla segretaria della Flai Cgil Laura Hardeep Kaur, che da subito si è occupata dell’incidente di Satnam.

Cacciata di casa appena rimasta vedova

Una magra consolazione, visto che dopo il marito ha perso anche la casa. A scoprirlo il Fatto Quotidiano. Soni è stata cacciata dal bugigattolo in lamiera trasformato in un monolocale di 5 metri quadrati nel giardino di un villino di periferia. La donna ha passato la notte a casa di una volontaria della Cgil.

La famiglia italiana che “ospitava” la coppia e un’altra decina di persone di nazionalità indiana ha deciso che non era più il caso di far restare Soni. Secondo il Fatto, è una consuetudine dalle parti di Borgo Bainsizza, in provincia di Latina.

Quando il cronista chiede di poter vedere la stanza, uno degli uomini in giardino minaccia: «Andate via o chiamo la polizia!», mentre tiene in mano il cellulare. E prima di sbattere il cancello esclama: «Ma quale affitto in nero! Lasciateci in pace, è proprietà privata!».

«Stiamo cercando una sistemazione adeguata», spiega sconsolata Laura Hardeep Kaur, la segretaria locale della Flai Cgil che si è occupata da subito del caso di Satnam e Soni.

Le reazioni della politica

Il responsabile economia di Sinistra Italiana, Giovanni Paglia, commenta così la morte di Satnam Singh: «L’Italia oggi è quel paese in cui un bracciante può perdere un braccio mentre lavora nei campi, essere scaricato in mezzo alla strada dai caporali e morire dopo 24 ore di agonia, senza nemmeno un fiato di cordoglio di chi sta al governo, se non dopo che è scoppiata l’indignazione dell’opinione pubblica».

«Fra Napoli e Caserta i Carabinieri - prosegue l’esponente dell’Alleanza Verdi Sinistra - hanno individuato oltre 60 braccianti in condizioni di schiavitù: 16 ore di lavoro, meno di 2 euro di paga, alloggiati in tuguri e minacciati di morte. È una goccia di un mare che andrebbe svuotato con controlli e pene esemplari, smettendola - conclude Paglia - di fingere che questa sia l’eccezione, quando invece è la regola». 

Così il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, durante la conferenza stampa tenutasi alla fine della riunione con la ministra del Lavoro Marina Calderone: «In queste situazioni può accadere che ci sia una criminalizzazione di uno degli anelli della filiera. Può capitare quindi che si criminalizzi, di fronte a episodi gravi come quello di Latina, anche tutte le imprese agricole», il ministro ha poi sottolineato che «queste morti non dipendono da imprenditori agricoli. Dipendono da criminali», citando poi un atto vandalico ai danni di un'associazione agricola in Lombardia.

«Sono due gli aspetti che riguardano la vicenda di Latina. Primo - ha proseguito Lollobrigida - abbiamo a che fare con un criminale che ha compiuto con ogni probabilità, poi la magistratura farà tutti gli accertamenti che deve fare, reati che devono essere puniti con la massima severità. Si va dall’omissione di soccorso all’omicidio colposo. Secondo aspetto, in Italia purtroppo c’è un fenomeno diffuso, specialmente nel mondo agricolo, che è quello del caporalato e il governo sin dal primo giorno ha voluto dichiarare guerra a questo fenomeno». Il ministro ha voluto sottolineare che l’Italia «ha diritti dei lavoratori molto avanzati» e che diritti umani e dei lavoratori devono essere più centrali negli accordi di scambio.

La ministra del Lavoro Calderone si è invece espressa dicendo: «Combattere il caporalato vuol dire da un lato intensificare i controlli, lo stiamo facendo e lo faremo» e «anche un attento puntuale e sinergico lavoro di consultazione delle banche dati che abbiamo a disposizione». Poi ha aggiunto: «Potenzieremo la rete agricola di qualità perché il contrasto al lavoro sommerso e caporalato passa anche per il sostegno di chi invece, con difficoltà ma con grande senso di partecipazione civile, gestisce regolarmente le proprie attività», ha detto ricordando che sono solo 6 mila le imprese iscritte.

Lo sciopero contro il caporalato

Sabato 22 giugno a Latina è prevista una giornata di sciopero e una manifestazione contro il caporalato, lo sfruttamento e le morti di lavoro in nome di Satnam Singh. A indire la giornata di protesta è stata la Flai Cgil: «Ma la sindaca (Matilde Celentano di FdI, ndr) non ci dà la piazza», dice un militante a Laura. «E noi ce la prendiamo lo stesso», la replica.

I rami dello stesso sindacato del Lazio e di Roma, assieme alla Camera del lavoro di Frosinone e Latina, promuovono una manifestazione alle 17 in piazza della Libertà a Latina. Alla manifestazione parteciperà anche la segretaria del Pd Elly Schlein.

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