Lei ha un lavoro impegnativo in una grande città. Odia il Natale, ma per qualche motivo è costretta ad andare in ferie e tornare nel suo paese natale. Lì incontra (o rincontra) un giovane di bell’aspetto e dall’animo semplice, che le ricorda il senso della vita: non fare i soldi, ma ammirare la neve che cade.

Su TikTok o Instagram i video parodia che ricostruiscono questa dinamica non si contano: è la trama stereotipata di molti film natalizi trasmessi dal canale Hallmark, che si è fatto un nome per la produzione in serie di questi titoli. Sono nati per la televisione, ma si sono riscoperti anche molto adatti alla reinterpretazione social. Le piattaforme di streaming ormai ogni anno escono con una carrellata di film festivi: Un principe per Natale, Un cavaliere per Natale, Un castello per Natale (tutti su Netflix).

La scelta è quindi vastissima, ma in mezzo a queste pellicole sempre nuove ci sono anche dei classici che fanno subito pranzo con i parenti, tombolata e cioccolata calda. Qui ce ne sono dieci, tra film molto vecchi e qualche nome più recente. E anche uno, in fondo, piuttosto controverso.


1 – PARENTI SERPENTI (1992, MARIO MONICELLI)

Quattro fratelli si ritrovano per le feste nella casa dei genitori, ma la decisione della madre di trasferirsi a casa di uno dei figli scombina l’apparente armonia famigliare. È un film che rappresenta bene lo spirito di Monicelli: la commedia procede allegra mentre via via emergono i dettagli stonati.

Le invidie, le piccinerie che si compiono nelle relazioni umane. Lo spettatore è sfidato, ma non se ne accorge del tutto, ingannato dalla famigliarità della scena: il Natale di Monicelli è riconoscibilissimo, tra la messa di mezzanotte, i bigodini in testa durante la cena, il capitone e la tv accesa in un angolo.

Tratto da un testo di Carmine Amoroso, che ha lavorato anche alla sceneggiatura con la partecipazione di Suso Cecchi d’Amico, è da poco arrivato in versione restaurata su Netflix.


2 – L’APPARTAMENTO (1960, BILLY WILDER)

C.C. Baxter (Jack Lemmon) è un impiegato che si fa benvolere dai colleghi prestando il suo appartamento per le loro scappatelle extraconiugali. Di suo, è innamorato dell’ascensorista Fran Kubelik (Shirley MacLaine), intrappolata in una relazione infelice con il capo: la giovane tenta di togliersi la vita la sera della Vigilia di Natale. È un film che, nella migliore tradizione wilderiana, fa sorridere se non ridere lo spettatore su tanti dettagli, mentre allo stesso tempo gli spezza il cuore.

Cinefilia ritrovata, sito della Cineteca di Bologna, ha recuperato un commento del New York Times del 2007: «Per chi sia mai stato tentato dalla pistola o dalla bottiglia all’idea della felicità forzata delle vacanze di Natale, il film di Wilder è un tonico perfetto». È disponibile per il noleggio su Prime video e Apple Tv.


3 – LOVE ACTUALLY (2003, RICHARD CURTIS)

Scene entrate nella memoria collettiva di questo film che ha compiuto vent’anni: Hugh Grant primo ministro che balla per i corridoi del numero 10 di Downing Street. La dichiarazione d’amore con i cartelli sullo zerbino. Emma Thompson che ascolta Joni Mitchell, in lacrime per il suo matrimonio.

La formula delle dieci storie che si intrecciano al culmine di una festività è stata ripresa altre volte, con molta meno fortuna di questo titolo di Richard Curtis, già produttore di Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, Mamma mia! Ci risiamo.

Il Wall Street Journal si è interrogato sulla fortuna di questo film, le cui storie sono per alcuni spettatori di oggi problematiche: dall’uscita, ha guadagnato al box office 248 milioni di dollari. «È sull’amore, ma non quello stucchevole dei film Hallmark», ha detto una delle persone intervistate. È disponibile sia su Prime video sia su Netflix.


4 – L’AMORE NON VA IN VACANZA (2006, NANCY MEYERS)

Uno scambio di casa sotto Natale e la cinica produttrice musicale Cameron Diaz si trova in un cottage inglese che sembra uscito da un libro di Beatrix Potter, con un affascinante editor (Jude Law) sulla porta di ingresso.

La proprietaria del cottage, una Kate Winslet innamorata senza speranza di un collega, invece scopre le ville di Beverly Hills e lega con lo spumeggiante Jack Black.

Nancy Meyers è una regista di commedie che sono quasi tutte dei classici del genere, da Genitori in trappola a Il padre della sposa: la sua incursione nei film natalizi ha ugualmente fatto scuola. Per Refinery29, è «il film definitivo sulla self-care». Si trova sia su Prime video sia su Netflix.


5 – MAMMA HO PERSO L’AEREO (1990, CHRIS COLUMBUS)

Catherine O’Hara sbarra gli occhi davanti alla camera, dal suo sedile dell’aereo, e grida: «Kevin!»: la sua numerosa famiglia è partita per Parigi e ha lasciato il figlio più piccolo a casa.

Kevin McAllister, un giovanissimo Maculay Culkin, che di recente ha avuto la sua stella sulla Walk of Fame losangelina, prima si mangia le sue cose preferite davanti alla tv, poi si trova a proteggere la sua dimora da due ladri decisi a svaligiare le case lasciate vuote per le vacanze. È un titolo imprescindibile nel patrimonio dei film di Natale e, a proposito di patrimoni, a più di trent’anni di distanza quello della famiglia McAllister continua a generare curiosità.

Il New York Times si è rivolto agli economisti per capire quanto i genitori di Kevin fossero ricchi per avere una casa del genere. La risposta è: parecchio. L’articolo prende in considerazione non solo gli indizi presenti nel film (il fatto stesso che i ladri siano così determinati a entrarci), ma anche il mercato immobiliare di quella zona di Chicago nel 1990: la casa infatti esiste davvero e si trova in uno dei quartieri più costosi degli Stati Uniti.

Oggi una casa simile costerebbe più di 2 milioni di dollari, ma anche nel 1990 sarebbe stata accessibile solo per una famiglia con entrate di almeno 300mila dollari all’anno. Il New York Times ha citato anche un’ipotesi che vede il padre di Kevin nel crimine organizzato e i furfanti in realtà vogliono intrufolarsi in casa per una vendetta: «la brutale violenza di Kevin contro i due ladri deriverebbe dall’essere cresciuto a contatto con l’attività criminale. Il Times non ha potuto escludere questa teoria». Si trova su Disney+.


6 – LA VITA È MERAVIGLIOSA (1946, FRANK CAPRA)

Un uomo sull’orlo del fallimento è deciso a farla finita, ma un angelo arriva in suo soccorso e gli mostra quale perdita sarebbe per la società la sua morte.

Per lo stesso regista Frank Capra è uno dei migliori film che abbia mai realizzato, ma c’è qualcosa che va oltre la fattura dell’opera. Nel 2016 Peter Bradshaw scriveva sul Guardian come La vita è meravigliosa possa risuonare per gli spettatori del 1946 come per quelli del 1976 e, anche se è impensabile per i giovani di oggi l’idea di comprare una casa (che nel film è definita come un desiderio innato dell’uomo), anche per gli spettatori degli anni 2000.

Nel mondo di George Bailey, in effetti, si avvicendano persone razziste e plutocrati così egoriferiti da chiamare tutto con il proprio nome: a Bradshaw questi elementi sono suonati parecchio famigliari. È disponibile per il noleggio su Prime video.


7 – LE PUPILLE (2022, ALICE ROHRWACHER)

Quando Le pupille è stato candidato come miglior cortometraggio agli Oscar il video di una delle piccole protagoniste che guardava l’annuncio emozionata è diventato virale.

Il film di Rohrwacher parte da una lettera di Elsa Morante, e ha tutto quello che si chiederebbe a un film di Natale: presepi viventi, dolci sontuosi e la resistenza a un’autorità incomprensibile. È su Disney+.


8 – PINOCCHIO (2022, GUILLERMO DEL TORO)

Il Natale chiama i cartoni Disney oppure le fiabe e tutti i loro adattamenti. Anche quando non sono così tanto rassicuranti. La pellicola di Guillermo Del Toro ha vinto l’Oscar nel 2022, e il regista nel suo discorso ha fatto presente quanto i film d’animazione siano cinema a tutti gli effetti.

La storia di Collodi viene trasposta nell’Italia fascista e in guerra: il burattino prende vita in un paese cupo, dove la morte è presente a ogni passo.

Per Vanity Fair, è «pieno di pericoli e di struggente malinconia, è un esercizio di esplorazione delle giunture tra i piaceri della vita e i suoi terribili dolori, un film che si rivolge alla nostra epoca cupa e ne trae un po' di speranza e di gentilezza». Si trova su Netflix.


9 – PADDINGTON 2 (2017, PAUL KING)

Per un po’ il sequel di Paddington è stato tra i film con il voto più alto su RottenTomatoes, un 100 perfetto, mentre una recensione negativa del 1941 rispuntata fuori aveva abbassato il punteggio di Quarto potere di Orson Welles, che per quarant’anni è stato il miglior film mai realizzato secondo la classifica decennale di Sight&Sound.

Per i fan, la storia dell’orso che dal Perù arriva in Inghilterra e viene adottato dalla famiglia Brown non ha niente da invidiare al capolavoro di Welles. Tratti dalla serie di libri per bambini di Michael Bond, i film di Paddington hanno insegnato al pubblico che la gentilezza e la buona educazione valgono più di qualsiasi prova di forza, e, soprattutto, che tutti hanno bisogno di una comunità.

Nel sequel, l’orso è accusato di aver rubato un libro e viene incarcerato: in poco tempo riesce a riformare la prigione. Non è prettamente natalizio, ma è sicuramente pieno di affetto. Persino la regina Elisabetta, in occasione del suo Platinum Jubilee, non ha resistito a prendersi un tè e un toast alla marmellata di arance con l’orso vestito di rosso e blu. È su Now.


10 – DIE HARD – TRAPPOLA DI CRISTALLO (1988, JOHN MCTIERNAN)

Per chi non vuole fare indigestione di buoni sentimenti, rimane Die Hard – Trappola di cristallo, su Disney+. Il film di John McTiernan con Bruce Willis divide le coscienze, tra chi lo considera un semplice film d’azione e chi sostiene che sia una pellicola natalizia a tutti gli effetti, perché ambientata durante le feste e perché nella colonna sonora ci sono canzoni come Winter Wonderland e Let it snow! Let it snow! Let it snow!.

Un agente di polizia torna a casa per Natale, ma il palazzo dove lavora la moglie viene attaccato da un gruppo armato durante la cena aziendale. Bruce Willis su Comedy Central ha negato che si tratti di un film di Natale («È un dannato film di Bruce Willis!»), ma il regista è aperto alla possibilità: un film ha una sua vita per il pubblico, e se gli spettatori vogliono guardarlo il 25 dicembre, allora che ci mangino il panettone.

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