Non so quanto sia accurata la formazione storica e scientifica del ministro della Cultura Genny Sangiuliano, laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Napoli Federico II, che racconta di Cristoforo Colombo conoscitore delle teorie galileiane, ma so per certo che viviamo tempi bui di ignoranza e di pandori brandizzati da Chiara Ferragni; di polemiche per la partecipazione dell’Italia alla Buchmesse di Francoforte e per le cene alla Biblioteca Braidense di Milano organizzate da Cristina Fogazzi aka l’Estetista cinica per vender rossetti; e di altri peccati della contemporaneità.

Allora tanto vale divertirsi e sfotterli un po’ tutti. Se i tempi sono bui, l’occasione per accendere le scintillanti e aspre luci della satira e della comicità è il secondo Festival della Satira presso la Fondazione Feltrinelli di viale Pasubio 5 per chi resta a Milano il week end dal 28 al 30 giugno. «Satira, che peccato!».

L’aumento dell’astensione dal voto ad ogni tornata elettorale testimonia della distanza tra chi governa e chi è governato. Il disincanto, soprattutto giovanile, per la politica, il disinteresse per i suoi protagonisti e la noia del discorso politico che forme e lingua dà alla satira? Se evapora il discorso politico, che accade alla satira polverizzata nella canea del digitale? Ai ragazzi piace solo la stand up comedy di ascendenza americana, uno che se ne sta da solo a parlare sul palco e che se ne sta alla larga dalla politica. E a volte la affronta lateralmente.

I partecipanti

Il dissenso è però un fattore insostituibile di libertà e di democrazia. Perché la satira è libera, cattiva e maleducata. La satira fa male a fin di bene. Di questo si dibatterà al festival feltrinelliano: in panel ameni che non si prendono mai sul serio e in spettacoli rigorosi che però fanno molto ridere. Scendono in campo molti fuoriclasse. Con Giulio D’Antona ci sono la bravissima autrice comica Chiara Galeazzi, Walter Fontana, pure lui tra i migliori a scrivere, e il sommo Maurizio Milani, che non si vede da un bel po’.

Poi Barbascura X con Federica Cacciola e il loro innovativo esperimento di satira scientifica - Il Satiro scientifico, rivista semestrale per Mondadori - si esibiranno in un elogio della bruttezza in natura, perché i belli hanno rotto il cazzo. C’è anche il Varietà, reinterpretato dai Contenuti zero.

Un nome programmatico per un gruppo di ragazze e di ragazzi bravissimi, veri Monthy Python italiani e contemporanei che hanno studiato Walter Chiari – e sono fortissimi sui social - e attraversano, in un montaggio inedito per questo Festival, i deliri della storia e del mondo trasformandoli in sketch e canzoni satiriche, per esempio Marx e Engels che discettano di capitale e di lotta di classe, parodiando le hit di Max Pezzali.

Ma anche Stalin, Mao e Mussolini, e addirittura il suo manager, quello che lo costringeva a fare le cose cattive, come allearsi con Hitler, un Dio mafioso, Gesù e la Maddalena, Beatrice che denuncia e demolisce Dante perché non le ha chiesto i diritti per poterla usare nelle sue opere e Beatrice gliene canta in una canzone sulla cancel culture.

E poi la satira visiva dei vignettari più bravi e cattivi. Mario Natangelo, quello che sul Fatto ha disegnato Arianna Meloni, sorella di Giorgia e compagna del ministro Lollo, a letto con un uomo nero che le chiede «E tuo marito?» «Tranquillo, sta tutto il giorno a combattere per la sostituzione etnica». Per quel disegno Arianna Meloni lo ha querelato e Giorgia – presidente del Consiglio, e questo non è uno scherzo – lo ha attaccato pubblicamente sui social. Il racconto di quei giorni ora è raccolto in libro Cenere, Rizzoli, che fa molto ridere. È un manuale su come si possa fare satira anche su argomenti delicati. Perché anche la morte si può sbeffeggiare, fino a scoprire che la satira può essere un’arma per sconfiggere anche il dolore.

E poi Maicol&Mirco, il vignettista quotidiano del manifesto, con le sue fulminanti battute e i suoi disegni su fondo rosso. Terrà un workshop in cui i partecipanti avranno l'opportunità di comprendere meglio come utilizzare l'arte visiva per commentare temi delicati e spingere i lettori a riflettere e a confrontarsi con verità scomode. Un vero esperimento di psicoanalisi a fumetti attraverso l’occhio cinico e straordinariamente lucido di un autore dall’inventiva fulminante. Un incontro a partire dal libro Favole per psicoterapeuti, Bao Publishing, per raccontarsi meno stronzate e abituarsi alla presenza della verità nelle conversazioni che si hanno con gli altri, e con se stessi.

E poi un'altra grande band della comedy italiana, Il Terzo segreto di Satira che, tra video, cinema e monologhi, getta uno sguardo acuto su questioni come il politicamente corretto, la questione dell’aborto e, perché no, parliamo anche di Salvini.

Va in scena in uno show d’improvvisazione anche un altro fuoriclasse della satira italiana, un Paolo Rossi in grande forma esplorerà il panorama politico e sociale, scavando tra le contraddizioni e le ipocrisie che caratterizzano il passaggio da vecchi a inediti paradigmi di potere. Renderà l’happening unico un’incursione satirica nello show del padre del figlio Davide Rossi, che è uno dei componenti del Terzo Segreto.

Infine un talk, molto show con tre giovani talenti italiani con radici provenienti da diverse culture in un altro happening comico irripetibile che viaggia tra Oriente e Occidente, diritti, razzismo, identità multiculturale. Yoko Yamada, Nathan Kiboda, Horea sas.

Infine non può mancare una battuta sul conflitto d’interessi, il mio, che sono il curatore di questo Festival per Fondazione Feltrinelli.

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