Fred Vargas è archeologa e medievista. Ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche (Cnrs), a partire dagli anni Novanta si è dedicata alla scrittura di romanzi gialli. Le sue opere, che hanno riscosso un clamoroso successo editoriale. In Italia Einaudi ha pubblicato tutte le sue opere.

Ed ecco di nuovo Jean-Baptiste Adamsberg, lo svagato e visionario commissario del XIII arrondissement di Parigi. Il libro è Sulla pietra, Einaudi stile libero, e si prende la cima della classifica della settimana. Il poliziotto vagabondo caro a Fred Vargas, e ai tanti lettori che amano i suoi noir, non aveva dato alcun segno di vita da un’oscura vicenda di vendetta, sei anni fa, con Il morso della reclusa.

Il noir estivo 

Come se il tempo non avesse avuto alcuna influenza su di lui, oggi ha fatto irruzione nella sua stazione di polizia nel XIII arrondissement, a torso nudo, con in braccio un riccio ferito, che intende salvare. Non resterà a lungo a Parigi. La sua attenzione è attirata da un omicidio avvenuto in un villaggio bretone, Louviec, proprio vicino a Combourg e al suo castello. Il principale sospettato è una personalità del villaggio, un eccentrico, discendente di François-René de Chateaubriand (1768-1848). Convinto della sua innocenza, Adamsberg si dirige a Ille-et-Vilaine, raggiunto da tutta la sua squadra quando le morti si moltiplicano.

Il guardacaccia Gaël Leuven era un marcantonio solido come uno scoglio bretone, ma per ucciderlo sono bastate due coltellate al torace. A Louviec lo conoscevano tutti. Compreso Josselin de Chateaubriand (forse discendente di quel Chateaubriand), il nobilastro dall’abbigliamento eccentrico che adesso è il principale sospettato. Richiamato in Bretagna dal commissario locale, Adamsberg si addentra nelle numerose ramificazioni del caso. Ma pur perdendosi come di consueto in false piste e digressioni mentali, in osservazioni prive di qualunque nesso con l’indagine, c’è da scommettere che anche questa volta verrà a capo del groviglio di omicidi ed efferatezze. Grazie alle sue illuminazioni proverbiali ma anche, forse, all’energia ancestrale dei menhir.

Insomma questa volta la scrittrice manda il suo disinvolto investigatore sulle tracce dei fantasmi assassini – e delle pulci – che infestano Combourg.

Un rapimento, svariati delitti e un assassino, forse mancino forse no. Saranno solo leggende e superstizioni ma, da quando è ricomparso il fantasma dello Zoppo, in Bretagna le sciagure non si contano più.

Insomma Vargas, e in classifica anche i noir di Dicker, King e dei nostri De Giovanni, De Cataldo e Carofiglio. Il nero colora le letture d’inizio d’estate.

La saggistica in classifica

Nella saggistica ancora Selvaggia Lucarelli sui Ferragnez, le autobiografie letterarie di Corrado Augias (Einaudi) e di Michela Murgia (Mondadori), Gaza raccontata da Gad Lerner per Feltrinelli. Gaza oltre che un luogo è diventata il simbolo di una contesa che assume nel mondo dimensione culturale e morale. Gad Lerner si misura con il fanatismo identitario che ha contagiato i due popoli in guerra. Da ebreo per il quale Israele ha significato salvezza, fa i conti con l’esclusivismo e il tribalismo della destra sionista.

Le spaccature della società israeliana lo riportano alle domande cruciali che già si poneva Primo Levi: che futuro può avere questo Israele? Che funzione può esercitare il filone ebraico della tolleranza?
 

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