Alla fine Carlo Silipo era sfinito, con gli occhi lucidi e la voce rotta. «Sono stati due mesi molto intensi». La vittoria sul Canada ai Mondiali di Doha dà al Setterosa la qualificazione a Parigi 2024: in pratica la fine di un incubo, visto che quattro anni fa le ragazze lisciarono l’accesso ai Giochi di Tokyo. Silipo è un ct con l’anima blues e un core grande così: «Ci aspetterà un'estate molto impegnativa. Ma che bello».

Pochi giorni prima la stessa scena l’avevamo vista appiccicata alla faccia dell’altro ct della pallanuoto azzurra, Sandro Campagna. La vittoria del suo Settebello sugli Usa aveva permesso agli azzurri di qualificarsi ai Giochi e di essere la prima nazionale italiana a centrare il grande obiettivo di questo 2024. Un percorso pieno di spine, tra partite fatte d’agonia e vittorie strappate con le unghie. «Avevamo bisogno di sofferenza. Anche le sconfitte fanno bene. E vincere senza soffrire non è mai positivo». Santa pallanuoto.

Non si potrà mai ringraziare abbastanza il movimento del waterpolo italiano, capace di togliere dai guai e dall’empasse anche gli sport di squadra. Ancora una volta, la pallanuoto azzurra si conferma qualitativamente al top e in grado di competere con le nazionali più forti del mondo.

Ce lo ricorda Silipo: «In questi due anni e mezzo, oltre a ottenere un pass olimpico, le ragazze hanno vinto due medaglie importanti in due competizioni e nelle altre due sono arrivate quarte». Un bronzo europeo nel 2022, un bronzo mondiale l’anno seguente. Sacrificio, lotta, adrenalina: le armi azzurre sono sempre state queste. E lo stesso va detto del Settebello, che si giocherà anche l’oro a Doha.

Tutti risultati impreziositi dai rispettivi pass olimpici, da questo viaggio a Parigi, nell’evento che è madre di ogni competizione e di ogni sogno. Per Campagna sarà addirittura l’undicesima volta ai Giochi: «Ma è sempre bello qualificarsi».

Quattro partite

L’onda azzurra della pallanuoto può fare da stimolo per chi ancora ha chance di strappare il pass. In bilico ci sono ancora quattro situazioni. L’Italia del volley non è riuscita a qualificarsi alle Olimpiadi attraverso i tornei preolimpici della passata stagione e dunque tutto dovrà passare attraverso il ranking.

La graduatoria internazionale stilata al termine della fase preliminare della Nations League (conclusione il 16 giugno per le donne, il 23 giugno per gli uomini) assegnerà gli ultimi cinque pass per i Giochi, tenendo però presente l’obbligo del criterio di rappresentanza continentale (tra gli uomini un pass è necessariamente indirizzato a una squadra africana, tra le donne uno per la migliore africana e uno per la migliore asiatica).

L’Italia c’è, il piazzamento è buono (gli uomini sono terzi dietro Polonia e Usa e davanti a Giappone e Brasile, tutte già qualificate), ma i risultati in Nations League contano. E lo stesso vale per le azzurre, al momento qualificate con Giappone e Olanda (il Kenya sarà la migliore africana).

Calcio sciagurato

C’è poi l’Italia del basket, quella di Gianmarco Pozzecco, che si giocherà il tutto per tutto nel torneo preolimpico in programma a San Juan (Porto Rico) dal 2 al 7 luglio. Si cerca l’impresa. Ma serve un atto di fede perché il torneo è durissimo e lo spettro della Lituania, una delle squadre da battere, fa paura.

Niente da fare per il basket femminile, già fuori. Ci prova anche la 3x3 di basket femminile nel preolimpico. Quasi una sciagurata tradizione sta diventando il percorso olimpico del calcio. La nazionale non va alle Olimpiadi da Pechino 2008, quando uscì ai quarti di finale.

Da allora (e intanto sono passate quattro edizioni dei Giochi) niente da fare. Sogna da decenni l’hockey prato: gli uomini non vanno alle Olimpiadi dal 1960, le donne non ci sono mai andate (prima edizione femminile nel 1980). A Tokyo 2020 l’Italia aveva raggiunto la cifra record di ben 384 qualificati (187 donne) e 40 medaglie in 19 discipline, ma senza le squadre di rugby a 7, pallamano, calcio e hockey su prato.

Alcune di queste discipline pagano una progettazione non sempre perfetta. D’altronde, le Olimpiadi richiedono un percorso attento in cui niente può essere lasciato al caso. Rugby a 7 e pallamano (fuori dai Giochi anche loro) dovranno mettere in piedi progetti più ambiziosi. Perché può esserci un futuro olimpico, ma va seminato. E poi consolidato.

Non è facile nemmeno per gli sport di squadra già all’avanguardia e tradizionalmente presenti ai Giochi. L’evento in Giappone, per esempio, aveva sì fatto emergere le leggende di Jacobs e Tamberi ma anche mostrato una fragilità endemica negli sport di squadra. Basket e pallavolo maschile, poi volley femminile e pallanuoto maschile: nel 2021 fu un poker di amarezze dentro l’esaltazione complessiva. Passò in secondo piano. Parigi, insomma, è un appuntamento con la storia. Ma servirà anche per scacciare le incertezze di quattro anni fa. Per chi ci sarà, ovviamente. A cominciare da questa santa pallanuoto azzurra.

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