Nel suo primo romanzo postumo Islands in the Stream (1970), Ernest Hemingway menziona il sandwich Mount Everest Special, preparato con burro d’arachidi e cipolla tra due fette di pane in cassetta. Il “panino Hemingway” non è certo se fosse una vera passione dello scrittore o solo un espediente narrativo, ma viene descritto come «una delle vette più alte mai raggiunte nell’arte del fare panini». Per molti lettori, questa combinazione risulterà ripugnante, come l’Elvis Sandwich di Elvis Presley, con burro d’arachidi, banane e pancetta.

Patatine e Nutella

Reddit e Quora ospitano numerosi thread dedicati alle combinazioni assurde di cibi, con commenti di chi condivide i propri piaceri proibiti: patatine e Nutella, bastoncini di pesce e crema pasticcera, sciroppo di cioccolato e cetriolini, uova e sciroppo d’acero, carote e latte al cioccolato, salsicce e marmellata.

Queste combo possono sembrare disgustose, ma spesso evocano ricordi d’infanzia e una libertà d’esplorazione culinaria. In effetti, la memoria potrebbe essere una ragione per cui le persone tendono ad avere almeno una propria combinazione alimentare inusuale preferita.

Lo ha spiegato la psicologa Kelly Anderson all’emittente australiana ABC Tropical North: se abbiamo mangiato qualcosa da bambini in un momento felice, il nostro cervello associa quel cibo a momenti piacevoli, facendolo gradire. Altri studiosi suggeriscono che le combinazioni strane possano avere anche una valenza nutritiva o organolettica. Ad esempio, l’ananas sulla pizza hawaiana, che pur essendo detestata dagli italiani, unisce due sapori e texture contrastanti per un risultato equilibrato.

Oppure le patatine fritte del McDonald’s intinte nel gelato al fiordilatte, una combinazione diventata anche virale qualche tempo fa: il successo di questi due cibi gustati insieme è dovuto al fatto che il gelato e gli amidi hanno funzionato per secoli (pensate alla colazione siciliana con brioscia e granita), quindi non è sorprendente che la combinazione possa essere anche migliore se l'amido è fritto e salato.

Insomma, il fenomeno delle combinazioni strane di cibo ha radici nell'infanzia, quel periodo in cui si scoprono nuovi ingredienti senza pregiudizi e si inizia a costruire una propria identità: chi scrive, e molto probabilmente anche chi sta leggendo, ricorda di accostamenti gastronomici molto stravaganti esibiti con vanto da tutti i bambini, come se l’assurdità dell’abbinamento fosse direttamente proporzionale al coraggio personale, applicabile anche ad altri campi. In altre parole: se mostro di apprezzare patatine e Nutella insieme, probabilmente i miei compagni di scuola penseranno che sono una persona molto audace.

Le combinazioni nell’infanzia

Sciroppo al cioccolato su un hot dog? Per molti adulti, questa combinazione potrebbe sembrare disgustosa. Tuttavia, la scienza ha esaminato come i bambini reagiscono a tali abbinamenti, anche prima di apprendere che si tratta di qualcosa di insolito. Il risultato dello studio del 1986, il più importante in materia, è stato sorprendente: specialmente fino al compimento dei due anni, i bambini non solo sono disposti a provare le combinazioni più strampalate di cibi, ma anche ad apprezzarle.

Per arrivare a queste conclusioni, Paul Rozin — docente illustre di Psicologia alla University of Pennsylvania e autore dello studio — insieme al suo team, aveva preparato un buffet con trenta alimenti da proporre a bambini di età compresa tra 18 e 29 mesi, scoprendo che i bambini in genere non hanno problemi a mangiare un biscotto intinto nel ketchup, e il 94 per cento di loro accettava con entusiasmo lo sciroppo di cioccolato sull’hot dog.

Dallo studio: «I neonati umani hanno alcune risposte innate verso i cibi, come una preferenza per i dolci e una repulsione per i gusti amari [...] A parte queste risposte di base, però, i neonati non sanno cosa sia commestibile e cosa no. Come altri animali onnivori, devono imparare a distinguere il cibo sicuro da quello non sicuro. Con l’aiuto dei genitori e di vari influenze culturali, nei sei-dieci anni successivi, i bambini sviluppano un atteggiamento più maturo verso il cibo.»

Dunque, lo studio supportava l'idea che i neonati avessero un'accettazione molto ampia di oggetti come potenziali cibi, portando alla bocca ogni sorta di cosa. Questo comportamento è, in parte, esplorativo, ma spesso è seguito dall'ingestione. È solo con lo sviluppo che si apprende cosa non mangiare.

In altre parole, il disgusto non è solo una questione biologica, ma anche un tema culturale, una questione di educazione. Di conseguenza, una grande parte del nostro sviluppo riguardo ai gusti e ai disgusti alimentari dipende dall'imitazione degli altri o dallo Zeitgeist. Ad esempio, il disgusto per le frattaglie sta diminuendo, poiché queste vengono sempre più percepite come cibo servito all'alta società in ristoranti raffinati. Le frattaglie diventano così un oggetto di desiderio mimetico, mentre all'inizio del diciannovesimo secolo erano considerate “carne per i poveri”, cioè qualcosa di indesiderabile per i ricchi.

Un fatto culturale

Lo studio di Paul Rozin elenca una serie di limiti, tra cui la limitatezza del campione a un gruppo etnico e socio-economico ristretto. Infatti, le combinazioni alimentari che possono essere ritenute accettabili o disgustose variano sicuramente in base alle tradizioni culinarie del gruppo in esame. Prendiamo ad esempio il champorado filippino: un porridge dolce al cioccolato, servito con latte condensato e pesce salato essiccato. Deriva da un piatto messicano, adattato con riso al posto del mais grazie agli scambi culturali durante il periodo coloniale spagnolo. La ricetta tradizionale prevede riso glutinoso, zucchero, tablea (cioccolato puro in tavolette) e latte. Il pesce salato aggiunge un contrasto di sapori dolci e salati, perfettamente sensato e molto amato da bambini e adulti nelle Filippine, ma potrebbe risultare sgradevole a molti.

Le combinazioni alimentari insolite, spesso radicate nelle esperienze dell'infanzia, dimostrano come il gusto personale sia una fusione di memoria, cultura e sperimentazione. Queste preferenze culinarie riflettono le influenze culturali e le mode alimentari del momento. In fondo, ciò che per alcuni è strano, per altri è semplicemente delizioso, e questa varietà di gusti contribuisce alla ricchezza delle tradizioni gastronomiche globali.

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