Siccome il mio subconscio e il mio algoritmo di TikTok sono ormai la stessa cosa, questa settimana è stato deciso per me che avrei visto centinaia di migliaia di video sul Titan, il piccolo sommergibile scomparso dai radar il 18 giugno con cinque persone molto ricche a bordo. Costava infatti 250mila dollari la gita in fondo al mar a vedere il relitto inabissato del Titanic, un’esperienza che personalmente non farei neanche se 250mila dollari me li dessero (ma io una volta ho avuto una crisi di panico su una barca a motore a dieci metri dalla costa di Pantelleria, quindi non considererei me stessa un parametro di spirito di avventura).

Approfondimenti su TikTok

Prima che giovedì sera, mentre scrivevo queste righe, le squadre di recupero decretassero la triste fine del Titan, imploso per la pressione nelle profondità marine, la tizia morbosetta che è in me non si è persa neanche un approfondimento, trasecolando a ogni nuova informazione (vera o falsa che fosse, su TikTok non è dato sapere) che si aggiungeva allo scenario di questo girone infernale.

Solo 96 ore di ossigeno? Gasp! In che senso il sommergibile si apre solo da fuori? Gulp! È normale che un veicolo progettato per andare a quattromila metri di profondità sia pilotato da un joystick della playstation? Gli smanettoni dell’internet hanno sottolineato che non era neanche un buon joystick (il migliore sarebbe stato quello ufficiale dell’Xbox, più durevole e usato abitualmente per pilotare anche sottomarini più assennati di questo, dicono gli esperti di videogiochi e conferma nessuno scienziato), ma un Logitech da cesto delle offerte del MediaWorld.

Finché la morte dei cinque uomini (prossimamente l’editoriale sul perché le donne hanno un’aspettativa di vita più alta) non è stata accertata – ed era ancora lecito comportarsi come se fossimo davanti al sottomarino di Schrödinger – molti schifosi come me si sentivano autorizzati a ossessionarsi sulla vicenda (perché oggettivamente aveva tutto quello che serve: i miliardari sconsiderati, una corsa contro il tempo, il mistero, l’abisso, una società poco raccomandabile e con precedenti sospetti, il fottuto Titanic) ed era possibile assistere a un gran fiorire di teorie, tra cui quella di un tizio che seguendo da casa un gruppo di squali muniti di gps ne ha visti due allontanarsi dalla costa sulla mappa, viaggiare fino al punto in cui dovrebbero trovarsi i resti del Titanic e tornare indietro. Seguite gli squali! Diceva dimenticando di indossare il suo cappello di stagnola.

C’era chi condivideva l’ennesima profezia dei Simpson, chi dava la colpa ai fantasmi del Titanic, e un sacco di ingegneri in stato di grazia che mi hanno reso un’esperta di esplorazioni marine nell’arco di 48 ore.

Se poi consideriamo la famosa equazione (commedia = tragedia + tempo) direi che TikTok percepisce il tempo come molto relativo, perché a cinque ore dallo scadere delle 96 di ossigeno disponibile, mentre ancora si immaginava che il Titan potesse essere tutto intero e alcuni (fregandosi le mani come davanti a una puntata particolarmente terrificante di Lost) si chiedevano se lo spirito di sopravvivenza avesse portato i membri di questo sfortunato equipaggio ad assassinarsi a vicenda per prolungare la durata delle riserve, i meme e le parodie si sprecavano già.

A quanto pare è molto difficile empatizzare con dei miliardari che si sono volontariamente sottoposti a una missione suicida: non era per la scienza, non era per la gloria, era per il brivido di essere nell’ennesimo club esclusivo, quello dei quattro gatti sul pianeta che hanno visto il Titanic coperto di muffa da vicino, quando per molti già guardare il film di James Cameron è un’esperienza stressante.

È vieppiù complicato provare compassione per il Ceo di OceanGate, Stockton Rush, l’organizzatore di questa spedizione che era alla guida del sommergibile, che nella narrazione collettiva è emerso come un misto tra un cattivo di James Bond e il tipo del Fyre Festival.

I miei dubbi

Sentendomi via via sempre più brutta persona per l’attrazione perversa che provavo per ogni minimo dettaglio di questa vicenda, amplificando il senso di colpa nel momento in cui è stata confermata la morte di quei cinque poveretti e amplificandolo alla seconda a pensare ai più di 700 migranti morti nel Mediterraneo solo qualche giorno prima (a cui purtroppo ho dedicato meno di un decimo delle mie attenzioni ed energie mentali), mi sono lasciata travolgere dagli aggiornamenti infiniti nelle ore serali, garantendomi pessime notti di sonno e un’attività onirica dalla trama molto prevedibile, unita all’immancabile stress post-traumatico che si riaccende in me ogni anno nei giorni della maturità.

Ho sognato naufragi e versioni di greco e la prof. del ginnasio che sembrava Zanardi di Pazienza, svegliandomi senza fiato con Onda su onda di Paolo Conte in testa.

Per concludere questo viaggio nelle mie psicosi (che spero sia stato comunque meno angosciante di un viaggio sul fondo dell’oceano Atlantico), ecco alcune delle domande che il povero uomo che vive con me e chiunque mi abbia rivolto la parola negli ultimi giorni si è sentito rivolgere: preferiresti morire asfissiato o di ipotermia? Mangeresti un altro essere umano? Da quale parte del corpo inizieresti? Berresti la tua urina? Ti va di rivedere Titanic? Quanti soldi avresti voluto per partecipare a questa spedizione? E quanti ne vorresti ora che sai che il Titan è imploso in una frazione di secondo? Preferiresti venire sbranato da uno squalo o sopravvivere per qualche giorno nel ventre di una balena come Pinocchio? Sì, lo so che nel libro è un pescecane, ma rispondi alla domanda. Uccideresti qualcuno con le tue mani per sopravvivere più a lungo o ti ammazzeresti al primo segnale di difficoltà?

Personalmente su quest’ultima ho pochi dubbi, in qualsiasi scenario apocalittico io mi immagino sempre di essere la prima a morire, perché non so correre, non so guidare niente e soffro di cistite recidivante, e se devo tirare avanti in un mondo senza Monuril preferisco farla finita subito. Ma la tizia morbosetta non risponde perché sa che non si troverà mai in una situazione simile, a malapena è disposta a salire di nuovo su una barca a Pantelleria. L’unica cosa che interessa alla morbosetta è sapere se Spielberg ha già comprato i diritti della storia e quando possiamo aspettarci il film con Tom Hanks nei panni del Ceo di OceanGate, che come in Jurassic Park sarà un simpatico ricco eccentrico e non un pazzo sconsiderato con il complesso di Dio. Nel film che vorrei vedere sopravvivono tutti, ritrovano il cuore dell’oceano di Kate Winslet e hanno casse di Monuril a bordo.




 

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