Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza d'appello su Marcello Dell’Utri, del presidente del tribunale Raimondo Loforti, giudici Daniela Troja e Mario Conte


La Cassazione, ha individuato il periodo in cui Dell 'Utri era andato a lavorare per Rapisarda abbandonando l'area imprenditoriale di Berlusconi, nel quadriennio compreso tra l'inizio del 1978 ed il 1982. Deve rilevarsi che l'impegno professionale di Dell'Utri presso la Bresciano s.p.a. è stato in effetti di gran lunga inferiore.

Dell'Utri, infatti, ha dichiarato (v. dich. del 20 maggio 1987) che già dopo due mesi dall'inizio del suo nuovo lavoro si era reso conto del fatto che il destino della Bresciano era già segnato e che la società era destinata a fallire; anche Rapisarda già nel gennaio del 1978 aveva capito che la società non poteva lavorare perché mancavano i finanziamenti. Il 26 giugno 1996 lo stesso Dell'Utri ha dichiarato di essere stato amministratore delegato della Bresciano s.p.a. dal gennaio 1978 sino alla fine del 1979 allorché la società era fallita e di non avere avuto ''più niente a che fare con aziende e società del gruppo Rapisarda" dopo avere esaurito la propria attività di curatore fallimentare. Ed ancora nel corso della telefonata del 14 febbraio 1980 Dell 'Utri, parlando con Vittorio Mangano dall'Hotel Duca di York , aveva manifestato la propria preoccupazione per la situazione grave in cui lui si trovava a seguito del fallimento della società e delle vicissitudini in cui era incorso il fratello Alberto (Dell'Utri: " Ho dovuto pagare per mio fratello soltanto otto milioni solo per la perizia contabile, sto uscendo pazzo poi ho bisogno di soldi per me per gli avvocati perché sono nei guai ... perché sempre il discorso del pazzo là ( ... ) l'ufficio non c'è più l'ho levato. Dov'ero prima io lei ci venne. La società fallita, è venuto il Tribunale, curatore sigilli, eccetera ed hanno chiuso tutto .. e quindi sono in mezzo ad una strada'').

Va ancora evidenziato che Rapisarda, per sfuggire ai provvedimenti restrittivi per il fallimento della società Venchi Unica, nel 1979 ( il 16 febbraio 1979, secondo quanto dichiarato dallo stesso Rapisarda) si era recato in Venezuela. In seguito era andato in Francia dove - dopo essere stato ospitato da un amica bulgara- era andato a vivere in una casa che aveva affittato Alberto Dell 'Utri in Avenue Foch a Parigi. Secondo quanto riferito da Rapisarda , nei primi mesi del 1980 Dell 'Utri lo aveva incontrato a Parigi all'Hotel George V ; nella stessa occasione Dell'Utri aveva dato appuntamento a anche Bontade e Teresi. Era stato allora che Rapisarda aveva sentito Dell'Utri chiedere ai due boss mafiosi 20 miliardi di lire per l'acquisto di film per Canale 5.

Le dichiarazioni di Rapisarda possono ritenersi attendibili in ordine al suo allontanamento in Venuezuela ed in Francia, abbandonando dunque l'Italia, per sfuggire all'arresto sia in relazione all'incontro con Dell'Utri. Deve in primo luogo rilevarsi che lo stesso Dell 'Utri ha dichiarato di essere a conoscenza di detti luoghi di latitanza affermando (v.int del 26 giugno 1996) che, a seguito del fallimento della Venchi Unica 2000, il fratello Alberto era stato arrestato e che Rapisarda era andato m Venezuela.

Detta circostanza era basata su una sua personale deduzione atteso che un atto di vendita, concluso nel periodo in cui Rapisarda era latitante con alcuni soggetti venezuelani, era stato stipulato in Venezuela. Aveva poi saputo da alcuni funzionari della Questura di Roma che Rapisarda era andato in Francia e che aveva utilizzato il passaporto del fratello Alberto (v. int 26 giugno 1996). Anche Giorgio Bressani, che aveva svolto il ruolo di direttore di cantieri di Rapisarda, all'udienza del 21 maggio 2001 nel dibattimento di primo grado ha riferito di avere conosciuto Marcello Dell 'Utri ed ha parlato della fuga con Rapisarda in Venezuela e degli incontri di Rapisarda con Dell'Utri a Parigi durante la sua latitanza. Orbene ciò che interessa rilevare e che può considerarsi accertato è che nel febbraio del 1979 Rapisarda ha abbandonato l'Italia e le sue attività lavorative per non essere arrestato.

Ed ancora deve essere evidenziato che lo stesso Dell 'Utri, nel corso delle spontanee dichiarazioni del 29 novembre 2004, seppur formalmente riassunto da Berlusconi l' 1 marzo 1982 , ha dichiarato che il rapporto di lavoro con Rapisarda era finito nel 1980 e che era tornato da Berlusconi alla fine del 1980/1981 (Dell'Utri:" .. io sono tornato da Berlusconi nell '80, nell '81 per la precisione, a fine '80, quanto è finita l'avventura Rapisarda ") Alla luce delle suddette circostanze ( il fallimento della Bresciano, la latitanza dell'imprenditore Rapisarda nel 1979, le stesse ammissioni di Dell'Utri) può affermarsi che il rapporto lavorativo di Dell'Utri con Rapisarda non era in realtà durato "quattro anni" fino al 1982, ma si era di fatto interrotto nel 1980.

La durata dell'allontanamento del tutto irrilevante (dal gennaio del 1978 al 1980/1981) e l'atteggiamento assunto da Dell'Utri nei confronti di coloro che erano stati i protagonisti del patto del 1974, consentono di affermare che detta parentesi lavorativa non ha assunto un particolare rilievo nella vita di Dell'Utri che difatti, poco dopo, senza mai interrompere i rapporti né con gli esponenti mafiosi di riferimento né con l'amico Berlusconi, tornava a lavorare con quest'ultimo, senza mai avere smesso di fare da tramite l'imprenditore e "cosa nostra".

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