L’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) ha duramente criticato il presidente della Puglia di centrosinistra Michele Emiliano e gli altri consiglieri regionali che hanno votato una mozione sul Giorno del ricordo delle foibe e dell’esodo istriano proposta da Lega e Fratelli d’Italia. Il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, ha parlato di «grottesca caricatura» e «rigurgito nazionalista».

La mozione non contiene alcun accenno al fascismo, all’invasione italiana della Jugoslavia o a qualsiasi altro elemento di contesto di quegli anni e chiede alla giunta regionale di condannare e togliere finanziamenti a chi «minimizza» i massacri delle foibe. La mozione è stata approvata lo scorso 8 febbraio con il voto favorevole del presidente Emiliano. Soltanto due consiglieri si sono astenuti dal voto.

«Altro che memoria condivisa! Questa mozione, invece di contribuire a superare conflitti e divisioni, introduce ulteriori lacerazioni nella società –  ha detto il presidente Pagliarulo a Domani – Invece di promuovere una visione oggettiva e perciò transnazionale delle vicende del confine, impone un punto di vista fazioso e propagandistico; invece di comporre le antiche ferite con Slovenia e Croazia, manifesta un provocatorio rigurgito nazionalista; invece di incentivare la ricerca storica, sanziona e delegittima tutti coloro che si permettono di dissentire dall’uso ideologico e politico della storia».

Domani ha provato a interpellare Emiliano, ma il presidente non è stato immediatamente reperibile per un commento.

Una ferita aperta

La questione dei massacri e delle foibe e la più ampia vicenda del confine orientale sono temi delicati e che causano continue polemiche e divisioni. In occasione dell’ultimo Giorno del ricordo, lo scorso 10 febbraio, anche il ministero dell’Istruzione ha dovuto scusarsi per una circolare in cui le foibe venivano paragonate alla Shoah, un accostamento ritenuto improprio dalla maggioranza degli storici.

Il punto più controverso della mozione votata in Puglia è quello in cui si chiede al governo regionale di condannare e togliere i finanziamenti a quelle organizzazioni «che negano, giustificano o deridono il dramma delle foibe e dell’esodo». Mozioni simili sono state approvate anche in diverse regioni a guida del centrodestra e sono state usate in passato per prendere di mira storici che si occupavano della ricerca su quel periodo storico.

A proposito di questo passaggio, il presidente dell’Anpi Pagliarulo dice: «Si tratta di una grottesca caricatura delle posizioni di tutti coloro che non hanno mai negato né minimizzato e tantomeno giustificato tali tragedie, ma si sono permessi di collocarle nel contesto storico e di interpretarne le origini, fra cui l’invasione italiana della Jugoslavia del 1941 decisa da Mussolini, i massacri che ne seguirono, l’impunità dei responsabili, prima ancora il fascismo di confine quando gli squadristi insanguinarono la frontiera, il razzismo contro gli slavi predicato dal capo del fascismo fin dal 1920».

Emiliano, ex magistrato, è stato eletto due volte presidente della regione con il centrosinistra e fa parte del Partito democratico. Per Pagliarulo: «Turba che tale mozione sia stata sottoscritta da consiglieri di partiti dichiaratamente antifascisti in una regione amministrata dal centrosinistra. Mi aspetto una doverosa presa di distanza».

Anche se Emiliano ha militato a lungo in partiti di sinistra e centrosinistra, da tempo ha iniziato ad avvicinarsi alla destra, compresa quella radicale. Uno dei suoi principali alleati in Puglia, definito da Emiliano un suo amico personale, è il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, ex militante di CasaPound tutt’ora molto vicino al movimento neofascista. 

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