Arriva anche in Germania, dopo l’esempio dell’Austria, il lockdown parziale solo per i non vaccinati.

Dopo la conferenza tra il governo federale e i governatori dei Land, la cancelliera uscente Angela Merkel e il suo probabile successore Olaf Scholz hanno annunciato insieme l’esclusione dei non vaccinati da buona parte della vita pubblica. Chi non è vaccinato o guarito non potrà più partecipare a nessun evento né frequentare i negozi, con l’eccezione dei supermercati. Anche gli incontri privati di chi ha scelto di non vaccinarsi saranno limitati a gruppi di persone molto ristretti.

Sul posto di lavoro è ancora accettato il test negativo, mentre nelle scuole sarà reintrodotto l’obbligo di indossare la mascherina. In caso di aumento dell’incidenza di casi oltre i 250 ogni 100mila abitanti scattano chiusure di club e discoteche e limitazioni anche per vaccinati e guariti. Governatori ed esecutivo hanno già previsto restrizioni anche per capodanno ed è stato concordato un tetto di 15mila spettatori per le partite della Bundesliga, anche se alcune partite già si svolgono senza pubblico.

L’anno nuovo potrebbe portare ulteriori imposizioni: Scholz ha confermato la sua volontà di presentare al Bundestag una proposta di legge per l’introduzione di un obbligo vaccinale, da applicare forse già da febbraio.

Per la prima volta si è espressa a favore dell’idea anche la cancelliera uscente, che ha spiegato che se fosse ancora in parlamento voterebbe a favore. A luglio si diceva contraria, ma anche Scholz ha parlato di un proprio «riorientamento», dopo che in campagna elettorale lui e i suoi avversari avevano promesso che non avrebbero introdotto l’obbligo.

Cambio di orientamento

Una contraddizione che è stata subito cavalcata dagli estremisti di AfD, che hanno già promesso di votare compatti contro l’obbligo in parlamento.

La proposta è ovviamente invisa anche a tutti coloro che erano già scettici nei confronti del vaccino: a oggi appena il 68,7 per cento della popolazione tedesca è vaccinato. Troppo pochi, soprattutto se si guarda alla forza con cui si è abbattuta la quarta ondata sul paese. In Sassonia, il Land con la performance vaccinale peggiore, la percentuale dei vaccinati arriva appena al 60 per cento. Se nei mesi scorsi la politica aveva contato su un’adesione spontanea della popolazione, governo e partiti ora devono riposizionarsi.

Anche il probabile ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, ha sconfessato la linea del suo partito spiegando di essere a favore dell’obbligo, una «misura durissima, ma proporzionata», e si è detto «deluso del fatto che la disponibilità a farsi vaccinare sia così ridotta». La decisione di introdurre l’obbligo con una legge del parlamento e non tramite una direttiva del ministero della Salute federale o di quelli dei Land è un tentativo di dare un’opportunità di dibattito pubblico e non limitarsi a imporre dall’alto una regola così pesante. La nuova coalizione semaforo ha anche bisogno di mostrarsi finalmente attiva nel contrasto alla pandemia: da stampa e opinione pubblica sono arrivate nei giorni scorsi critiche all’apparente carenza di iniziativa del nuovo governo.

Al di là dei Querdenker, i negazionisti del Covid-19 che già dall’estate scorsa manifestavano contro le restrizioni imposte per la pandemia, a opporsi alla proposta di legge saranno a questo punto solo gli estremisti di destra. I parlamentari di AfD rischiano di essere tra i più penalizzati dal nuovo obbligo: il partito ha già dovuto annullare il proprio congresso a causa del fatto che molti iscritti non avrebbero potuto rispettare la regola che permette solo a vaccinati e guariti di soggiornare negli alberghi. Anche i vertici della Linke, che per un periodo ha discusso dell’opportunità di sostenere l’obbligo, si sono espressi a favore. A restare contro la proposta rimane l’influente ex segretaria Sahra Wagenknecht, che ha chiesto di «evitare di bullizzare giovani che hanno un rischio bassissimo di finire in terapia intensiva».

 

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