«Sì, è vulnerabile», ha ammesso questo lunedì il ministro degli Interni Gérald Darmanin, riferendosi alla rete ferroviaria francese sottoposta a sabotaggi «mirati» la scorsa settimana. L’esponente dell’ala dura del macronismo non ha fatto in tempo a vantare che «abbiamo identificato un certo numero di profili di persone che avrebbero potuto commettere questi sabotaggi» – magro trionfo, dato il condizionale – che già la Francia cominciava la nuova settimana con le telecomunicazioni bersagliate.

Nella notte tra domenica e lunedì un sabotaggio dei cavi della fibra ottica ha causato perturbazioni della linea in sei dipartimenti. Il fatto che la rete sia «molto estesa», come ha detto Darmanin per giustificare la vulnerabilità delle infrastrutture, non rende meno imbarazzante la sequela di vicende. Per episodi di sabotaggio passati ci sono inchieste ancora aperte da anni; altre sono rimaste senza esito.

Le informazioni date dal ministro alla tv francese – «il sabotaggio delle ferrovie segue modi operativi tradizionalmente usati dall’ultrasinistra, ma non sappiamo se queste persone siano state manipolate da altri» – rappresentano un tentativo di fornire risposte in un contesto di grande vaghezza. Gli episodi sono tutt’altro che nitidi, ed essendo i sabotaggi – a detta di Darmanin stesso – «tutt’altro che affidati al caso», l’incapacità di prevenirli e di impedirli non fa certo uscire governo e presidente in grande spolvero.

Le indagini sui treni

È da venerdì che le Figaro cita fonti interne alle forze dell’ordine per dire che le modalità incendiarie del sabotaggio alla rete ferroviaria corrisponderebbero a quelle di «ultrasinistra», di «militanti dell’ecologismo radicale» e «anarchici». Ed è sempre da venerdì che, nel silenzio dell’Eliseo e nella cautela del premier dimissionario, l’estrema destra del Rassemblement National ripete la litania delle «modalità operative dell’estrema sinistra».

Il ministro degli Interni fa in parte riferimento a questa cornice interpretativa, ma anzitutto non la consegna come definitiva, e in secondo luogo fa intendere che chi ha operato materialmente il sabotaggio potrebbe essere stato «manipolato» da altri. Le indagini segnalano un coordinamento tra i singoli sabotaggi della rete ferroviaria, oltre che una certa conoscenza della stessa.

Lasciando parlare Darmanin: «Abbiamo identificato un certo numero di profili di persone che avrebbero potuto commettere questi sabotaggi senza dubbio volontari e assai mirati. Quel che ci ha inquietati è che ci sono state comunicazioni molto precise; chi ha sabotato aveva informazioni in mano; non si tratta di sabotaggi affidati al caso».

Questi profili «sono di ultrasinistra? La pista dell’ultrasinistra è quella privilegiata?», ha chiesto esplicitamente l'anchorman Thomas Sotto. E il ministro: «Sono modi operativi tradizionalmente usati dall’ultrasinistra, si è visto in precedenza, ma non sappiamo se queste persone siano state manipolate da altri».

Riguardo a una anomala mail fatta arrivare sabato ai media, costruita per apparire alla stregua di una rivendicazione e nella quale si trovano critiche alle Olimpiadi del «nazionalismo», della «gestione poliziesca della folla», di «sfruttamento e dominio», Darmanin avverte: «Può esserci stata anche una rivendicazione fatta per ragioni di opportunità». Non i veri registi, insomma.

Nuove perturbazioni

Intanto questo lunedì mattina gli operatori delle telecomunicazioni hanno segnalato rallentamenti della linea, dopo che sei dipartimenti (ma non quello dove le Olimpiadi si svolgono) hanno subìto atti di vandalismo all’«autostrada della fibraottica»: cavi tagliati; grazie alla presenza di vie alternative non c’è stata un’ interruzione delle comunicazioni, ma una disfunzione.

Sul taglio dei cavi di fibra ottica operato nel 2022 la procura tuttora indaga. Anche su precedenti sabotaggi della rete ferroviaria – come gli incendi di fine febbraio – non si è arrivati ad acclarare i responsabili.

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