Il cambio è servito al vertice di Sport e Salute. In ritardo sulla tabella di marcia, ma il ministro Andrea Abodi è pronto ad allargare la propria sfera di potere. Questioni di giorni, al massimo settimane. Un progetto ben definito per rimettere il suo dipartimento al centro del proscenio.

Prima ha ripreso in mano la scelta sulla modalità di erogazione di risorse alle federazioni e poi ha proseguito sulla rotta per agire in sintonia con gli altri organismi sportivi. Su tutti il Coni del grande padrone dello sport tricolore, Giovanni Malagò.

Un esercizio di equilibrismo per il ministro che si prepara a passare politicamente all’incasso: la governance di Sport e Salute diventerà esecutiva entro l’estate, superando mesi di indugi. Il ministro non si è fatto distrarre dalle polemiche esplose dopo le sue parole («Non mi piacciono certe ostentazioni)», successivamente rettificate, su Jakub Jankto, il primo calciatore (acquistato dal Cagliari) in attività a fare coming out. Ed è pronto a forza la mano. Se non c’è l’accordo, da trovare prima della riunione dell’assemblea in programma nelle prossime ore, scatta il commissariamento. È il modello Inps e Inail che viene esteso: commissariare per accelerare sul ricambio dei vertici.

Commissario emendamento

Il governo, per mano di Abodi, ha già predisposto un emendamento al decreto Pa bis, in esame alla Camera. La mossa è stata concordata con il ministero dell’Economia di Giancarlo Giorgetti per lanciare un segnale agli attori in campo. Il testo non è ancora stato depositato a Montecitorio (dovrebbe arrivare la prossima settimana insieme a un pacchetto di emendamenti che saranno presentati dal governo), ma stando alla bozza – visionata da Domani – il contenuto è chiaro: «I componenti del consiglio di amministrazione della società Sport e Salute S.p.a., in carica e non ricostituito, cessano dalle loro funzioni decorsi quarantacinque giorni dall’entrata in vigore del presente decreto legge». E quindi «decorso il termine massimo di proroga si procede alla nomina di un commissario, determinandone le funzioni, la durata e il compenso».

Entro il 7 agosto o c’è la nuova governance oppure Abodi e Giorgetti scelgono il commissario. Il profilo è già pronto: Diego Nepi Molineris (anche se qualcuno dice che le sue quotazioni siano in calo). Il ministro dello Sport lo vuole come amministratore delegato della società, di cui è già direttore generale. Si tratta di una scelta data per certa da settimane a palazzo Chigi: un poltrona blindata prima ancora di essere ratificata. Nepi Molineris ha costruito la propria roccaforte al Foro Italico.

Il ruolo di direttore organizzativo degli Internazionali di tennis ha spalancato la strada all’incarico di event director del grande evento dell’equitazione romana, Piazza di Siena nella cornice di Villa Borghese. Fonti del dipartimento dello Sport smentiscono invece l’indiscrezione circolata di Virginia Filippi, ex dg della Federcalcio, indicata come prossima presidente della società. È una figura stimata, ma non considerata calzante per il ruolo.

Benservito a Cozzoli

L’assemblea, prevista per domani, dovrebbe provvedere alle designazioni dei componenti del nuovo consiglio di amministrazione portate avanti con i ministeri dell’Istruzione e quello dell’Università, oltre ovviamente allo sport. Bisognerà attendere qualche settimana per l’ufficializzazione delle nomine: le designazioni dovranno affrontare il passaggio del parere nelle commissioni parlamentari. Ma i tempi sono più che mai incerti visto che le forze di maggioranza non riescono a trovare un accordo. Così la decisione potrebbe slittare ancora.

Ma proprio per questo Abodi ha previso un piano B per arrivare all’obiettivo principale: sostituire l’attuale numero uno Vito Cozzoli. Lui continua, giustamente, a lavorare da ad e presidente di Sport e Salute. Appena qualche settimana fa ha cercato di blandire Abodi parlando di un’intesa sulla gestione dei finanziamenti agli enti sportivi.

Le sue possibilità di conferma sono pari a zero. Il ministro dello Sport, che nel decreto Pa ha inserito la riforma della governance portando i membri del Cda da 3 a 5 e separando le cariche di ad e presidente, adesso vuole affidare il tutto a persone di fiducia. 
In passato Cozzoli ha beneficiato della protezione di Giorgetti (che attraverso la creazione di Sport e Salute aveva condotto la sua battaglia contro il Coni di Malagò), ma oggi il ministro dell’Economia ha altri pensieri per la testa e si limita a controllare che la sua creatura non finisca in mani ostili.

La partita politica giocata da Abodi è rischiosa: da ministro sta accrescendo la propria sfera di influenza nel mondo sportivo. Cerca di muoversi senza irritare troppo Giorgetti ma va a braccetto con Malagò. Un gioco pericoloso che sta ingrossando le file degli avversari interni, a cominciare dal senatore di Forza Italia Claudio Lotito. Ma anche Lega e Fratelli d’Italia non gradiscono il tentativo di muoversi con troppa autonomia. E sono pronti a capitalizzare gli altri scivoloni verbali, come quello su Jankto.

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